Quando entro nella mensa sono ancora un po' stordita a causa del mio incontro scontroso con Mitchell. La stanza è già abbastanza affollata da farmi sentire un po' a disagio. Certo, perché le voci corrono più veloci di Flash e qualcosa mi suggerisce che più o meno tutti qui dentro sappiano di quello che è appena accaduto.
La storia dei libri non mi torna, però mi sforzo di non pensarci troppo o potrei veramente impazzire quanto il Cappellaio Matto. Vorrà farmi credere che non è stato lui, ma farmi sospettare che lo è stato, così poi potrebbe rinfacciarmelo in futuro.D'accordo sono più suonata di una campana.
Sono talmente rimbambita che all'ingresso non bado molto alle occhiate che ricevo o al ragazzo che mi si trova di fronte. Almeno fino a quando non mi ci scontro accidentalmente passandogli accanto. Vacillo, però mi riprendo in fretta.
«Scusa» mormoro distratta, superandolo.
Una mano mi si posa sulla spalla, costringendomi a fermarmi. «Ashley, sono io», mi dice una voce divertita. E familiare.
Quando mi volto mi do dell'imbecille per non essermi accorta della presenza di Vince. Non perché sia un colosso spaventoso, ma perché ormai lo conosco bene quanto le mie tasche e se solo non fossi così distratta avrei potuto riconoscerlo anche soltanto dalla nuca.
Quando incontro i suoi caldi occhi color nocciola alla stessa altezza dei miei, gli rivolgo un sorriso, che spero non sembri stanco come mi sento in realtà. «Ehi, Vince.» Lui allontana la mano per darmi un buffetto sulla guancia.
«Va tutto bene?», mi chiede preoccupato, passandosi una mano tra i capelli biondi scompigliati.
Non mi va di raccontargli di quello che è successo con Jamie. E per più ragioni. «Più o meno», lo rassicuro stringendomi nelle spalle. «Colpa delle lezioni, sai, mi sfiniscono.»
No, colpa di un disagiato con la giacca di pelle e una balla di fieno che rotola al posto del cervello.
Vincent è un mio caro amico, collaboriamo per il giornalino studentesco e insieme a Georgia mi aiuta a gestirlo. Ma soprattutto a gestire tutti quelli che ci sono dentro. Segni particolari: ama le camicie ma ha il brutto vizio di infilarle sotto ai pantaloni. Ma io chi sono per giudicare? Soprattutto visto il mio stile sopra le righe.
In ogni caso è davvero adorabile. E astuto. A parte quando si arrabbia. Oppure quando mi ha chiesto di uscire per fare merenda insieme qualche settimana prima. E da quel giorno continua a provarci ad ogni buona occasione, ostinato.Nonostante si sia beccato già quattro no, ormai mi sono abituata così tanto alle sue proposte settimanali che se mai se la smettesse probabilmente mi rattristerei. Anche perché è l'unico a domandarmelo. E poi, devo ammettere di essermici abituata. Ha sempre l'aria allegra, spensierata e molta più pazienza della sottoscritta. Forse è anche per questa ragione che siamo una grande squadra.
Amanda e Lucinda sostengono che io dovrei uscirci, ma la verità è che non vorrei rovinare la nostra amicizia. Soprattutto perché io non provo niente per lui e di questo ne sono più che certa. Insomma, non ho mai provato quelle stupide farfalle nello stomaco di cui si parla nei libri o nei film, quindi l'ho dato per scontato. Come mi immagino da innamorata? Come Heidi che saltella per le montagne. E di solito mi sento più una sottospecie di Trilly incazzata con il mondo.
È una delle poche persone con cui io riesca a parlare senza perdere la pazienza, questo è vero ma non riuscirei...Ecco, non riuscirei mai a vederlo come più di un amico. E onestamente non credo potrebbe sopportarmi se rimanesse con me troppo a lungo. A volte non mi sopporto neanch'io. Ho sempre bisogno di parlare, devo avere l'ultima parola e il mio ragazzo ideale, cosa che è un segreto che nessuno conosce, dovrebbe essere in grado di mettermi in difficoltà, o in imbarazzo. Con lui, purtroppo è il contrario.
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Revenge love
Roman d'amourLa vita di Ashley Cooper è sempre stata nella norma. Be' un po' sopra le righe come il suo stile, ma niente di speciale. Adora i cerchietti per capelli, le gonne vistose ma non ama le attenzioni. Si infila in situazioni dalle quali a volte fatica a...