Finisco di preparami la borsa in fretta e furia, non so cosa sia capitato, ma la sveglia ha deciso bene di non suonare, facendomi alzare mezz'ora dopo al solito e in ritardo rispetto ai miei soliti orari
Riesco a prendere la borsa, buttarci dentro una merendina presa dalla mia scorta, nascosta nel comodino affianco al mio letto, e rapidamente scendo sotto, trovandoci ancora fortunatamente mio padre che stava per uscire di casa, tirato tutto in tiro, classico suo
"Tu sei ancora qui? Non dovresti già essere andata a scuola?"
Mi guarda sorpreso con ancora la mano sulla maniglia e la sua ventiquattro ore nera nell'altra mano
"La sveglia non ha suonato... Non è che... Riesci a darmi un passaggio fino a scuola? Se vado a piedi arrivo tardi"
Lo vedo assumere uno sguardo contrariato, per poi farmi però un cenno con la testa invogliandomi a seguirlo, lo ringrazio con lo sguardo e mentre io mi dirigo verso la sua macchina lui si assicura di chiudere bene casa
Salgo sul lato del passeggero seguita subito dopo da lui che si mette alla guida, era da tanto che non salivo in macchina con lui, mi ero dimenticata di quanto fosse accessoriata
"Grazie"
Gli dico io un po' timidamente, so che non gli fa piacere accompagnarmi a scuola, è sempre di fretta anche lui e come mi dice sempre "ogni momento è prezioso", odia perdere tempo
Lui non mi risponde ma mi lancia uno sguardo per un secondo, tornando poi a fissare la strada
Per il resto del viaggio rimaniamo, come sempre aggiungerei, in silenzio, con l'unica fonte di suono nell'abitacolo, incarnata nella radio della macchina che annuncia le notizie più rilevanti del momento
Arriviamo nel parcheggio del college e lui spegne la macchina per farmi scendere, io arpiono il mio zaino e lo ringrazio ancora una volta, prima di scendere dalla macchina, avrei voluto dargli un bacino sulla guancia, ma non avrei sopportato di vedere la sua freddezza anche in questi piccoli gesti, che però significano tanto per me
"Isabella"
Mi richiama poco prima che riesca a chiudere la portiera della sua auto, mi abbasso per poterlo guardare in faccia, rimane in silenzio per un istante per poi riprendere parola
"Non voglio che capiti più, la prossima volta te la fai a piedi lo stesso, e se arrivi in ritardo, ti prendi le conseguenze delle tue azioni, chiaro?"
Gli annuisco e abbasso lo sguardo, odio quando mi parla in questo modo, nonostante non urli o non tenga un tono troppo irritato, è sempre capace di farmi sentire in colpa, anche se comunque, non è che avessi fatto qualcosa di così grave
"Buona giornata"
Gli dico io ricevendo un cenno con la testa da parte sua, si mette gli occhiali da sole ed il richiudo la portiera, delicatamente, per evitare di essere rimproverata anche per questo
Riparte subito dopo lasciandomi lì, davanti all'ingresso, ma in perfetto orario... Aspetto di vedere scomparire l'auto per poi avviarmi verso l'entrata, oggi ho un po' di tensione in più, in terza ora avrò l'interrogazione di storia, deve assolutamente andare bene, anche se questa mattina non ho avuto tempo di ripassare il programma, come mio solito fare
Mentre attraverso il grande parco, dove ieri mi ero messa a studiare, qualcuno mi raggiunge prendendomi a braccetto
"Buongiorno bella!"
"Ciao Emma"
Le lascio un bacino sulla guancia che lei ricambia abbracciandomi al collo... Noi siamo sempre abbastanza fisiche, adoro poter dimostrare un po' di affetto senza sentirmi a disagio, come avviene con mio padre
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Reality [Larry Stylinson]
FanfictionBella desiderava rivedere il suo papà felice, erano anni che avevano perso il loro bellissimo rapporto, e questo faceva soffrire la ragazza più di ogni altra cosa Voleva riavere il suo papà, così come l'aveva conosciuto, il padre che non metteva mai...