«Sei peggiorata.»
«Abbi pietà di me, amen.»
«Ti strappo il foglio, dammi qua.»
«Riddle, fermati!» Hyacinth strinse il quaderno al petto, cercando di tenerlo lontano dalle grinfie di Tom.
«Hai sbagliato, devi ricominciare da zero!» Ribatté l'altro, guardandola storto. «Tutto quel tempo, tutti i miei sacrifici sono andati sprecati, perché è inutile cercare di insegnare ad un asino come te!»
«Se io sono un asino tu sei l'intera fattoria!» Strillò, al limite dell'indignazione.
Quando Silente apparì alle spalle di Tom, Hyacinth si coprì -d'istinto- la bocca con la mano. Lui, accorgendosi del professore, trasalì. «Ho interrotto qualcosa?»
«Assolutamente no, stavo andando via.» Disse Tom, chiudendo il libro con veemenza.
«Fretta, Riddle?» Silente inclinò la testa, rivolgendosi a lui con un ampio sorriso. «Non credevo che morissi dalla voglia di cenare.» E nemmeno restare in compagnia di una persona in modo così ostinato.
Tom si girò di scatto verso l'orologio a parete: le lancette segnavano le sette passate. Per poco non sì strozzò con la saliva. Sarebbe dovuto essere in Sala Grande prima e non oltre le sette!
Era rimasto in infermeria per quasi quattro ore... D'altronde quando studiava perdeva la cognizione del tempo.Silente alzò le sopracciglia con espressione divertita. «Beh, direi che Hyacinth avrà un po' di compagnia questa sera.» La osservò arrossire. «Chiederò di far portare qualcosa anche per te, Riddle.»
Lui distolse lo sguardo e si morse l'interno guancia.
«A patto che controlli che lei mangi tutto. Ti dispiace?»
«Nessun problema.» Borbottò.
«Ottimo.» Rispose Silente in tono gioviale.
Se ne andò, lasciando i due immersi nell'imbarazzo. Non avevano fatto nulla di male, ma poco prima si erano urlati addosso come due dementi.Hyacinth rivolse a Tom uno sguardo eloquente. «Sono cambiate un po' di cose tra me e il professor Silente.
Posso raccontarti tutto, se vuoi.»Lui ricambiò il suo sguardo nella totale apatia. «Se proprio ci tieni.»
Consumarono la cena in silenzio; entrambi sentivano lo stomaco chiuso e contorcersi ad ogni boccone che mandavano giù a forza. Di positivo c'era che, il silenzio e la tranquillità che li accompagnava, era di gran lunga preferibile al clamore della Sala Grande.
Quando ebbero finito, Hyacinth cominciò il suo racconto. Non risparmiò niente. Nemmeno un dettaglio. Con entusiasmo gli spiegò chi fosse suo padre e, vedendo l'espressione incredula di Tom, capì che c'erano moltissime altre cose da sapere sul suo conto. Ciò nonostante, lei ne parlava con entusiasmo, con ingiustificata euforia.
Gli spiegò di come lo avesse incontrato in sogno grazie a Silente, del legame che lui stesso aveva con Grindelwald. Hyacinth avrebbe voluto approfondire, fare molte più domande e capire il perché il padre l'avesse abbandonata. Aveva persino l'impressione che lo avesse già conosciuto in passato, quando era ancora molto piccola. Eppure, anche se si sforzava di ricordare, nella sua mente rimaneva il vuoto. Nessun particolare, nemmeno il frammento di un ricordo più misero. Allora sia Tom, sia Hyacinth, convennero che le era stata cancellata la memoria.«Sono quasi le nove, dovresti tornare in Sala Comune.» Gli disse Hyacinth, poggiando la testa sul cuscino.
«Dillo che non hai più voglia di studiare.»
Sbuffò. «Mi scoppia la testa...»
«Hai utilizzato i pochi neuroni che hai, non ti biasimo.» Incrociò le braccia al petto, trattandola con sufficienza.
Non si sforzò nemmeno di avere un po' di garbo con una persona che si stava riprendendo da una brutta esperienza. Era proprio da lui...
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The Night We Met - Tom Marvolo Riddle
FanfictionDietro una persona silenziosa, molto spesso, si celano misteri e segreti inconfessabili. Hyacinth è un'orfana dalla timida presenza, si nasconde nell'indifferenza degli altri e reprime le sue sofferenze dentro di sé. Non ha alcun motivo di sperare...