cap.16

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~Vi pov~

La notte del rapimento di (tn) mi era sembrata tutto un brutto sogno per un frangente di tempo.

Ero rimasta seduta sul pavimento del salotto a fissare il nulla, in tanto il sole era sorto, e con esso la realizzazione.

Scoppiai in lacrime e continuai così per ore fino al perdere i sensi per la mancanza di ossigeno nei miei polmoni.

Mi ero risvegliata in ospedale, i dottori mi dissero che ero collassata dopo un'intrusione nella casa della mia amica.

Da lì cominciò l'inferno.

Rimasi in ospedale per 3 giorni, parlai con dottori, poliziotti e psichiatri. Mi dissero che non era colpa mia, che (tn) era ancora lì fuori da qualche parte e che l'avrebbero trovata.

Nessuno aveva ancora chiesto un riscatto ma eravamo tutti positivi che lei se la sarebbe cavata per un po'.

Cercammo ovunque, la foresta, la città, arrivammo nei paesi vicini. Ma (tn) era solo una delle tante sparizione nel grande stato dell'America settentrionale e le ricerche smisero.

Statisticamente (tn) sarebbe dovuta essere morta o in caso si trattasse di crimine organizzato sarebbe potuta essere ovunque nel mondo.

Tutti si arresero alla triste realtà che era quella di una ragazza sparita troppo in fretta, ma io no.

Sapevo che lei era da qualche parte, viva e vegeta. Avevamo fatto troppi allenamenti, troppe simulazioni. Eravamo capaci di sopravvivere nella natura per settimane senza tornare alla civiltà, avremmo potuto combattere qualsiasi cosa. Lei doveva essere viva.

Finiti I luoghi fisici dove cercare mi misi a smanettare con le radio, captando qualsiasi cosa venisse dai boschi.

Avevo studiato il profilo del suo rapitore ancora ed ancora, così tanto che era diventato un mio incubo ricorrente.

La mia famiglia aveva iniziato a preoccuparsi per la mia salute e nonostante tutto avevo deciso che non mi sarei fermata.

In un giorno come un altro avevo iniziato a lavorare con il sistema radio nel mio garage. Captai finalmente in segnale ma si sentiva solo un rumore statico. Smanettai dinuovo fino a quando non percepii qualcosa di più chiaro.

----------------------Vi?--------m----s--en-----------i?------------I!--------

Saltai sulla sedia.

Io: (TN)!? SEI TU?

Di nuovo silenzio radio.

Cercai disperatamente di recuperare la linea ma fu inutile. Una volta ristabilita il rumore statico si fece più forte e fece andare in corto la mia attrezzatura.

Rimasi a fissare il fumo nero per un attimo.

Ero sicura di aver sentito qualcosa.

Ne ero certa.

Dopo quell'episodio la mia salute mentale si deteriorò ulteriormente. Iniziarono a venirmi frequenti attacchi di panico, smisi di andare a scuola. Rimanevo tutto il giorno e tutta la notte nel mio garage a cercare di trovare altri segnali di (Tn).

Non c'è da stupirsi che dopo poco la mia famiglia mi convinse ad andare in terapia.

Finì in un ospedale per un certo periodo di tempo.

Tutti mi avevano convinto a lasciare andare il ricordo di (tn). Era morta.

Doveva esserlo a questo punto.

Quel giorno i suoi genitori mi avevano chiamato, pensavano avrebbe aiutato a lasciare andare il suo ricordo se avessi preso qualcosa dalla sua stanza, magari qualcosa che mi avrebbe lasciato un bel ricordo della nostra amicizia e non della sua morte.

Why I want you? {TICCI TOBY X READER}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora