Capitolo 6

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Penny POV
Era passato un giorno dalla discussione con Percy. Nessuno era passato a trovarmi tranne Will per fare qualche controllo di routine. Quando passava ne approfittavo per fare due chiacchiere. Anche se in poco tempo eravamo diventati molto amici. La mattina seguente, mentre stavo mangiando del bacon e delle uova, entrò nella stanza il figlio di Apollo:
W- ti sei ripresa presto oggi puoi già uscire! Mi raccomando non fare cose troppo pericolose.- 
Lo guardai un po' preoccupata. Potevo andare ma dove sarei andata?
Lui sembro capire la mia preoccupazione prese dei vestiti una maglietta arancione, era uguale alla sua a quella di Percy, un pantaloncino e delle scarpe da ginnastica.
W- tranquilla Penny rimarrai qui non ti butteremo fuori. Tra un po' credo che verrà a parlarti qualcuno...- poi fece un sorrisetto, mi consegnò i vestiti e se ne andò.
Corsi a fare una doccia, che bello da quanto tempo non ne facevo una! Poi inizia a vestirmi. la maglietta era un po' lunga perciò faci un nodo in modo tale che non mi coprisse il pantaloncino. Poi infilai le scarpe, devo dire molto comode, mi misi il mio bracciale e raccolsi i capelli in una coda alta, così non sarei morta di caldo. Mentre mi preparavo pensavo a chi si potesse riferire  Will, dubito che Percy voleva vedermi, l'ultima volta che ci eravamo incontrati non era andata molto bene. Stavo per uscire dalla stanza quando un rumore di zoccoli ruppe il silenzio.
C- credo che questo sia tuo- un uomo/cavallo era entrato nella sala. Mi sembra che si chiamassero centauri gli esseri metà uomini metà cavalli. L'uomo aveva i capelli e gli occhi castani e un bianco manto, quasi perlato. In mano teneva un arma, che dall'altra parte della stanza non riuscivo a vedere, ma intuii che si trattasse del mio pugnale, perché oltre al bracciale era l'unico oggetto che avevo quando ero arrivata al campo.
Pe- suppongo di sì - mi avvicinai per prenderlo.
C- sono Chirone, il direttore delle attività del campo- si presentò mentre mi veniva in contro -Questa è un'arma molto potente lo sa signorina?- non capivo era un semplice pugnale in bronzo, lo avevo trovato sulla spiaggia qualche giorno prima della mia fuga e diciamo che era stato un colpo divino di fortuna.
C- questo pugnale è fatto con il bronzo celeste, può uccidere un semidio, ma cosa più importante uccide i mostri e per questo è un bene che lo avessi. Ti consiglio, però, di stare molto attenta a come lo utilizzi- mi ridiede il pugnale e io lo infilai nella cinta che aveva un apposita tasca per le armi.
Pe- Bronzo celeste ?!- non avevo la minima idea che quel pugnale potesse essere così pericoloso. - non credo che un arma così potente si possa trovare abbandonata su una spiaggia di un isola deserta da un giorno all'altro- dissi ridacchiando. Il centauro sorrise. Poi ritirò fuori il pugnale e mi fece noterà che sull'elsa c'era inciso un tridente. Non ero stupida, capii subito chi mi aveva dato quel pugnale, e anche Chirone capì che avevo trovato la risposta. Era stato mio padre, Poseidone. Ma perché adesso? Perché dopo sedici anni mi aveva voluto aiutare e prima nemmeno mi aveva calcolata?
C- sai  Penny, assomigli molto a tuo padre, come tuo fratello Percy, ma sei più sveglia di lui, questo credo sia una caratteristica di tua madre- il mio sguardo si illuminò, per la prima volta mi avevano paragonato a mia madre e Chirone era la prima persona che mi aveva creduto, senza mettere in dubbio che fossi la sorella di Percy.
C - mi raccomando non dire a Percy che ho detto che sei più sveglia tu!- mi fece l'occhiolino.
Pe-  Non credo che avrò mai l'occasione di dirglielo. Penso che mi odi anche se non mi ha mai parlato.- gli occhi mi iniziarono a bruciare. Come se ci fosse un fuoco dentro, anche se era strano pensarlo poiché guardando i miei occhi la prima cosa a cui pensavi era l'oceano. Ero infuriata con Percy. Non mi aveva neanche scambiato una parola, un saluto, e già pensava che ero una bugiarda. Non mi conosceva, non poteva permettersi di giudicarmi!
C- credo che sia il momento di uscire da questo posto- disse guardandosi intorno. - ti farò fare un breve giro del campo e poi ti condurrò alla capanna di Poseidone-
Pe- LA CAPANNA DI POSEIDONE!!- non so se ero più sconvolta o più felice. Chirone sembrò notare le mie emozioni e iniziò a ridere. Saltellavo su e giù per la gioia metre ci dirigevamo verso l'uscita dall'infermeria per visitare il campo. Appena varcai la porta vidi il sole alto nel cielo che mi riscaldò il corpo. Istintivamente alzai lo sguardo al cielo come per far sì che il sole mi baciasse. Iniziai a girare su me stessa con le braccia aperte. La mia mente si svuotò per qualche secondo, non sentivo più nulla, rabbia, paura, stanchezza. Ero solo LIBERA. Non si capisce a pieno cosa sia la libertà finché non ti trovi in condizione di provarla. Inizia a correre nel parto verde. I miei polmoni si riempivano di aria pulita, e non più di odore di disinfettante o di medicine. Una brezza leggera mi scompiglio un po' la coda facendo fuoriuscite qualche capello che si posò sul viso. Un dolce odore di fragole mi avvolse completamente mentre gli uccellini cinguettavano sugli alberi. La mia attenzione fu richiamata dalla voce di Chirone che diceva:
C- vieni cara seguimi-
Mi era passato per la mente che in quella capanna ci sarebbe stato pure Percy, ma ero troppo felice, in qual momento era l'ultima delle mie preoccupazioni, mi sentivo finalmente ME STESSA!
Dopo venti minuti buoni smisi di saltare, correre e roteare, ansimavo per lo sforzo, perciò mi fermai, Chirone era  sempre accanto a me.
Pe- credi molto in ciò che ho detto. Cioè nessuno ha la prova che io sia effettivamente la figlia di Poseidone e non una...- abbassai un po' il tono della voce per non farlo sentire, perché avevo paura che se avesse sentito quella parola avrebbe cambiato idea -.. bugiarda come dice Percy-
Chirone mi guardò. Era titubante, non sapeva se parlare o se ignorare quello che avevo detto e continuare a mostrarmi il campo. Sperai vivamente che scegliesse la seconda perché sicuramente aveva cambiato idea e mi voleva cacciare.
Poi parlò.
C- Oh Penny. Ho molta fiducia in te ma...-
Ecco aveva cambiato idea. Lo sapevo dovevo stare zitta. Ora mi avrebbe cacciato, sarei diventata una povera ragazza che vagava per le strade senza un soldo o un tetto. Non avrei mai più fatto pace con Percy e sarei rimasta sola per sempre!
Pe- no ti prego non cacciarmi!- dissi quella frase tutto d'un fiato senza nemmeno pensarci. Mi inginocchiai con le mani congiunte. Lui scoppio a ridere.
C- che sciocchezza stai dicendo non ti potrei mai cacciare. Poseidone mi ucciderebbe- inclinai la testa e lo guardai storto. Si preoccupava che mio padre lo avrebbe ucciso. Mio padre quello che per sedici anni mi aveva abbandonata su un isola? Poi tornò serio e riprese il discorso che aveva iniziato prima
C- come dicevo ho molta fiducia in te ma so per certo che tu sei la figlia di Poseidone-
Pe- COMEEEE !! - ora vi chiederete perché stai reagendo così se già sapevi questa notizia. Bhe è semplice ero sicura al 99% ma c'era sempre quell' 1% di probabilità che ciò che credevo non fosse vero.
C- sedici anni fa si seppe la notizia che una bambina molto potente era stata rapita. Nessuno sapeva di chi fosse figlia, se era potente di sicuro era la discendente di uno dei tre pezzi grossi, ma nessuno dei tre smentì o confermò la notizia. Quindi nessuno diede troppo peso a ciò che si diceva. Sai sull'Olimpo ci sono sempre molte fake-news.- feci un sorriso in risposta.
C- poi qualche anno dopo mi arrivò un messaggio, lo aveva inviato Poseidone, chiedeva se un eroe potesse compiere una missione speciale per lui. Doveva recarsi su un isola in mezzo al Mediterraneo e affrontare un pericoloso mostro. La lettera finiva con una frase "gli eroi saranno ben ricompensati". Poi in piccolo c'era scritto "è per una bambina importante"-  mi si inumidirono gli occhi. Allora aveva provato a salvarmi! Ci aveva tentato!
C- dato che non si rifiuta l'offerta di un dio
Scelsi uno dei miei migliori allievi di quel tempo per mandarlo in questa pericolosa missione. Ma quando gli feci consultare l'oracolo egli disse che non c'era bisogno di salvare la potente bambina perché prima del suo diciottesimo compleanno si sarebbe salvata da sola.- poi mi guardò io ero molto confusa, quella faccenda sembrava tutta una storia di fantasia. Già il fatto che ero stata rapita quando avevo solo un anno era una cosa molto strana. Che mio padre fosse Poseidone era una cosa molto strana. Ma ormai mi ero abituata all'idea che la mia vita fosse un libro d'azione, la mia unica speranza é che ci sia un lieto fine.
Pe- io ho diciassette anni..ne faccio 18 tra poco, il 30 giugno... tra una settimana- poi lo guardai e lui annui.
Quindi tutta quella storia era vera. Scoppiai a piangere. I miei occhi sembravano le cascate del Niagara. Non so per quale motivo ma l'unica cosa che volevo fare era piangere. Dopo qualche minuto mi asciugai le lacrime. Chirone riprese a camminare verso le capanne e io accanto a lui. In silenzio. Un silenzio un po' imbarazzante.
Pe- avevo un anno, a dire il vero era il mio compleanno quel giorno. Mamma ci aveva promesso di portarci al mare. Il sole era alto, splendeva più che mai e mi riscaldava. Indossavo un costumino azzurro, i miei capelli  erano raccolto in due piccoli codini. Mamma mi aveva appena messo la crema e i braccioli rosa e stavo correndo verso il mare, Percy era ancora sotto l'ombrellone, doveva ancora finirsi di mettere la crema. A quel tempo aveva ancora due anni perché il suo compleanno è il 18 agosto, e anche se ci passiamo due anni, per pochi giorni posso dire di essere solo un anno più piccola- ridacchiai e lo fece anche lui- entrai in acqua, ero la bambina più felice del mondo, non potevo chiedere altro se non il mio papà, ma suppongo che la mamma ci portasse sempre al mare a festeggiare i nostri compleanni per far sì che partecipasse anche lui, in qualche modo... Dopo un po' che stavo nuotando tranquilla il cielo si oscurò è un onda si alzò dietro di me. Mi girai a guardare Percy e la mamma che mi stavano raggiungendo in acqua, i loro volti divennero sempre più preoccupati, vennero colpiti da qualcosa e caddero a terra. Io iniziai a piangere e a urlare, poi qualcosa di viscido mi prese la vita e mi portò giù nelle profondità del mare. Quando mi svegliai mi ritrovai su un isola, ero legata a una roccia ed ero completamente sola, o almeno così pensavo. Sicuramente c'era qualcuno ma non si è mai fatto vedere. Certe volte mi slegava altre volte, quando cercano di scappare mi incatenava e iniziava a picchiarmi- ricominciai a piangere. Tra i singhiozzi continuai la mi storia -Gli unici giorni di sollievo erano i giorni del mio compleanno quando ricevevo foto di Percy e della mamma. Non so come arrivassero li ma erano la mia unica speranza è ciò che mi teneva in vita- inizia a giocare nervosamente con il bracciale. Chirone lo fissava incuriosito.
Pe- a questo... è l'unica cosa che mi rimase quando venni portata via, era il regalo per il mio primo compleanno-
Ci guardammo, i miei occhi erano spenti, non avevano più la vivacità di quando ero uscita dall' infermeria e avevo iniziato a saltare. Era evidente che non mi piacesse raccontare la mia storia, ma sapevo che a Chirone la dovevo dire.
C- ne hai passate tante, tra te e tuo fratello non so chi abbia vinto- disse ridacchiando. Anche io accennai un sorriso anche se ero ancora immersa a ripensare a ciò che avevo passato.
Ormai eravamo arrivati davanti alla capanna di Poseidone. Le capanne erano disposte a U erano molte, ne contai circa 9 ma ve ne stavano sicuramente di più. Quella di Poseidone era la terza. Prima c'è ne erano altre due. Erano molto lussuose e sembravano disabitate. Nelle altre invece sì vedevano ragazzi che entravano e uscivano in continuazione soprattutto nella sesta, o quinta non ricordo bene. La capanna non era chissà quanto particolare ma la trovavo molto accogliente e nel mio stile. Le pareti erano di pietra grigia e in alto, sopra l'entrata c'era un tridente, il simbolo di Poseidone. Mentre continuavano a chiacchierare Chirone bussò alla porta. Una voce familiare disse - avanti-. Aprii le porte. Disteso sul letto c'era Percy.
C- Ciao Percy- disse Chirone con un tono amichevole. Lui alzò la testa per salutare il centauro. Ero un po' in ansia per la sua reazione. Sperai che l'arrabbiatura dell'altra mattine gli fosse passata. Ma mi sbagliavo.
P- CHE DIAVOLO CI FA LEI QUI-
I miei occhi divennero lucidi non sapevo che fare o che dire. Fortunatamente intervenne Chirone.
C- lei è qui perché questa è la sua capanna- disse con un tono molto tranquillo. Percy sgranò gli occhi.
P- di sicuro c'è uno sbaglio perché non mi ricordo che mio padre avesse riconosciuto questa BUGIARDA- inizia a piangere, lui non mi guardava nemmeno, mi ignorava completamente, era come se no ci fossi.
Chirone aveva un volto deluso, credo che non si aspettasse che Percy reagisse così. Io si me lo aspettavo eccome. Poi si giro e mi guardò.
P- CHE CI FAI ANCORA QUI NON SO CHI TU SIA MA SICURAMENTE NON SEI MIA SORELLA-
Le lacrime iniziarono a scendere più copiosamente. Mi girai di scatto e inizia a correre via.
C- Penny aspetta...-
P- brava VATTENE!-


✨Angolo autrice✨
SIETE CURIOSI DI SAPERE CHI HA RAPITO PENNY. Io in verità sarei più curiosa di sapere quando Penny e Percy si parleranno.
DICIAMO CHE SARÀ UNO SCONTRO MOLTO MOVIMENTATO.

Penny: la sorella perduta - fan fiction su Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora