•Io sono un dalmata e lui la mia Crudelia De Mon personale•

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🎶Canzoni per il capitolo 🎶:

—"Snap", Rosa Linn.
—"Mercy", Shawn Mendes.
—"Him & I", G-Eazy & Halsey.
—"Control", Zoe Wees.
—"Die first", Nessa Barrett.
—"Spectrum", Florence + The Machine.
—"Achilles Come Down" di Gang Of Youths.
—"Unconditionally", Katy Perry.
—"Falling", Harry Styles.

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⚠️Piccola notizia: per chi non lo sapesse, ho postato un'altra storia sul mio profilo dal titolo "Noi siamo stelle cadenti", a chi andasse di leggerla ⚠️

Buona lettura 📖♥️

P.s. Mi raccomando, leggete l'angolo autrice a fine capitolo ♥️

***

Lo fulmino con lo sguardo in stile bambola assassina e inquietante. Le sue parole provocano in me un istantaneo e imprevisto senso di speranza e di conseguenza sollievo.

«Non morirò?» ripeto a fatica, sarcastica e scettica, il tono soffocato come se qualcuno stesse tentando di strangolarmi con un cuscino. E, in effetti, è proprio così che mi sento. L'ultima cosa che vorrei è illudermi. Il panico continua a divampare dentro di me come una fiamma accesa e inarrestabile, facendomi sollevare e riabbassare freneticamente il petto e facendomi tremare dalla testa ai piedi sotto la giacca di pelle attillata che indosso, quasi come se persino il mio cuore stesse cercando di fuggire via, di scappare da questa situazione anormale e orribile. La parte funzionante della mia mente provata deve avere deciso che parlare sia il modo migliore per intrattenermi e distrarmi, una specie di ridicolo meccanismo di difesa, e a dire il vero mi sorprendo di essere in grado di mettere insieme due parole di senso compiuto nello stato in cui mi trovo. È come se fossi qui, ma allo stesso tempo non ci fossi. Come se non fossi altro che lo spettatore di un film che mi fa solo venire voglia di nascondermi, e non la protagonista principale. E probabilmente è l'unico motivo per il quale non sono ancora morta dal terrore, ma ci sono solo molto vicino.

«E poi, come diavolo fai a saperlo?» sbotto stizzita, a corto di fiato, lo sguardo fisso sulla sua schiena enorme. Mi sudano le mani, e non mi stupirei se una volta allontanata la mia ci ritroverei una chiazza scura sulla sua maglietta. Mi ritrovo ad inspirare di scatto, e mi accorgo che Mitchell ha addosso l'odore metallico del sangue. Mi viene la nausea. «Cos'è, adesso sei l'Oracolo di Delfi?» Al momento non mi importa che lo pensi davvero, oppure che lo stia dicendo solo perché teme che io scappi in preda al panico come un ladruncolo qualsiasi inseguito dagli sbirri.

Una vocina interiore mi intima di fare come ha detto, e cioè mollare la sua maglietta, strappare via le dita da quella zona, soprattutto per una questione di orgoglio. La stessa che sto stringendo come stringerei soltanto un abito anni cinquanta durante i saldi nel timore che possano rubarmelo. Ma, purtroppo, la situazione è drastica, e una parte di me teme che se solo la lasciassi andare mi ritroverei ad avere una vera e propria crisi di nervi. Una di quelle che non mi lascerebbero scampo, trasformandomi in una specie di Harley Quinn versione capelli rossi. Potrei persino finire con il farmela addosso come una poppante, e se si trattasse solo di pipì sarebbe già qualcosa.

Chissà se qualcuno verrebbe a trovarmi in manicomio nel caso in cui la pazzia avesse la meglio su di me. Cole? Cosa direbbe? Come vivrebbe senza la sua cuginetta preferita, nonché l'unica che ha? Tristemente, su questo non c'è alcun dubbio. E poi, avrei un aspetto tremendo se dovessero vestirmi con abiti di colori chiari come il panna, per esempio, o uno neutro come il sabbia. Non possono farlo, sono già pallida di mio, sarebbe un affronto a tutti gli effetti. Cosa ne sarebbe della mia vita senza il rosso?

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