Capitolo 21 - Falling or Raising?

1.6K 75 3
                                    

Non revisionato

Note: Mi scuso in anticipo per gli errori che troverete in questo capitolo, l'ho tradotto oggi con 37 e mezzo di febbre quindi abbiate pietà per favore <3



Louis si trovava a metà strada tra la coscienza e l'incoscienza, il che significa che poteva sentire tutto ciò che veniva detto vicino a lui, ma muoversi o rispondere era qualcosa che non poteva fare volontariamente.

Sentì il dottore parlare tranquillamente con qualcun altro, che non rispondeva, ma la mente inconscia dell'Omega sapeva chi era.

I suoi occhi erano chiusi, quindi non poteva vedere dove si trovava o cosa stesse facendo Harry, ma era leggermente preoccupato perché il suo Alfa non lo stava abbracciando o toccando.

O ex-Alfa, forse.

Aveva già chiuso con la vita incasinata di Louis?

"... Stressato al momento, quindi... In questo caso, le pillole aiuteranno il suo corpo a... Scriverò il..."

Louis era stressato e non solo perché lo aveva detto il medico. Si sentiva frustrato perché la sua mente giocava brutti scherzi e non gli permetteva di sentire frasi complete o non lo faceva dormire affatto. Si trovava a metà strada tra i due mondi e ciò che lo preoccupava di più era il suo Alpha.

Un'infinità di domande si rincorrevano nella sua mente: Harry sapeva qualcosa del suo passato o no? Se voleva ancora Louis o se aveva intenzione di rimandarlo a Blackpack senza una spiegazione e di escluderlo completamente dalla sua vita.

"Si sta muovendo e la sua mente sta diventando più chiara, quindi non c'è da preoccuparsi. Hai bisogno che resti per spiegargli tutto?". Harry deve aver fatto cenno di no, perché il dottore chiese all'Alfa di chiamarlo se ci fossero stati altri problemi con Louis e si congedò.
Pochi minuti dopo aver sentito il forte rumore della porta che si chiudeva, la stanza fu affogata in una tranquillità insopportabile. Nemmeno il forte vento che bussava alla finestra era abbastanza forte da rompere il pesante silenzio che rendeva Louis sempre più inquieto.

Sentiva che stava lentamente riprendendo il controllo del suo corpo, ma non riusciva a capire se fosse una cosa buona o cattiva, perché tutto ciò che voleva fare era correre lontano. Il suo Omega interiore pensava... Si agitava dentro il cranio perché lasciasse che prendesse il sopravvento e strisciasse sulle ginocchia dell'Alfa, per essere abbracciato, marchiato e amato finché non si fosse sentito di nuovo al sicuro.

Ma Louis non poteva farlo davvero, perché sapeva che prima doveva parlare. Quindi, il suo piano era...

"Allora, il mio piano è...".

"Dannazione, qual è il mio piano?".

Un leggero bussare alla porta interruppe la sua conversazione interiore e gli fece usare tutta la sua forza per cercare di concentrarsi su ciò che veniva detto.

Sentiva che era Liam e non solo quello, ma anche la paura, la preoccupazione e l'ansia entrarono nella stanza con lui per unirsi alla presenza e ai sentimenti tormentati di Harry.

Harry, che era stato sempre lì, ma non aveva mai sfiorato Louis. Lo stesso Alpha che aveva adorato ogni centimetro della sua persona esteriore e interiore, quello che aveva cercato in tutti i modi di spingerlo verso la fiducia e l'amore per se stesso, nel giro di, forse, ore aveva costruito muri altissimi intorno a sé, tenendo l'Omega nella più completa oscurità. L'odore di muschio era ben nascosto. E così, il mondo di Louis era ben nascosto.

"Scusa, Alfa. Volevo solo vedere Louis di persona". Liam borbottò a bassa voce.

Quando Harry non rispose, ricominciò, con la voce appena un sussurro: "Sta bene?". Louis sentiva la sua voce impastata di paura e tremante. Aveva bisogno di confortare l'amico, di abbracciarlo e di fargli sapere che andava tutto bene. L'Omega cercò di muovere la mano, di fare qualcosa perché lo stato di congelamento in cui si trovava se ne andasse e lo liberasse, ma non accadde nulla. Riuscì solo a muovere le dita, ma purtroppo il suo sforzo non fu notato da nessuno degli Alfa.

"Starà bene", disse Harry. Era chiaro che non parlava da tanto tempo, perché la sua voce era rauca e molto più profonda del solito. Inoltre, non lasciava trasparire alcun tipo di reazione o sentimento. La risposta fu solo breve e fredda, il che fece rabbrividire Louis nonostante le coperte gli coprissero il corpo fino al mento.

"Grazie a Dio", disse Liam e si avvicinò al letto. Si inchinò leggermente e baciò la testa del piccolo Omega facendo scorrere le dita tra i capelli di seta. "Lou, pensavo al peggio. Per favore, torna non appena ti sentirai a tuo agio, piccolo".

"Liam", disse Harry dall'altro lato della stanza. "Lo rivedrai, non appena si sveglierà".
Se la situazione fosse diversa, Louis prenderebbe in giro l'Alfa perché è geloso e possessivo, ma vista la situazione, dubita che sia qualcosa di diverso dal disgusto. Forse, nella sua testa, Liam e Louis erano solo due bugiardi sotto il suo tetto, che si approfittavano di tre Weres dal cuore d'oro.

Forse siamo noi i cattivi della storia. Forse è solo nella nostra testa che siamo innocenti.

Louis si stava muovendo ora.
Harry non riusciva a smettere di fissare la forma minuta distesa sul letto, tutta sudata e turbata, senza poter fare nulla per aiutarlo.
Era vero che Louis lo aveva deluso, ma non dava la colpa a nessun altro se non a se stesso.

"Sei l'Alfa di uno dei più grandi branchi del mondo, per l'amor di Dio. Il tuo Omega è stato in pericolo per tutto questo tempo e non sei riuscito ad aprire i tuoi dannati occhi per vedere oltre il suo bel faccino? Non sei in grado di proteggere nemmeno un Omega, il tuo Omega, figuriamoci un intero branco. Forse è per questo che ci stai mettendo così tanto a trovare la persona che ha ucciso i tre Omega due mesi fa. Non sei nemmeno riuscito a proteggerli".

Erano passate ore e l'unica cosa su cui riusciva a concentrarsi era la voce nella sua testa. Certo, aveva sentito tutto quello che il dottore aveva detto, e aveva anche dato a Zayn la prescrizione di andare immediatamente a comprare le medicine necessarie, ma comunque non riusciva a smettere di pensare che aveva lasciato che la sua gente, il suo Omega si esponesse al pericolo. Forse aveva deluso suo padre, che era la sua più grande paura.

Il corpo di Louis stava reagendo in modo strano, tremava come se fosse nudo in Alaska e i suoi occhi si stavano lentamente aprendo, ma il bellissimo blu era sparito. Muoveva la testa da un lato all'altro, desiderando che la sensazione del collo congelato sparisse.

Harry era appoggiato da ore contro la parete più lontana dall'Omega. Se si fosse concentrato sul suo corpo, avrebbe notato la spalla intorpidita o i talloni pulsanti, ma al momento non importava nulla. Louis contava, la verità contava.

Si avvicinò finché le sue ginocchia non toccarono la sponda del letto, ma non diede a se stesso e all'Omega l'opportunità d'incrociare gli sguardi mentre si inginocchiava e appoggiava i gomiti sul letto. Non voleva che Louis si sentisse attaccato, spaventato o giudicato solo per la sua posizione.

"Omega?" Chiese; voce cruda e seria. "Come ti senti?"

Louis portò entrambi i polsi a strofinarsi gli occhi ed era la cosa più dolce da guardare. Tuttavia, tenne le mani per sé e non osò toccarle o muoverle affatto.

L'Omega si voltò verso di lui e fissò confusamente l'Alfa. "Sto bene".

Harry annuì con la testa ma non disse nulla, cercando di capire cosa fare dopo e come chiedere attentamente all'Omega informazioni su tutto.
Dentro di sé era combattuto, ma non avrebbe mai fatto sentire la piccola bellezza insicura, danneggiata o anche solo leggermente a disagio.

"Me ne andrò, Alfa", disse Louis e cercò di alzarsi. Le gambe non sembravano fare il loro lavoro, così si sdraiò di nuovo, passandosi con frustrazione le mani sul viso. "Forse tra un po', quando queste maledette gambe si decideranno a fare il loro lavoro. Ma ci andrò".

"Dove?" L'Alfa si sedette sui talloni e incrociò le braccia sul petto. Ora che sapeva che il suo amante non poteva muoversi, non doveva stare all'erta e vigilare che lasciasse il letto o la casa.

"Da qualche altra parte. Lontano da Arna, da te, da Liam, da tutti".

"Perché?"

"Harry, mi stai prendendo in giro?". Ridacchiò irritato. Davvero frustrato, il mio piccolo Omega.

"No. Perché vorresti andartene?".
 
"Ho sentito Zayn, Harry. Ti ha detto che sono un Blackpacker". Louis quasi gridò. Aveva davvero bisogno di far capire a Harry in qualche modo. Perché non avrebbe dovuto capire?

"Perché non me l'hai detto prima?".

"Perché, allora, mi vorresti?".

"Lo farei."

"Bugiardo. Non lo faresti. Lo dici tanto per dire, ma tu, un Alfa del branco, non vorresti un Omega di un branco nemico".

"Sei un'anima gemella, non solo un Omega".

"Chi se ne frega Harry!" Se prima non stava gridando, ora lo stava facendo.

"Perché non capisci?".

"Cosa ci sarebbe da capire Omega? Non so nulla di te. Non posso capire qualcosa che non conosco". Disse l'Alfa, calmo come sempre.

Il volto arrabbiato di Louis cadde. Voltò la testa da Harry e fissò la parete opposta. "Sono scappato da quel branco".

"Questo è comprensibile".

"Ho ucciso l'ex-alfa del Blackpack, Harry". L'Omega disse e girò la testa per guardare il suo amante. Gli occhi acquosi, ma vuoti.

"Tu... Cosa?"
 

Forgive My Sins  (Larry Stylinson) // Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora