«Fammi uscire!» Urlò, alzando e abbassando la maniglia ripetutamente.
«Smettila, altrimenti...»
Tac.
«La romperai.» Tom si diede una manata in fronte. «Sei un'imbecille!»
«Tu un pervertito!» Si girò tutta indignata verso di lui e con in mano la maniglia staccata.
Come avesse fatto, non lo sapeva neanche lei.«Io sarei un pervertito?!
Mi hai messo una mano tra le gambe!»Hyacinth lo guardò in cagnesco. «Tu lo hai fatto per primo!»
«E ci saresti stata, non è così?»
«Riddle! Ritira subito quello che hai detto!»
«No.»
Quindi non avevano altra scelta che rimanere chiusi lì dentro. A meno ché, non avessero usato un incantesimo per buttare giù la porta. Ma in quel caso sarebbero stati scoperti e allora avrebbero messo in giro pettegolezzi su entrambi.
Hyacinth ci aveva già pensato e non voleva che Tom fosse preso di mira per colpa sua. Lei era una persona abbastanza realista, sapeva di non dover fantasticare troppo su di lui. Eppure, quando l'aveva baciata, aveva pensato anche solo per un momento, che tra di loro sarebbe potuto nascere qualcosa.
Si era sempre chiesta come sarebbe stato innamorarsi. Quando il pensiero di essere accanto a quella persona fa ardere l'anima di desiderio.«Stammi lontano.» Gli disse, appiattendosi alla parete.
«Tu non mi dai ordini, ragazzina.» Si inchiodò davanti a lei, senza darle speranza di scappare.
«E allora tieni le mani apposto.»
«Se non volessi?»
Gli occhi di Hyacinth si velarono di lacrime, ma si rifiutò di lasciarle andare. «Pensi che se Mulciber mi ha toccato il sedere, questo fa di me una ragazza facile?» Ci mancava solo che adesso veniva etichettata come una poco di buono.
Tom sgranò gli occhi, colto alla sprovvista.
«Parli come se ti avesse violentata, non essere ridicola.»Lei incassò il colpo e soffocò un singhiozzo. «Non aveva il diritto di mettermi le mani addosso.» Tirò su col naso. «E né tantomeno tu!»
Si lasciò scivolare lungo la parete, piegandosi sulle gambe. Nascose il viso tra le ginocchia e le lacrime furono libere di solcarle le guance.
Le parole di Tom l'avevano ferita e miravano dritto al suo orgoglio. Aveva sminuito quell'atto di violenza, come se farsi palpare senza consenso era la cosa più naturale del mondo.Lui era rimasto impassibile, fissandola dall'alto con fare altezzoso.
Tom Riddle era bravo ad incantare chi lo circondava con il suo fascino maliardo. Lo ammiravano tutti: sia i coetanei, che i superiori.
Nonostante abbia sempre sfoderato le sue armi migliori per conquistare la fiducia e il rispetto del prossimo, non gli era mai importato di legarsi emotivamente a qualcuno. Lo charme che lo avvolgeva serviva per manovrare le sue pedine, e con quel pizzico di carisma camuffava le sue reali intenzioni con estrema grazia.
Tuttavia, il suo obbiettivo era identificarsi in un'entità suprema, il cui unico scopo era il coronamento delle sue tanto amate ambizioni.
Non gli importava nemmeno di piacere così tanto alle persone; era un giovane di bell'aspetto e, consapevole di esserlo, usava quest'arma per far sì che gli altri lo amassero senza sforzarsi di ricambiare.
Ciò nonostante, seppure con questi presupposti, Tom si ritrovò ad abbassarsi per arrivare all'altezza di Hyacinth. Se in un primo momento sembrava che volesse consolarla, ciò che disse peggiorò solamente la situazione. «Smettila di fare scenate, non sei credibile neanche un pò.» Sogghignò. «Fai tanto la preziosa, ma in realtà vorresti che qualcuno ti dedicasse quel tipo di attenzioni. Non so se mi spiego...»
A dire il vero, il fatto che Tom le avesse rinfacciato che Mulciber l'aveva toccata era al quanto strano. Si era sentito come se qualcuno avesse profanato un oggetto di sua esclusiva proprietà. Però Hyacinth non era un oggetto, ma un essere umano. In quanto tale provava dei sentimenti, era molto fragile, si arrabbiava se qualcuno parlava a sproposito sul suo conto... Proprio come in quel caso.
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The Night We Met - Tom Marvolo Riddle
FanfictionDietro una persona silenziosa, molto spesso, si celano misteri e segreti inconfessabili. Hyacinth è un'orfana dalla timida presenza, si nasconde nell'indifferenza degli altri e reprime le sue sofferenze dentro di sé. Non ha alcun motivo di sperare...