Intanto a Gatunga ...
Deborah
Ero da poco arrivata a destinazione quando Padre Carl, accortosi della mia presenza non richiesta, mi chiese che cosa ci facessi lì.
Collaboravo anche con la loro comunità, lontana una ventina di chilometri da quella in cui vivevo ormai da anni, ma ero solita recarmi al villaggio soltanto a richiesta, e questa volta non l'avevo avuta ma il loro complesso era tecnologicamente più avanzato del mio ed io avevo bisogno di fare delle ricerche.
Raccontai a Padre Carl una mezza verità, dissi di dover fare delle ricerche su internet e che da noi non era possibile a causa di un problema di connessione. Non proferì parola ma sono certa che capì che non gliela stavo raccontando giusta!
Entrai in ufficio e digitata la password, cominciai la mia ricerca. Provai a cercare incidenti stradali degli ultimi mesi in cui fossero state coinvolte giovani donne al volante in zona centro - Italia. Purtroppo Mauro era stato molto vago sull'incidente e quindi non potevo sapere dove era accaduto. Peccato che nessun giornale locale né regionale riportasse una notizia in cui Susanna avesse perso la vita recentemente e già ciò mi sembrò parecchio strano, il suo ristorante ormai era molto conosciuto e apprezzato anche nelle regioni vicine e questo silenzio sulla sua dipartita non mi convinceva proprio.
Digitai allora semplicemente "Tenente Tommaso Beltrani" e trovai un sacco di articoli su di lui, ma a prima vista nulla di recente.
Gli articoli riguardavano i vecchi successi ottenuti all'inizio della sua carriera, i risultati ottenuti nelle missioni umanitarie da lui dirette, ovviamente anche svariati articoli riguardanti l'attentato in cui fu dato per disperso, molti concernenti i funerali di stato e molti altri in cui si parlava del suo miracoloso ritrovamento e del suo ritorno in patria.
Stavo per gettare la spugna, pensando che forse in parte Mauro la verità me l'avesse detta. Almeno quella riguardante Tommaso e il fatto che non si fosse più ripreso e mai uscito dalla clinica quando, la mia attenzione fu attirata da un trafiletto, apparentemente insignificante, apparso su un giornale della nostra zona. Elogiava la scelta del Tenente Tommaso Beltrani che, pur non essendo più fisicamente in grado di essere attivo sul campo, aveva comunque deciso di non lasciare l'esercito ma di continuare a prestare servizio. Aveva accettato un posto da responsabile della logistica. Avrebbe diretto da lontano le operazioni di aiuto umanitario del suo battaglione.
Seguivano i vari ringraziamenti e altri dettagli che non persi tempo a leggere. Ciò che m'interessava di più era capire quando fosse stato scritto quest'articolo e a che periodo si riferisse. Era stato scritto nei primi mesi del 2022. Come sospettavo Mauro mi aveva mentito, si era inventato tutto. Tommaso si era ripreso e non stava più in clinica come mi aveva detto e a questo punto anche la storia della scomparsa di Susanna mi sembrava poco credibile. Mauro mi stava nascondendo qualcosa ne ero certa e avrei fatto di tutto per scoprirlo. Già mia figlia era cresciuta senza un padre, avrei fatto in modo che non succedesse anche a un altro innocente. Dovevo saperne di più, conoscere altri dettagli che solo Mauro avrebbe potuto rivelarmi.
Approfittai del telefono della missione per chiamarlo. Lui era rimasto con Edoardo, dove vivevo di solito. Lo avevo lasciato in ufficio in mezzo alle scartoffie dicendogli che era il prezzo che doveva pagare per essere ospite. Lì nessuno riceveva niente per niente, la missione viveva di volontariato e di preghiera e se voleva rimanerci, avrebbe dovuto adeguarsi a entrambe le cose. Rispose immediatamente.
Gli dissi che avevo riflettuto sulle sue parole e che avevo deciso di dimenticare le minacce che mi aveva fatto. Gli proposi di incontrarci per parlare a quattrocchi e raggiungere un punto d'incontro. In fondo eravamo stati sposati, tra di noi c'era ancora del rispetto reciproco e quindi non ritenevo giusto farci la guerra, soprattutto quando a pagare sarebbero stati degli innocenti.
Accettò di buon grado l'invito, convinto che io agissi per l'amore che ancora provavo per lui. Povero ingenuo! Era vero, in un certo senso lo amavo ancora e lo avrei fatto per sempre, era pur sempre il padre di mia figlia e questo non sarebbe mai cambiato ma, questa volta, il sentimento che mi spingeva verso di lui era un altro. Era il desiderio di conoscere la verità, lo dovevo a quel bimbo che spacciava per suo e lo dovevo a sua figlia che non sapeva di avere.
L'avrebbe conosciuta solo nel momento in cui avesse ammesso le proprie colpe.
Tommaso
Susanna sorridendo mi accompagnò fino al tavolo apparecchiato in terrazza.
Provai a chiederle cosa fosse successo e come mai fosse a casa e non al ristorante, ma mi disse di non fare domande perché a breve avrei capito tutto.
Un velo di tristezza continuava a velare il suo viso ma in mezzo alla tristezza riuscivo a cogliere dei guizzi di felicità. Avevamo la certezza che Edoardo stesse bene e fosse con Mauro, ma questo non ci bastava. Volevamo riaverlo con noi, il suo posto era con la sua famiglia e non avrei mai perdonato Mauro per quel che ci aveva fatto.
Susanna servì una cena sublime, deliziosi manicaretti che soltanto lei sapeva fare. Parlammo del più e del meno facendo entrambi molta attenzione a non toccare argomenti che ci potessero far soffrire, poi arrivò il momento del dolce.
Sorprendentemente, visto il livello della cena, mi servì un pancake ... Rivisitato e adagiato in un modo diverso dal solito ma sempre di un pancake si trattava, pensai .... Poi ricordai la nostra gioventù, le nostre scorribande pomeridiane, le nostre merende, quando lei mi cucinava i pancake e allora capii che quel dolce aveva un significato particolare per noi, seppur nella sua semplicità.
Era, come avevo detto, rivisitato, delicatamente arrotolato su se stesso, ornato da deliziosi disegni fatti con la confettura di lampone.
Purtroppo il suo destino era di essere mangiato e quindi impugnai coltello e forchetta per tagliarlo ma l'azione diventò impossibile. Il contenuto del pancake non si lasciava affettare. Srotolai quindi quella meravigliosa creazione culinaria che lasciò così scoperto ciò che gli impediva di essere tagliato: un piccolo succhietto per neonati ....
Guardai Susanna, che con gli occhi pieni di lacrime riuscì soltanto a dire: "Sì, hai capito benissimo, diventeremo genitori un'altra volta".
Ero così emozionato che non seppi cosa dire, le parole non mi uscivano dalla bocca. La strinsi tra le mie braccia e la baciai profondamente, le parole non servivano.
Il resto dell'entusiasmo lo dimostrammo più tardi in camera. Da quando Edoardo ci era stato strappato nemmeno più il donarci uno all'altro ci consolava. Il nostro cuore era altrove, così come la nostra mente e nemmeno il fare l'amore ci era d'aiuto. Quella notte ci riuscimmo, mettemmo per un attimo il nostro dolore da una parte e ci amammo perdutamente, come non succedeva da tanto tempo.
Questa nuova vita mi sembrò un altro segnale di rivincita. D'ora inavanti tutto sarebbe migliorato, presto saremmo tornati a essere la famigliache tanto avevamo sognato.
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Una nuova alba
ChickLitUna storia d'amore e d'amicizia destinata a trovare tanti ostacoli