16: Il Dissennatore.

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«Resterai in infermeria per questa notte... Cerca di riposare.» La voce di Silente era morbida, pacata. In un gesto affettuoso che sapeva di un padre, tirò sul corpo rannicchiato di Hyacinth le coperte.
Lei gli dava le spalle. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, le labbra serrate e un nodo in gola. Le doleva il petto, come se il suo cuore fosse costellato da migliaia di spilli. Avrebbe voluto strapparsi di dosso quella sofferenza, ma farlo significava rinunciare ad ogni sentimento positivo che aveva conosciuto. E lei non voleva tornare a non provare più niente, quando tutto quello che le restava era quel velo di apatia che la proteggeva da ogni minaccia esterna.
Silente voleva rispettare i suoi spazi, senza risultare troppo insistente. Anche se avrebbe voluto farle molte domande, si astenne. Chiuse le tende attorno al suo letto, in modo che si sentisse protetta. Nessuno l'avrebbe disturbata, nemmeno l'infermiera.

Era molto tardi quando un rumore di passi svegliarono Hyacinth. Si mise a sedere immediatamente, respirando affannosamente.
La luce argentea della luna illuminava l'infermeria e tra le tende tirate, scorse il profilo di una persona avvicinarsi furtivamente, sempre di più, a lei.
L'ansia era una bestia ululante che le faceva contorcere lo stomaco. Afferrò la bacchetta poggiata sul comodino e la tenne, con mani tremanti, puntata verso la figura misteriosa. L'ombra la raggiunse completamente e aprì le tende con un gesto secco. Hyacinth fece per urlare ma tutto ciò che le uscì fu un gemito strozzato.

«Oh, no no! Sono disarmato!»
Quei riccioli...
Quegli occhi neri...
Che ci faceva Mulciber lì?
Teneva le mani in alto come l'ostaggio di un rapinatore. «Ti ho spaventato, vero?»

Hyacinth alzò un sopracciglio, ma non posò la bacchetta

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Hyacinth alzò un sopracciglio, ma non posò la bacchetta. Come avrebbe potuto fidarsi di lui dopo tutto quello che le aveva fatto?
Non rispose. Rimase a fissarlo con attenzione, cercando di anticipare ogni sua mossa. Eppure non aveva l'aria bellicosa, sembrava più che altro... Smarrito.

«Ecco... Io...» Sbuffò, passandosi nervosamente una mano tra la nuvola di capelli corvini. «Ho davvero bisogno di parlare con qualcuno.» Scosse la testa. «In realtà...Volevo parlare con te

Per tutta risposta Hyacinth gli chiuse le tende in faccia con un colpo di bacchetta.
Non era nella sua indole negare una seconda possibilità. Si sentiva troppo in collera in quel momento, non era in sé.

Tuttavia, si sorprese quando vide la sua mano spuntare dall'apertura delle tende e porgerle una... Caramella. «Non ho altro con cui fare pace, è una caramella mou.» Dopo una breve pausa, aggiunse- «Spero non sia al gusto di vomito.»

Fu un gesto così tenero e innocente da toglierle il fiato. In un attimo si sciolse, ammorbidendo la sua espressione corrucciata e tramutarla in pura gioia.
Molto lentamente, con timidezza, Hyacinth prese la caramella e la mangiò.
Fu sollevata quando il sapore frizzantino e agrumato del limone le addolcì la bocca.
Decise di aprire le tende e le labbra di Mulciber si incruvarono in un timido sorriso. I suoi occhi brillarono di speranza.
Qualche minuto più tardi...

The Night We Met - Tom Marvolo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora