Capitolo 7: Isolamento

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Brittany

"Sì, Steve, ti prometto che staremo attenti, non faremo niente di tanto particolare, anche se fosse."

"Possiamo fare qualsiasi cosa tu voglia, in realtà." Mi sussurrò Eddie, ridacchiando poco dopo.

Steve mi abbracciò forte a sé, guardandolo negli occhi.

"Falle del male e ti ammazzo, te lo giuro."

"Bleah bleah, dovresti consultare un dizionario. Sai, almeno per cambiare le parole."

Mi girai squadrando Eddie. Adoravo la sua ironia, ma sapevo che Steve era un po' permaloso.

"Mi raccomando, qualsiasi cosa, usate questo, Eddie sa come si usa."

"D'accordo, voi se avete novità, avvisateci, grazie."

"Sì."

Chiusero la porta dietro di sé, mentre io ed Eddie ci guardammo.

"Siamo solo noi, da soli, con una vista abbastanza romantica, con poco cibo, ma con tanto fumo"

"Spero ci siano almeno delle birre." Dissi, sbuffando.

"Ehm, dovrebbero essercene un paio, a meno che non le abbia scolate tutte io ieri."

Presi il walkie talkie, incominciando a parlare.

"Steve, dovresti fare un po' di spesa. Qui non c'è assolutamente nulla."

"Ora non posso, Bri. Abbiamo una pista, forse."

"Okay, fateci sapere."

Lasciai il ricetrasmettitore vicino alla finestra con l'antenna alzata. Così che, se fosse successa qualsiasi cosa, lo avremmo saputo.

"Hai fame? Vuoi qualcosa?"

"No, sinceramente, solo un po' di sonno."

"Okay, beh, c'è un letto al piano di sopra, potresti andare lì."

"No, non ho nessuna intenzione di dormire. Ti devo sorvegliare, in caso dovesse venire Vecna."

"Hai così tanta paura di perdermi?"

Ridacchiai, guardando il ragazzo.

"Credi sia per questo? Per paura di perderti?" Si sedette vicino a me sul divano, porgendo il braccio dietro il mio corpo, poggiandolo sulla testata del divano.

"Ah no? E allora per cosa è?"

Rimasi zitta per un po'. Non avevo nessuna scusa, al momento, non sapevo che dirgli.

"Mhmh. Come pensavo." Batté lui, che si alzò, raggiungendo la cucina dietro di me.

"Se Vecna dovesse venire qui, a prenderti, non glielo permetterò, indipendentemente da-"

"Da quello che provi per me?"

Stronzo egocentrico.

"Al massimo dovrei dire il contrario." Mi girai verso di lui, mettendomi in una posizione stramba sul divano.

"Hai proprio ragione." Ridacchiò, preparando il bong.

"Ti chiederei se volessi fumare, ma ho paura che tu stia di nuovo male, e in questo caso, il tuo Salvatore non può aiutarti."

"Ah ah ah. Simpatico. Sei stato tu ad avermi aiutato, quel giorno. Quindi non saresti in grado di aiutarmi?"

Indicò un no con la testa, facendo uscire il fumo dalla bocca.

"No, non credo."

"Ah, bene."

Mi sedetti sul divano, intravedendo il lago da dietro le tende.

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