Deborah
"Non è mio figlio" – disse Mauro
Era appena sorto il sole quando, aprendo gli occhi mi ritrovai Mauro sveglio di fianco a me. Rimasi sorpresa della sua presenza, mi sarei aspettata che, soddisfatte le sue esigenze, se ne sarebbe andato senza salutare.
"Che cosa stai dicendo?" – chiesi frastornata, ero appena sveglia e realmente non capii cosa volesse dire.
"Edoardo, sto parlando di Edoardo: non è mio figlio" – mi disse.
"Ti ho mentito ieri sera, anzi in realtà non ti ho mentito, ho soltanto omesso una parte di realtà". – disse, ed io, ormai completamente sveglia, lo incitai a continuare facendo finta di non capire, quando in realtà avevo compreso benissimo conoscendo già la verità.
"Realmente ho assistito alla nascita di Edoardo, e realmente mi è stato messo tra le braccia non appena è venuto al mondo, ma non sono suo padre, è il figlio di Tommaso, Susanna si è accorta della gravidanza dopo aver saputo della dipartita del marito". "Era a pezzi, non voleva più vivere, desiderosa soltanto di seguire il suo amore nell'altro mondo". Poi è arrivato Edoardo e con lui la voglia di tornare a vivere. Io non l'ho mai abbandonata e per tanto tempo ho fatto da padre a quel bimbo, amandolo a tal punto da crederlo. Poi però Tommaso è stato ritrovato e la mia bella fiaba si è trasformata in un incubo.
"Adesso capisco la tua fuga e la tua rabbia" – dissi per cercare di mostrarmi dalla sua parte – "ma Edoardo ha comunque diritto di stare con suo padre ora che Susanna non c'é più" – continuai.
"Anche la morte di Susanna è una bugia" – continuò, le menzogne lo stavano devastando. Stavano diventando un peso che non era più in grado di sostenere.
"Perché mi hai mentito?" "Temevi che non ti avrei aiutato se mi avessi detto la verità?" –
Provai a spronarlo a dire di più.
"Vista la reazione che hai avuto al nostro arrivo, non mi è sembrato opportuno raccontarti com'erano andate realmente le cose" – mi rispose Mauro.
"Ora ho bisogno di te, ho realmente bisogno del tuo aiuto, non mi tradire ti prego". "Aiutami ad avere un futuro con Edoardo". "È piccolo, probabilmente presto dimenticherà la sua vita precedente e tu potresti così diventare madre" – concluse.
Stava veramente perdendo il lume della ragione, era veramente convinto che per Edoardo restare con lui fosse la soluzione migliore, non capiva quanto male stava facendo a quel bimbo tenendolo lontano dai suoi genitori.
"Vestiti e renditi presentabile" – gli dissi – voglio farti conoscere una persona.
Poco dopo raggiungemmo la missione, Mauro era sempre più incuriosito.
Passammo dal retro e raggiungemmo il cortile interno, dove i bambini erano radunati per la ricreazione.
"Vedi quel gruppo di bambine impegnate a giocare alla settimana?" – dissi a Mauro non appena arrivammo a destinazione.
"Certo che lo vedo!" – "e ora che l'ho visto"? Chi è la persona che devo conoscere? Una suora? "Un prete?"- "Vuoi gli che confessi i miei peccati?" – mi disse con tono sarcastico tornando il Mauro di sempre.
"Mia figlia" – gli dissi non facendo caso alle cattiverie che la sua bocca aveva appena fatto uscire – "voglio presentarti mia figlia, non mi serve diventare la mamma di Edoardo per essere madre, lo sono già diventata otto anni fa".
Agitai la mano sorridendo per attirare l'attenzione di Sara e invitarla ad avvicinarsi a me mentre Mauro a quest'affermazione mi guardò stupito. Non era uno sciocco, due calcoli li sapeva fare e il dubbio subito invase la sua mente ma, non volendo accettare subito la verità, che era palesemente davanti ai suoi occhi, rincarò la dose di cattiveria che ultimamente contraddistingueva il suo modo di essere dicendo: "Non hai perso tempo vedo, appena ci siamo lasciati hai trovato subito come rimpiazzarmi e farti mettere incinta!"
Sara arrivò correndo e subito mi abbracciò felice, tanto che non risposi nemmeno alla provocazione di Mauro.
"Ciao mamma, finalmente sei tornata"! "Dove sei stata?" – mi chiese Sara senza nemmeno prendere fiato.
"Sono stata nella missione vicina ad aiutare una persona che aveva bisogno di me" – le dissi spostandole dolcemente una ciocca di capelli che le cadeva ribelle davanti agli occhi.
"Ora è qui e vorrei presentartela" – le dissi indicandole Mauro.
"Mauro ti presento Sara, Sara ti presento Mauro" – dissi, come se mi trovassi davanti a due adulti.
Mauro guardò Sara negli occhi prima di stringerle formalmente la mano e improvvisamente i suoi si riempirono di lacrime. S'inginocchiò per essere alla sua altezza e le disse: "Ciao Sara, è un piacere conoscerti, la tua mamma solo ora mi ha parlato di te."

STAI LEGGENDO
Una nuova alba
Chick-LitUna storia d'amore e d'amicizia destinata a trovare tanti ostacoli