23: Benvenuti a casa Riddle.

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[Gli abitanti di Little Hangleton la chiamavano ancora Casa Riddle, anche se erano passati tanti anni da quando i Riddle ci abitavano. Si trovava sulla collina che dominava il villaggio: alcune delle finestre erano inchiodate, al tetto mancavano delle tegole e l'edera cresceva incolta sulla facciata. Un tempo Casa Riddle era stata una dimora elegante, certo l'edificio più vasto e grandioso nel raggio di chilometri, ma ora era umida, desolata e disabitata....]

Hyacinth aprì lentamente gli occhi, ma la vista era ancora appannata e non riusciva a mettere a fuoco le quattro pareti in cui era rinchiusa

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Hyacinth aprì lentamente gli occhi, ma la vista era ancora appannata e non riusciva a mettere a fuoco le quattro pareti in cui era rinchiusa. Si chiese cosa fosse successo, si sentiva ancora stordita dalla quantità di alcol che aveva ingerito. I ricordi erano confusi, ridotti a pezzi di puzzle che non riusciva a mettere insieme.
Decise di concentrarsi su un problema alla volta, ovvero dove fosse finita. Si trovava stesa su qualcosa di morbido... Sicuramente un materasso. Nessun profumo di lenzuola appena lavate, solamente odore forte di muffa e un freddo che le entrava persino nelle ossa.
Con l'agilità di un neonato si mise a sedere, scoprendo subito dopo di avere le mani legate dietro alla schiena da corde invisibili. Si guardò intorno, studiando l'ambiente circostante. Non sbagliava, si trovava su un letto king size con un copriletto nero, funereo.
Era immersa nella semioscurità. Un fascio di luce argentea filtrava attraverso una piccola apertura tra le due tende.
Tutto l'arredo era vecchio e opprimente, il parquet di legno scuro era tutto rovinato, stessa cosa valeva per i muri ingrigiti dal tempo.
Hyacinth si trovava in una splendida magione in decadenza. Così come lo era il legittimo proprietario...

Poco dopo, la porta si aprì e la figura imponente di Tom Riddle apparve sulla soglia. Era impossibile distogliere lo sguardo da lui e dalla sua bellezza sfacciata. Hyacinth rimase a bocca aperta, chiedendosi perché il diavolo dovesse avere sembianze così gradevoli.
D'altro canto, lo sguardo di Tom vagò, incuriosito, sulle forme generosamente esposte dall'abito succinto che indossava. Partì dai capezzoli che premevano contro il tessuto sottile, la parte di sotto era salita sui fianchi, esponendo le sottili gambe coperte dai reggicalze e le mutandine di pizzo nere. Quando si soffermò su quel punto, lei fremette, serrando le cosce per l'imbarazzo.

Anche la bellezza di Hyacinth aveva raggiunto dei livelli invidibiali. Il rossore naturare delle sue gote e delle labbra sottili, spiccava sulla pelle nivea. Gli occhi dalle preziose iridi fiordaliso erano truccati in modo tale da risaltarne la forma leggermente allungata, quasi dal taglio orientale.
Sembrava una bambola di porcellana, con le ciglia lunghe e la frangia ad incroniciarle il viso angelico.

Improvvisamente, un moto di rabbia lo spinse a dare voce ad un pensiero che avrebbe fatto volentieri a meno di esternare. «E tu sei uscita conciata cosi?!»

«Perché? Mi sta male?» Alzò il mento, lanciandogli uno sguardo di sfida.

Lui sbuffò una risata, scuotendo la testa. «Non otterrai niente cercando di apparire per quella che non sei.» Avanzò di poco, chiudendo la porta alle sue spalle. «Darai un'immagine di te del tutto sbagliata e attirerai persone altrettanto sbagliate.»

The Night We Met - Tom Marvolo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora