capitolo 18

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Penny pov

Pe- Va bene allora prendete tutte le armi che potete, avvisate chi dovete avvisare e partiamo il prima possibile-

Non c'era tempo da perdere, Logan non sarebbe sopravvissuto su quell'isola neanche se era uno dei più forti semidei dell'ultimo secolo.

A- Penny anche io vorrei andare subito a cercarlo ma senza aver pianificato nulla non andremo lontano-

P- Annabeth ha ragione, questi mostri sono molto pericolosi, non possiamo affrontarli alla ceca-

Pe- Posso capire tutte le vostre preoccupazioni ma in questo caso non c'è tempo da perdere, abbiamo i minuti conta-

J- perché questo pensi, anche se Logan è arrivato da pochi mesi è molto forte, mi sono allenato con lui qualche volta, se la sa cavare bene-

Tutti mi dovrebbe sapere fissando, volevano spiegare, volevanono il perché di questa mia reazione. Era tanto difficile per loro credermi sulla parola? Se fosse stato necessario avrei dovuto raccontare il motivo della mia necessità, ma per il momento l'unica cosa che potevo fare era cercare di convincerli.

H- Penny, se sai qualcosa cre4do che sia giunto il momento di dircela, c'è la vita di un ragazzo in ballo-

Pe-LO SO! Ma io non ci riesco.... Per favore ascoltatemi DOBBIAMO MUOVERCI SUBITO! -

Po- Penny ha ragione ragazzi-

L- per tutti gli dèi Poseidone? -

Dalle onde si innalzò una figura di un uomo robusto che indossava una camicia hawaiana verde con dei fiori rosa e dei bermuda beige. Aveva i capelli scompigliati e corv8ini, con solo alcune ciocche, due grandi occhi verdi e una barba non molto folta gli contornava le labbra piccole e rosee. Il viso, anche se ancora molto bello e con un fascino incredibile, presentava qualche ruga, soprattutto quando l'uomo mostrava il suo perfetto sorriso.

P- Papà?!-

Pe- aspettate tutti... PAPÀ? - in quel momento realizzai chi avevo davanti agli occhi, non finalmente un uomo che sembrava uscito da un film sulle Hawaii, ma Poseidone, il dio dei mari... mio Padre...

Po- Ciao Penelope e da molto tempo che non ci vediamo- a sentire questa frase una risatina isterica uscì dalle mie labbra.

Pe- Da molto tempo.... Da molto tempo... MI VUOI PRENDERE IN GIRO O COSA? - domandai stizzita -Non ho mai conosciuto mio, per quel misero anno della mia vita e poi, non potevo essere solo ola bambina abbandonata da suo padre ancora prima che nascesse, NO... sarebbe stato troppo semplice... dovevo anche essere rapita e fatta prigioniera per diciassette anni... DICIASETTE ANNI, intanto che tu vivevi la tua bella vita da dio dei mari alla tua corte suprema in mezzo ai pesci. E INVECE IO- dissi avvicinandomi e puntandogli un dito contro 

– IO ero rinchiusa in un cazzo di devo e piangevo tutte le sere sperando che qualcuno mi viene ad aiutare. Poi dopo diciassette fottut8isisim anni ti sei per caso detto " o ma io ho figlia una che è stata rapita diamole un pugnale così può salvarsi da sola"- urlai esasperata, con le lacrime agli occhi mentre lo trucidavo con lo sguardo 

– Ho fatto sempre tutto DA SOLA quindi non ti aspettare che ti accogliessi con un abbraccio e la tazza con scirro " il miglior papà del mondo" perché voglio confidarti non sei nemmeno classificabile come padre!- e detto questo me ne andai, lasciando tutti li sulla spiaggia. Mi aveva fissato per tutto il mio discorso, senza dire una parola. 

Guardavano prima me e poi lui. Io invece non facevo altro che incenerirlo con lo sguardo, cercavo di fargli capire tutta la sofferenza che avevo passato in quegli anni, negli anni in cui lui non mi aveva minimamente considerato. Solo un momento ho distolto lo sguardo e ho avuto quello di mio fratello che sembravano dalle mie parole e anche se sarei voluta andare da lui a consolarlo in quel momento bisogno di starmene un po' per i fatti miei, sena familiari intorno.

Penny: la sorella perduta - fan fiction su Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora