15: L'Obscurus.

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Nessuno che non abbia percepito la verità su Tom Riddle e sui suoi seguaci, o che non abbia capito chi era costui prima di diventare Lord Voldemort, e come lo è diventato, sarà mai capace di conoscere l'origine di ogni male.
Egli peccava di blasfema superbia. A sua volta induceva in tentazione le anime più vulnerabili, calamitandole verso di lui e modellando le menti come se fossero creta. Fu così che, in seguito, nacquero i Mangiamorte. Costoro cercavano conforto nel Lato Oscuro, vendicandosi di una vita che li aveva delusi. Accomunati dallo stesso dolore, accecati dall'odio.
Lo seguivano come ombre, leccapiedi alle prese con la luce accecante che emanava. Con quanta facilità fingevano falsa accondiscenza e adulazioni solo per possedere un briciolo della sua genialità. Ma mai avrebbero immaginato che la sua luce era falsa e il frutto stava marcendo.
C'era anche chi avesse imparato ad apprezzare il lato buono del male per altri motivi. Motivi che Tom faceva fatica a comprendere, oppure la questione era che non voleva comprendere. Era chi la notte se la portava dentro, chi si fosse lasciato inghiottire dalla sua oscurità trovandovi un inaspettato conforto.
Non esiste maledizione più contorta dell'amore. Hyacinth aveva lasciato che quel sentimento corrosivo s'irradiasse nel suo corpo come il più fatale dei veleni. E non c'è cura, non c'è alcun rimedio al fascino maliardo di quel re in rovina.

All'inizio lei aveva colto tutti i campanelli d'allarme. Lui profumava di proibito, ed era proprio questo ad attrarla con occhi ardenti di desiderio. Un paradosso inspiegabile, il perfetto connubio tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. E scoprire quanto sottile è la linea che li divide.
C'era qualcosa di insidioso ed estremamente crudele nel modo in cui Tom aveva cominciato a mostrare interesse per Hyacinth. Si preoccupava se studiava, si interessava persino di chi minacciava di farle del male.
E alla fine era cascata nel Tranello del Diavolo. Poteva sentire i viscidi tentacoli avvolgersi attorno alle sue caviglie, trascinandola in un abisso di menzogne e felicità illusoria. Si era lasciata abbindolare dalle sue sciocche speranze, desiderando con ogni fibra del suo essere, che il tempo avesse potuto avvicinarli in qualche modo. Perchè da quando era riuscita a scacciare le tenebre dai suoi occhi, con il potere delle piccole cose e di un'infinita delicatezza, aveva capito di volerle allontanare per sempre... Se soltanto lui glielo avesse permesso.

Forse l'animo di Hyacinth non era così puro e immacolato come un giglio. Forse non lo era mai stato. Una macchia di inchiostro nero, nero come i capelli di Tom, lo impregnava.
Era rimasta in bagno a lavarsi le mani, sfregando con tanto vigore i palmi da arrossare e graffiare la pelle. Si era sciacquata il viso con acqua gelida, togliendo ogni residuo di trucco. Il suo riflesso la tradì di nuovo e lei gli voltò le spalle, rifiutandosi di incrociare il suo stesso sguardo. Si vergognava di quello che aveva fatto... Di come gli aveva permesso di farsi toccare in un modo così intimo. Per quanto lo avesse desiderato, si era accorta di aver commesso uno sbaglio. Un po' era rimasta turbata, doveva ammetterlo.
Il loro rapporto era instabile, malato, costretto a non durare per sempre.
Eppure...
Lo amava.
Lo amava in un modo così intenso, ardente e viscerale. Gli avrebbe donato tutto l'affetto di cui era capace, senza pretendere di ricevere altrettanto in cambio.
Mentre continuava quella dura lotta interiore uno schiantesimo la sfiorò, bruciandole alcune ciocche di capelli. C'era mancato poco perché la colpisse.
I suoi occhi smarriti incontrarono un paio scuri, vuoti, privi di lucidità alcuna. Mulciber teneva la bacchetta puntata verso di lei, le sopracciglia aggrottate, la mascella contratta e i capelli riccioluti aderivano sulla fronte. Rivoli di sudore freddo scendevano lungo le sue tempie, tradendo la sua fermezza nel volerle fare del male.

«Stupeficium!» Urlò e Hyacinth si parò dietro un'armatura. Lo schiantesimo tornò indietro, rischiando di colpirlo in pieno. Ma lui lo deviò, digrignando i denti dalla rabbia.
Era appena uscita dal bagno con la testa in subbuglio, non si sarebbe mai aspettata quell'aggressione. Che cosa aveva fatto per meritarla?
Non aveva con sé la sua bacchetta, e poi non aveva neanche voglia di rispondere a quell'ennesima provocazione. Oppure... Si trattava di altro. Lui sembrava deluso, ferito, logorato da un risentimento smodato verso di lei. Come se lo avesse privato di qualcosa...

The Night We Met - Tom Marvolo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora