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È ormai una settimana che sono qui, non so neanche io come sto, sto provando a seguire i pasti e gli orari che mi impongono ma mi risulta difficile... Mio padre ha provato spesso a chiamarmi, ma ho sempre, spontaneamente rifiutato le sue chiamate

Per giorni ho fatto di tutto per ignorarlo, solo che ora, essendo così lontana da lui, non nego che il pensiero inevitabilmente finsice su di lui

Non è abituato a stare a casa da solo, nonostante quando ci fossi mi ignorasse abbastanza, però penso che anche lui si stia trovando in una situazione nuova e sicuramente non bella, neanche dal suo punto di vista... Però siamo sempre a punto a capo, ho paura di fidarmi lui, è sempre quella la cosa che mi blocca dal riavvicinarmi, non voglio più soffrire per mano sua

Mi avvicino al cassetto dove ho le cose più personali, e tiro fuori una fotografia, ma non una qualsiasi, una foto che ritrae me e mio papà, quando ancora eravamo indispensabili uno per l'altro

Lui mi tiene in braccio mentre mi guarda orgoglioso, io sorrido alla camera giocando con una catenina che aveva al collo, era la collana che gli aveva regalato mamma, non gliel'ho più vista da dopo la sua morte

Sorrido intenerita ai ricordi che tornano ad invadere la mia mente, e pagherei per tornare a quei giorni, quando tutto era perfetto, anche se non ce nerendevamo conto, i miei rimembri al passato vengono interrotti da un rumore proveniente dalla porta, che si apre facendo comparire un'infermiera che appena mi vede mi sorride

"Buongiorno bella... Stamani c'è una sorpresa per te" la guardo curiosa, fino a quando, con un gesto della mano, non invita una ragazza ad entrare nella mia stanza "lei è Serena, ha la tua età ed è la tua nuova compagna di stanza, spero possiate trovarvi bene"

Dice sempre lei mentre la ragazza avanza nella stanza un po' titubante, Ada, l'infermiera, esce dalla nostra camera lasciando la porta aperta, Selena inizia a guardarsi attorno avvicinandosi al suo letto e sedendosi sopra continuando a tenere lo stesso sguardo leggermente preoccupato

"Piacere, Isabella, ma tu chiamami pure bella" decido di fare il primo passo avvicinandomi a lei e porgendole la mano per salutarla, lei fa un mezzo sorriso con l'angolo della bocca e ricambia il saluto "serena"

Inizia a dasfarsi la valigia, ha la stessa faccia che avevo io quando sono arrivata qui il primo giorno, so come ci si sente... Chissà se per lei è la prima volta

"Sere amore eccomi" entra in stanza una donna sulla 30ina, molto bella, e che assomiglia tantissimo a quella che penso sia sua figlia "allora ho parlato con la psicologa, starai qui per un po' di settimane"

La ragazza abbassa la testa, la madre la guarda con un cipiglio dispiaciuto e la porta nelle sue braccia,facendole appoggiare la testa sul suo petto "amore so che è difficile, però sono sicura ne uscirai vincente da questa battaglia, sei la mia piccola guerriera"

non posso che interirmi da cotanta dolcezza, mi ricorda la mia mamma, anche lei era tanto dolce con me, e vorrei avere anche io questo rapporto adesso con mio padre, senza avere paura che da un giorno all'altro possa dinuovo allontanersi da me

"Mamma non voglio stare qui da sola, ho bisogno di te" serena stringe di più sua madre, che prende a farle delle carezze tra i capelli "ma amore staremo sempre in contatto, poi tu sei minorenne, posso venire quando voglio, però è giusto che tu stia qui e ti curi, così tornarai ad essere la mia bimba sorridente

Trattengo le lacrime, nonostante abbia davanti tutto quello che vorrei Serena si stacca da sua madre e poggia il suo sguardo su di me "mamma, lei è Isabella, la mia compagna di stanza" la madre poggia lo sguardo nella stessa direzione della figlia ed in un secondo ho due paia d'occhi che mi fissano "ciao cara, sono Katia" ci stringiamo le mani per conoscerci e mi sembra abbia un viso solare, accogliente, come anche la mia mamma aveva

Reality [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora