Capitolo 12

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Penny POV
Mancavano ormai due giorni alla fine di giugno. Le giornate al campo erano tutte tranquille e mi ero ambientata bene. Dopo la colazione andavo ad allenarmi con Annabeth e Piper che mi insegnavano vari trucchetti per utilizzare meglio il mio pugnale. Poi pranzavo insieme agli altri al tavolo dei sette. Mi sedevo dove capitava tanto ormai avevo stretto un buon rapporto con tutti, ma cercavo di stare il più possibile vicino a Percy per cercare di conoscerlo ancora meglio, e diciamo che la mia strategia stava funzionando. Dopo pranzo passavo un po' di tempo in spiaggia. Qualche volta mi raggiungeva anche qualcun altro e passeggiavamo sulla sabbia bollente chiacchierando. A volte invece c'eravamo solo io e Percy e allora andavamo a fare una gara di nuoto in vero stile figli di Poseidone. Lui era molto più allenato di me, ma ho vinto 2 volte su 5, siamo praticamente pari, no?! Prima di cena passavo un po' di tempo nella capanna a sistemare il disastro di quella che dovrebbe essere la nostra casa oppure andavo in infermeria a fare due chiacchiere con Will. Era praticamente diventato il mio migliore amico, lui era stato il primo ad accogliermi e a prendersi cura di me e per questo gliene ero grata.
Così trascorrevano le mie giornate da quando ero arrivata e da quando Poseidone mi aveva riconosciuto. Oltre al gruppo di Percy e Annabeth avevo conosciuto altri ragazzi nel campo. Gli Stoll, alcuni figli di Apollo che stavano in infermeria quando passavo a trovare Will, Clarisse e i figli di Ares, e non capivo perché ce l'avessero tanto con Percy, e anche qualche figlio di Atena e Afrodite che vedevo quando andavo a trovare Piper e Annabeth nelle loro capanne.
Era il 28 giugno, l'aria era calda ma tirava un leggero venticello. Il sole era basso, ma illuminava ancora il cielo che era dipinto di rosa e arancio con quel che nuvoletta bianca. Mi trovavo sdraiata sul mio letto nella capanna 3. Stavo aspettando il mio turno nella doccia che Percy utilizzava da due ore e mezza. Capisco quanto gli piaccia stare in acqua ma adesso esagerava!
Pe- PERCY TI MUOVI TRA UN PO' È PRONTA LA CENA!- mentii spudoratamente poiché alla cena mancavano ancora 4 ore ma se continuava così non averi più avuto acqua per lavarmi.
Dopo pochi minuti fortunatamente uscì e liberò il bagno. Inizia a prendere ciò che mi sarebbe servito per lavarmi mentre lui, con un asciugamano intorno alla vita, si strofinava i capelli per togliere l'acqua. Stavo per entrare in bagno quando squillò un telefono. Era quello di Percy, si trovava sul mobile sopra al lavandino e lui sembrava non averlo sentito quindi decisi di avvisarlo e poi passargli il cellulare.
Pe- percy ti squilla il telefono, rispondo ? -
Mi avvicina al cellulare per prenderlo lui si girò di scatto e corse verso di me.
P- LASCIALO!- mi tirò l'apparecchio via dalla mano non calcolando per nulla il mio sguardo stupito dalla sua reazione.
Pe- ok io vado a lavarmi..-
Non sembro ascoltare ciò che dicevo prese il cellulare e rispose alla chiamata. Sentii solo un "ciao mamma" prima che aprissi l'acqua per lavarmi.
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Percy POV

P- LASCIALO!- non mi ero accorto di Penny che stava per rispondere al mio telefono. Sono sicuro che non aveva cattive intenzioni, ma se avesse risposto a quella chiamata io mi sarei potuto sotterrare. Sapevo chi mi stava chiamando, era mia madre, o meglio dire nostra madre. Solitamente chiamava sempre a quell'ora e io puntualmente non ero nella cabina. Andavo a parlare con lei vicino al campo di fragole in modo tale che Penny non potesse sentire la conversazione, non perché mi desse fastidio che la sentisse, ma perché non avrei saputo come comportarmi con lei dopo. Annabeth mi aveva detto che dovevo spiegare a mia madre di Penny, ma io non avevo la minima idea di come dirglielo, non potevo iniziare la conversazione con "hey mamma sai è tornata la mia sorella perduta che è tua figlia!"
Sapevo che mia madre aveva capito che c'era qualche problema, perché nelle ultime telefonate ero sempre stato freddo e molto evasivo, cercavo di capire come poterle comunicare quella notizia, ma ogni volta finivo la telefonata senza dirle nulla.
Pe- ok io vado a lavarmi...-
Appena chiuse la porta del bagno risposi alla telefonata. Sentii l'acqua della doccia scorre, così non mi preoccupai e rimasi steso sul letto a parlare con mia madre.
P- ciao mamma -
S- Percy che bello sentirti! Come va? Sei stanco ? Stai mangiando? Vi allenate molto? -
Sempre la solita mamma che si preoccupava per tutto.
P- sto bene mamma. Sto dormendo normalmente, senza tanti incubi come al solito. Sto mangiando, ma credo che di questo non ti devi preoccupare io mangio sempre!- sentii una risata in risposta, adoravo quando la mia mamma rideva.
P- e si ci alleniamo molto ma come facciamo sempre. In più passo molto tempo con i miei amici e questo mi rende felice-
S- sono contenta che tu sia finalmente felice Percy- lo disse con una voce malinconica, quasi avesse un rimpianto di qualcosa, avevamo affrontato molte difficoltà ma credevo che adesso anche lei fosse felice, con Paul e la piccola Estelle, perché dalla sua voce invece sì percepiva tristezza?
P- e voi invece come state?-
S- qui va tutto bene! Io continuo a lavorare al negozio di caramelle e Paul qualche volta passa a scuola a compilare moduli. Estelle è felice, sai qualche giorno fa siamo andati al mare si è divertita tantissimo, voleva che ci fossi anche tu. Gli manchi molto-
P- anche a me manca molto ma dille che torno presto, promesso!- l'ultima frase, beh la dissi un po' titubante. Se me ne sarei andato avrei abbandonato di nuovo Penny e non potevo farlo, ma se non avvisavo mia madre non potevo certo portarla con me.
S- Percy dimmi la verità cosa succede?- ecco mi aveva scoperto, e ora cosa le dico?
P- no mamma va... va tutto bene..-
S - Percy sono tua madre, so quando qualcosa non va bene. Hai litigato con Annabeth? -
P- COSA, NO!-
S- ah meno male. E allora cosa c'è che non va?-
P- Ecco... qualche giorno fa è arrivata una nuova ragazza al campo....-
S- ti sei innamorato di lei ?-
P- Eh no che schifo! Poi sai che io sto con Annaebth come avrei potuto!-
S- gli adolescenti sono strani ...-
P- no comunque questa ragazza... si chiama Penelope e ...-
S- No .. Penny?!- sentii dei singhiozzi provenire dall'altro capo del telefono. Io ero ancora in fase di shock. Come faceva a conoscere Penny, non ci avevano cancellato i ricordi?
P- tu.. tu ti ricordi di lei? -
S- una mamma non si scorda mai di una figlia...-
Sgranai gli occhi. Quindi lei aveva sempre saputo di Penny! E io non me ne ero mai accorto.
P- come... come è possibile.. Penny ha detto che ci avevano cancellato i ricordi... che solo Poseidone sapeva di lei!-
S- Penny sa solo una parte della storia. Quando l'hanno presa tu eri piccolo, avevi quasi due anni. Non potevo vederti triste perché avevi perso tua sorella. Così contattai Poseidone, gli chiesi aiuto e lui mi disse che aveva già iniziato a cercarla. Dopo un anno che non si seppe nulla, decisi di farti cancellare i ricordi, non potevo vederti in quello stato, dovevi avere un'infanzia felice, non potevi sopportare anche questo peso. Poseidone prese i tuoi ricordi, chiese anche a me se volevo scordarmi di Penny, ma non c'è la feci, non potevo dimenticare la mia bambina...-
P- ecco perché quando mi ha colpito l'acqua mi è tornata la memoria..-
S- ogni anno aspettavo notizie di Penny. Tuo padre mi disse che aveva trovato l'isola dove l'avevano rinchiusa, ma per le regole di Zeus, non poteva fare nulla per salvarla, avrebbe dovuto liberarsi da sola. E non sai quante lacrime ho versato per questo. Era piccola, da sola e non potevo fare nulla per salvarla...- mi iniziarono a bruciare gli occhi nel sentire mia madre piangere
P- mamma non è colpa tua...-
S- ogni 30 giugno, il giorno del suo compleanno, andavo in riva al mare, incontravo Poseidone e gli davo una nostra foto sperando che la potesse dare a Penny, così avrebbe saputo che c'erano delle persone che l'aspettavano..- prese un grosso respiro - non sai quanto sono felice che vi siete ritrovati-
P- anche io lo sono...- dissi asciugandomi le lacrime
S- sta bene?-
P- si sembra stare bene, ma ne ha passate tante-
Dal telefono sentii la voce di una bambina che chiamava la propria mamma.
S- io devo andare sto preparando i biscotti e c'è una bambina molto impaziente che ne vuole uno-
P- ahaha anche io ne voglio uno ! - dissi ancora con i singhiozzi per la storia di mia madre.
S- Percy dille che le voglio bene ...-
P- lo farò. ci sentiamo mamma.-
Detto questo attaccai la chiamata e inizia a fissare il soffitto. Finalmente avevo detto tutto.
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Penny: la sorella perduta - fan fiction su Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora