18: Lontani, vicini.

200 7 6
                                    

L'espressione disgustata e offesa di Theo, quando aveva chiuso la porta ed era scappato, si impresse nella memoria di Hyacinth come un livido sulla pelle.
Non capiva quel ragazzo, proprio non ci riusciva. Prima la trattava con ostilità, poi le diceva che era innamorato di Tom, infine l'aveva baciata... Forse doveva capire meglio la sua identità. In effetti c'era stata quella volta in cui aveva cercato di far ubriacare Lucretia, con l'intento di passarsela a turno con Nott e Rosier.

«Che c'è? Vorresti lui al posto mio?» Tom la guardò accigliato, rimanendo fermo proprio dov'era. Teneva le braccia incrociate al petto con fare altezzoso.

Hyacinth alzò un sopracciglio e lasciò andare un sospiro. «Non essere ridicolo.»

«Eppure sembravi quasi dispiaciuta che ci abbia scoperti. Perché non gli corri dietro e-»

«Non m'importa un accidenti di cosa ha visto Theo!» Gemette dal dolore quando avvertì una fitta al polso rotto. «Se lo racconta in giro diventerai un emarginato proprio come me e Lucretia.»

«Uh, tragedia.» Rispose, Tom, in tono canzonatorio.
Tutto ciò che gli serviva era la fedeltà dei suoi Mangiamorte. Tutto il resto era superfluo.

«E io che mi preoccupo per te...» Borbottò, abbassando lo sguardo.

«Nessuno te lo ha chiesto.»

«Non mi serve il tuo permesso.»

«...Forse non ci siamo capiti-»

«Ti sembra così strano che qualcuno voglia starti accanto? Intendo... Non come sostenitore di qualcosa che ancora non comprendo. Nemmeno per paura di farsi male.» Esibì il polso rotto. «Come vedi, nemmeno questo mi fermerà.» Gli sorrise raggiante, diffondendo un insano ottimismo.

Tom sogghignò. «Ragazzina, tutte si invaghiscono di me per il mio aspetto. Tu non sei la prima e nemmeno l'ultima.»

«La bellezza esteriore è effimera: Col tempo, anche il fiore più raro appassisce.»

Per poco lui non si strozzò con la saliva.
«Che inezia.» Sette. Il sette era il numero magico più potente. Non sarebbe mai riuscito nella sua impresa senza sporcarsi le mani. L'immortalità era ciò che bramava di più in assoluto, per ottenerla doveva proteggere il suo corpo nel caso qualcuno tentasse di aggredirlo.
Riddle veniva visto come povero ma brillante, senza genitori ma coraggioso. Un prefetto di Hogwarts. Uno studente modello. Grazie alle sue particolari doti recitative aveva ottenuto il sostegno e l'ammirazione del corpo insegnanti, del preside e dei suoi compagni. Aveva cercato di convincere tutti che la sua falsa facciata era la sua vera personalità. L'unica eccezione rimaneva Silente, che non dimenticò mai il loro primo incontro in orfanotrofio. A sua volta, Riddle si rese conto di essere stato troppo negligente a mostrargli il suo vero carattere. Tuttavia, non aveva mai provato a conquistarlo come aveva fatto con gli altri. Solo col tempo aveva imparato a temere e disprezzare Silente.
Però rimaneva la questione di Hyacinth... All'inizio era riuscito ad abbindolarla, o meglio, così pensava. Invece, lei, dopo essere venuta a conoscenza della verità, non aveva mai cercato di allontanarsi da lui.
Infatti Tom non riusciva a comprendere quella luce negli occhi di Hyacinth, ogni volta che lo guardava. Sembrava sempre che per lei fosse ciò che di più perfetto esisteva al mondo. Era un idolo, una divinità, una figura da venerare.
Le persone, prima o poi, scoprono la propria appartenenza e quella di Hyacinth era al fianco di Tom. Lei credeva nel suo amore, così intenso e viscerale, senza chiedere nulla in cambio. Ed era quella l'unica forza a spingerla a rialzarsi, cicatrice dopo cicatrice.

The Night We Met - Tom Marvolo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora