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Chiudo il mio pc e finalmente posso stiracchiarmi dopo ore fisso nella stessa posizione

Oggi ho fatto più tardi del solito, ma volevo assolutamente finire queste pratiche, domani mattina ho un caso molto importante in tribunale e volevo avere tutto sistemato

Spengo la luce dell'abajour della mia scrivania e finalmente esco dal mio ufficio, dopo ore nelle quali sono stato rintanato qui dentro, appena arrivo nel corridoio però, non mi passa inosservata la lucina proveniente da un ufficio adiacente al mio, ma non uno qualsiasi, quello di Harry

Mi affaccio e lo vedo intendo a scrivere sul suo computer, si può vedere la sua concentrazione, visto che ha le rughette in mezzo alle sopracciglia e gli occhiali da riposo che contornano il suo viso, è strano che sia ancora qui, sono quasi le nove di solito cerca di andare via appena può visto che vuole passare più tempo possibile con sua figlia

Entro nel suo ufficio e mi avvicino a lui, che però è ancora concentrato sullo schermo del computer

"Harry"

Lui sobbalza leggermente ma finalmente porta la sua attenzione su di me, non sembra sorpreso di vedermi, nonostante nell'ufficio siamo rimasti solo noi due

"Che ci fai ancora qui?"

Lui lancia prima uno sguardo fuori dalla finestra notando come l'esterno sia già stato assopito dal buio della sera, poi sposta lo sguardo sul suo orologio da polso e fa una faccia sorpresa quando nota essere già le nove passate

"Cazzo"

Sussurra lui portando indietro la testa, appoggiandosi allo schienale della poltrona dov'era seduto, stropicciandosi gli occhi da sotto gli occhiali

Mi avvicino ancora un po' e mi accomodo sulla sedia di fronte alla sua scrivania, notando gli innumerevoli fogli sparsi su questa, e cartelle di casi aperte ovunque

"Che succede?"

Lui sospira pesantemente e torna in una posizione normale, si toglie gli occhiali e si scioglie lo chignon basso che raccoglieva i suoi lunghi capelli ricci, poi di nuovo, alza lo sguardo su di me e scuote la testa in senso di diniego

"E che volevo finire di sistemare questi documenti ma non mi sono accorto di quanto fosse tardi... Cazzo questa sera avevo promesso ad Evelyn che ci saremmo guardati un film assieme, invece arriverò e lei probabilmente starà già dormendo"

Sbuffa iniziando a ritirare le sue cose, si vede che ci è rimasto male per non aver mantenuto la promessa con sua figlia, però è il suo lavoro, lei capirà

"Ma tu come fai? Cioè dico, hai una figlia no? A volte non ti senti di.. di trascurarla? Perché a me vengono spesso i sensi di colpa a sapere di lasciarla alle 8 a scuola e con una babysitter fino alle 8 di sera... Tu come fai con lei?"

Eh, e come faccio io? Io l'ho sempre fatto, ho sempre usato il lavoro come fuga da tutti i miei pensieri, perché quando sono qui dentro esiste solo il lavoro, non penso a nient'altro né a Isabella né a Chanel, ed è sempre stato un modo per soffrire un po' di meno

"Lei è abituata, quando era piccola anche io la lasciavo con la babysitter"

"Si ma non... Non ti sentivi in colpa? Cioè, il padre sei tu, non è giusto che passi tutto il resto della giornata con un'altra persona"

"Il lavoro è lavoro, mia figlia l'ha capito, capirà anche la tua"

Lui sospira non troppo convinto della mia affermazione, ritira le ultime cose e poi è pronto per lasciare lo studio, usciamo insieme dall'edificio ed ognuno si avvicina alla sua macchina, che erano parcheggiate adiacenti

Reality [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora