20: Take me back to the night we met.

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Tutto il rancore e la frustrazione che Tom aveva covato per tre anni sfumarono.
Adesso la guardava con lascivia, le sue intenzioni erano improvvisamente cambiate. Come se tra i loro corpi febbricitanti e le loro anime dannate, ci fosse un'ispiegabile attrazione.
Hyacinth non stava facendo assolutamente nulla per provocare simili reazioni impudiche in Tom. Certo, i suoi vestiti erano fradici e quindi aderivano ancora di più alle sue forme morbide, lasciando poco spazio all'immaginazione.
A causa del freddo i suoi capezzoli si erano inturgiditi, ma non era di certo eccitazione. Stava pensando a tutto fuorchè quello.
Per lei era ancora difficile metabolizzare quel che Tom le aveva detto, su sua madre, suo padre... Del filtro d'amore. E in merito a ciò, alle spregievoli accuse che le aveva ingiustamente attribuito, si sentì di dire qualcosa. «Sapevo sin dall'inizio come stavano le cose, che tu non avresti mai potuto ricambiare i miei sentimenti.» Deglutì a vuoto, calamitando lo sguardo al suo. «Ma non per questo ho cercato di corromperti quando ti ho donato me stessa, né tantomeno ho cercato di cambiarti. Perchè io amo tutto di te, Tom, pacchetto completo.» Alzò lentamente una mano, cercando un contatto con lui. Tuttavia, fece solamente in tempo a sfiorargli una guancia con i polpastrelli, perché si sottrasse immediatamente.
Era sempre stato così; Hyacinth però aveva avuto tanta pazienza e la caparbietà di riprovarci dopo ogni suo rifiuto.

Prese un respiro profondo.

«La luce è così facile da amare... Io voglio la tua oscurità.» Il cuore prese a martellarle nel petto, con veemenza. Con disperazione.
Era da tutta la vita che cercava di non farsi inghiottire dal buio, credendo di dover trovare salvezza altrove.
Ma lei nel buio ci era nata. E nel buio aveva trovato un fedele compagno.

Tom si sentiva compromesso.
Non si era mai lasciato commuovere dai suoi discorsi melliflui o dalla sua candida anima indifesa. Tuttavia, inconsciamente, aveva lasciato che lei si insinuasse così in profondità del suo essere, che ormai era del tutto impossibile estirparne le radici.
Forse il loro destino era quello di perdersi solo per imparare a ritrovarsi. All'infinito.
Lui aveva gli occhi sgranati ed era come paralizzato.
Stava ancora sopra di lei e teneva le mani poggiate ai lati della sua nuca.
Aveva l'impressione che, se l'avesse toccata di nuovo, si sarebbe ustionato. Forse era l'adrenalina a causargli quell'effetto, oppure la libido.
Prima di rivederla era fermamente convinto che l'unico bisogno umano facilmente assecondable, fosse l'appagamento sessuale. Ne aveva preso coscienza dalle prime esperienze avute con lei.
Non gli sarebbe mai venuto in mente di associarlo ai sentimenti, di considerarlo un atto d'amore. E come avrebbe potuto capirlo, lui, che era stato concepito con l'inganno. Un bambino venuto al mondo per sbaglio, cresciuto in un anonimo orfanotrofio dimenticato dal mondo.
Però, forse... Stava considerando degli aspetti che prima ignorava totalmente. Per una volta, per davvero, volle guardare la situazione dalla prospettiva di Hyacinth. Per una volta, solo una volta, volle darle una possibilità.
Era certo che dopo quella notte si sarebbero detti addio. Imponendosi una scadenza del tempo che avrebbe trascorso con lei, si sentì più tranquillo. Meno riflessivo e più sconsiderato.
Contrasse la mascella. Socchiuse gli occhi. E accostò il viso al palmo della mano di Hyacinth, ancora sospesa a mezz'aria.

Lei trattenne il respiro. «Tom, io-...»

«No.» La interruppe, brusco. «Basta parlare. Non dire altro.»
Riaprì gli occhi, fulminandola con uno sguardo truce. Era arrabbiato con lei, anzi, era infuriato.
Forse il suo cruccio era dovuto al fatto che si era sentito abbandonato.
Ma non lo avrebbe mai ammesso, né a sé stesso, né ad alta voce.

Hyacinth abbozzò un timido sorriso.
Incominciò a palesare un certo disagio, rimanendo stesa sotto di lui. «E quindi... Cosa dovemmo fare adesso?» Sussurrò in modo discreto, come se nella stanza ci fossero altre persone.

Tom si umettò le labbra, lasciando cadere un silenzio tombale di almeno un minuto e mezzo. Mai quella volta fece sentire Hyacinth in preda al panico. Infatti vide l'indecisione balenare nelle sue iridi smeraldine.
«Qualcosa per cui, il giorno dopo, ce ne pentiremo entrambi.»

The Night We Met - Tom Marvolo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora