Capitolo 3

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Percy POV
Will si precipitò subito ad aiutare la ragazza. Era distesa a terra, le gambe un poco ripiegate e le braccia stese in avanti, la testa era poggiata di lato, aveva preso una bella botta e per poco non colpiva un sasso. Non era tanto alta aveva dei lunghi capelli neri che sembravano spaghetti, erano completamente bagnati, di acqua marina, riuscivo a sentire l'odore di salsedine, come se fosse uscita da poco dall'acqua, sporchi e spettinati. Indossava un pantaloncino e una maglietta, quasi completamente stracciati, anche questi erano bagnati e ricoperti di alghe, sabbia e sangue. La maglietta in particolare da uno splendete giallo era diventata completamente rossa, la ragazza infatti aveva una grave ferita all'addome, sembrava che l'avessero pugnalata, più di una volta. La pelle abbronzata era piena di lividi e tagli, soprattutto in corrispondenza dei polsi e delle caviglie, come se fosse stata legata, e ne aveva anche altri su tutto il corpo si poteva chiaramente capire che aveva affrontato una lotta e diciamo che non ne era uscita molto bene. Non aveva nessun oggetto con se tranne per due cose: un braccialetto con vari ciondoli: un delfino, un tridente, una P e due brillantini uno verde e uno azzurro. Devo dire che vedendo quel bracciale mi passò un brivido sulla schiena, sembrava che fosse una mia fan sfegatata era veramente inquietante. E poi in mano teneva un pugnale, aveva la lama argentata e l'impugnatura sembravano due alghe che si intrecciavano. Nell'altra mano poi teneva un foglio di carta, anche questo lercio è quasi completamente stralciato sopra c'era scritto " Percy per favore aiutami". Non sapevo perché ma qualcosa nella mia testa iniziò a dirmi che quella ragazza avrebbe cambiato la mia vita. Mentre gli altri capivano cosa fare con quella misteriosa ragazza io ero rimasto in piedi difronte a lei, mille domande ed emozioni mi frullavano in mente " Chi è questa ragazza? Cosa vuole da me ? Un altra missione? Sarà un'amica o no? Possiamo fidarci? " i miei pensieri furono interrotti da una mano fredda che si poso sul mio braccio.
A- Percy sai chi sia questa ragazza?-
La guardai con uno sguardo perso, allora lei mi accarezzò la guancia, per tranquillizzarmi
P- non l'ho mai vista prima d'ora, ma qualcosa mi dice che possiamo fidarci-
Mi avvicinai a Will per sapere le condizioni in cui si trovava.
W- ha delle brutte ferite e inoltre smembra disidrata e stanca morta, come se avesse camminato nel deserto per molti giorni- Leo lo interruppe:
L- dubito che abbia attraversato il deserto è bagnata fradicia- effettivamente aveva ragione e poi c'era anche il forte odore di salsedine e di qualcos'altro... uno po più disgustoso... PESCE MARCIO, non so se gli altri lo avevano notato ma penso proprio di sì perché era insopportabile, e se lo era per me figuratevi per gli altri.
W- ma credo che non riuscirò a fare nulla per lei senza le mie attrezzature -
H- è anche fredda come un ghiacciolo e perde molto sangue non possiamo lasciarla qui così-
Guardai Will e poi il campo, la barriera, non sapevamo se quella ragazza fosse una mezzosangue, ma qualcosa dentro di me mi diceva che sarebbe riuscita ad entrare, era una strana sensazione, mi ero sentito legato a quella ragazza appena aveva pronunciato il mio nome.
P- portiamola dentro- tutti mi guardarono con uno sguardo interrogativo:
J- Perce sai che solo i mezzosangue possono entrare-
Pi- si esatto e non sappiamo se questa ragazza lo sia-
A- In più non la conosciamo, non sappiamo chi sia o da dove venga e facendola entrare potremmo esporci a un pericolo-
Sapevo tutte queste cose, mi erano già venute in mente, ma mi fidavo del mio istinto perciò presi la ragazza in braccio e mi iniziai a dirigere verso la casa grande. Tutti cercarono di fermarmi ma sapevo quello che stavo facendo, arrivai al confine, il momento della verità, misi un piede poi l'altro e passai, mi guardai in torno, ero dentro e la ragazza era ancora tra le mie braccia poi fissai i miei amici:
P- allora che aspettate ha bisogno di cure- li incitai. Erano ancora un po' scombussolati, la ragazza era un semidio se era riuscita ad entrare, anche io ero molto confuso, ma l'unica cosa che mi importava adesso era salvarla. La portai in infermeria e Will si mise all'opera. Dopo due ore finalmente uscì e ci avvertì che la ragazza era sana e salva ma che non sapeva quando si sarebbe svegliata. Chirone allora ci invitò a tornare alle nostre capanne, saremmo potuti ripassare la mattina successiva per vedere le sue condizioni e se si era svegliata. Tutti concordarono ma io decisi di rimanere e passare la notte li con lei.
A- sei sicuro che non vuoi che rimanga pure io?- le diedi un bacio sulle labbra
P- tranquilla ragazza saggia me la caverò anche senza di te- le dissi con uno dei miei soliti sorrisetti.
A- certo, è che non mi preoccupo di te, ma della tua "fan numero uno"- nei suoi occhi intravidi un pizzico di gelosia, e nel suo tono percepii un piccolo tono di fastidio: ERA GELOSA, era gelosa di una ragazza che nemmeno conoscevo. A quanto la amavo. La guardai e mi misi a ridere, lei mise un piccolo broncio e incrocio le braccia al petto. Sembrava una bambina quando faceva così.
P- tranquilla ragazza saggia sei sempre tu la mia fan numero uno- le accarezzai i cappelli e le diedi un tenero bacio. Detto questo se ne andarono, rimasi solo, la ragazza stesa su un letto aveva molte bende ed era collegata a vari macchinari, sembrava dormire tranquilla, aveva ancora la pelle e i capelli sporchi, ma il suo volto era rilassato come se non fosse successo nulla. Presi una coperta e mi misi nel letto più vicino al suo. Fissavo il soffitto, quella giornata era stata piena di emozioni e non sapevo cosa aspettarmi dal giorno successivo. Man mano le mie palpebre si fecero più pesanti, chiusi gli occhi e mi addormentai.

Penny: la sorella perduta - fan fiction su Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora