•L'inizio della fine•

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Le mie intenzioni erano di uscire un momento dall'edificio scolastico, invece arrivo a malapena ai bagni che sento dei passi provenire dalle mie spalle.

Quando mi volto, proprio come pensavo, trovo le mie due migliori amiche a guardarmi.

Mi fermo e sospiro nel notare che Amanda, l'aria circospetta e furiosa, sarebbe pronta a prendere quell'idiota a calci. Lucinda adesso sembra soltanto dispiaciuta.

«Sto bene» le rassicuro, consapevole che me lo avrebbero chiesto di lì a poco. «Certo, ho voglia di vomitare quel purè disgustoso, ma forse l'avrei anche se non avessi visto la faccia di quell'idiota nei paraggi.»

«Cosa ti ha detto?» La voce sottile di Lucinda è velata dalla preoccupazione e io sono travolta dal sospetto, dal senso di colpa e dal dispiacere.

Siccome non sono una che gira intorno alle cose, arrivo dritta al punto. «Tu e Mitchell...» Esito, temendo il peggio. Spero con tutta me stessa di sbagliarmi. «L'avete fatto?» Non so come potrei reagire se la risposta fosse affermativa.

«Cosa?» Sussurra sconvolta. Si stringe le braccia al petto, come se volesse proteggersi da qualcosa. «Ti ha...Detto questo?»

«Lo hai fatto con Jamie Mitchell?!» Sbotta la nostra amica, non riuscendo a trattenere un'espressione disgustata. Nel weekend ha cambiato il colore delle punte dei suoi capelli, che adesso sono nere. Proprio come il suo umore. «Sarà anche dotato, ma...»

«Non è dotato!» Sbotto io, forse con un po' troppa enfasi e a voce troppo alta. «Una scimmia lo è sicuramente più di lui!»

Spalanco gli occhi e mi affretto a portarmi entrambe le mani sulle labbra alle loro espressioni sconcertate.

«Scusate» mormoro imbarazzata, nel rendermi conto che non è il momento giusto per sfogarmi. Traggo un profondo sospiro, mettendocela tutta per darmi un contegno. Anche se mi vibrano i nervi, sempre che questo sia possibile. Be', io li sento. Proprio come mi sento che un giorno non troppo lontano perderò le staffe e colpirò quello stronzo sul suo naso tanto perfetto. Perfetto per essere colpito, ovviamente. E forse mi rinchiuderanno dietro le sbarre.

Speriamo almeno che il tizio che mi metterà le manette sia carino. Sarebbe un'esperienza da raccontare ai miei figli. Se mai ne avrò. No, non credo, sono troppo stramba perché qualcuno possa prendermi in considerazione.

Però, se rimorchia un essere umano che si è fermato all'evoluzione dell'homo habilis...

«Concordo con Ashley.» Lucinda è arrossita. Lucinda è la più timida e la più normale delle tre. Almeno fino a quando non ha deciso di cominciare ad uscire con quella sotto specie di cavernicolo, ma questo lo tengo per me. «E comunque vi giuro che non ci ho fatto niente.» Sembra ferita quando mi guarda. «Lui ti ha detto questo?»

Mi sento immediatamente sollevata. È veramente un disagiato, maniaco, prepotente, arrogante, pessimo, stronzo e ho già detto maniaco?

Questa me la pagherà. Posso sopportare le sue battute, ma non degli scherzi simili. Soprattutto non la sensazione che possa avere coinvolto la mia amica in questo nostro scontro che continua da anni e anni, illudendola e ferendola. Praticamente i nostri battibecchi sono adorati più delle scenografie di Miley Cyrus nei suoi tempi trasgressivi.

Mi stringo nelle spalle, sforzandomi di mantenere la calma. «Non esplicitamente, ma ha dato da intendere che sia accaduto qualcosa con...Ecco...»Roteo gli occhi, poi punto l'indice in direzione della mia adorabile farfalla esotica. «Il suo pisellino inesistente.» Cerco di non pensare al fatto che lui mi chiami principessa di tanto in tanto e che qualcuno potrebbe pensare che le due parole siano correlate tra loro.

Revenge loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora