Al suo risveglio, Hyacinth si ritrovò seduta ad un tavolo rettangolare. Era apparecchiato con una tovaglia in lino bianca, due piatti in porcellana messi uno di fronte all'altro, due bicchieri e un servizio d'argenteria.
Al centro c'era un piccolo portafiori ma era vuoto.«Quest'anatra in salsa agrodolce è un capolavoro.» Disse un uomo alle sue spalle.
Si udì lo sfrigolio della carne sulla padella e il rumore metallico degli utensili da cucina.Hyacinth teneva lo sguardo perso nel vuoto.
Poi parve ritornare in sé. «Anatra? Ma lo sai che sono vegetariana.» Rispose, senza voltarsi.
Era come se si stesse rivolgendo ad una persona che conosceva da una vita. Con la quale aveva convissuto sin dalla sua nascita.«Lo so.» Rispose, ridacchiando. «Ho preparato qualcosa di speciale solo per te.»
Sussultò quando una goccia cadde sul dorso della sua mano. Si toccò le guance, scoprendo che erano rigate da lacrime. Tirò su col naso e nascose il viso nel tovagliolo.
«Oh no, bambina mia... Cosa c'è?» Quell'uomo le si avvicinò e con estrema dolcezza la strinse tra le braccia. «Perché stai piangendo?»
Hyacinth poggiò la testa sul suo petto, sfogandosi in un pianto liberatorio.
«Shh... Va tutto bene, va tutto bene...» Le carezzò la testa, oscillando leggermente come se volesse cullarla.
«Papà...» Biascicò tra i singhiozzi. «Non voglio più stare male.»
Lentamente, Hyacinth sciolse quell'abbraccio e lo guardò con attenzione.
Lui possedeva un fascino ipnotizzante. Era un uomo che, più invecchiava, più diventava attraente.
Era l'emblema della magnificenza. Possedeva un viso scolpito ad arte, labbra sottili dalla forma particolare e occhi dotati di un'intensità unica, capaci di leggere nel profondo.
La sue spalle larghe infondevano sicurezza; una corporatura robusta, solenne, e vestiva con abiti eleganti. Il suo profumo era fresco, persistente, determinato da una leggera fragranza dolciastra.
Bastava guardarli meno di un secondo per stabilire che fossero padre e figlia.
«Non importa quanto possa essere difficile la vita, la vera prova è il modo in cui reagiamo al dolore che proviamo o che infliggiamo.» Le prese delicatamente le mani e passò i pollici su i suoi polsi, come se sapesse ogni cosa. «Perchè alcune volte sei la preda, altre il predatore.»«Ho reagito al dolore convinta di sapere cosa stessi facendo.» Strizzò gli occhi, scacciando dalla mente il ricordo spiacevole del suo suicidio. «Io sono morta un pò alla volta, giorno dopo giorno, finchè non mi sono accorta che era troppo tardi.» Poggiò i gomiti sul tavolo e iniziò a massaggiarsi le tempie, come a voler aiutare la sua mente a riordinare i pensieri ingarbugliati. «Qui è così bello, così tranquillo. Non voglio tornare indietro.»
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The Night We Met - Tom Marvolo Riddle
FanfictionDietro una persona silenziosa, molto spesso, si celano misteri e segreti inconfessabili. Hyacinth è un'orfana dalla timida presenza, si nasconde nell'indifferenza degli altri e reprime le sue sofferenze dentro di sé. Non ha alcun motivo di sperare...