•Cenerentola ha perso la testa•

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🎶Canzoni per il capitolo🎶

—"Into your arms", di Felax.
—"Walls could talk", di Halsey.
—"Ava", di Natalie Jane.
—"Go fuck yourself" di Two Feet.
—"I feel like I'm drowning" di Two Feet.
—"Misery", Maroon 5.

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[Ho creato su spotify la playlist per la storia, che ho inserito in una delle storie in evidenza su Instagram 🍓💞]

⚠️Piccola notizia: per chi non lo sapesse, ho postato un'altra storia sul mio profilo dal titolo "Noi siamo stelle cadenti", a chi andasse di leggerla ⚠️

Buona lettura 📖♥️

***


All'improvviso, invece di sentirmi Cenerentola che ha perso la scarpetta, mi sento più Cenerentola che ha perso la testa, perché ho come la sensazione che il mio cervello sia stato messo KO, del tutto in tilt a causa del sovraccarico di emozioni che mi stanno mangiando viva. Talmente tante che fatico a distinguerle, come un mucchio di colori sovrapposti l'uno all'altro.

Allo scoccare del bacio, a quel contatto improvviso, che mi destabilizza come se mi trovassi ubriaca su una giostra che ruota all'infinito, senza fermarsi mai, le mie palpebre si spalancano, atterrite, prima di chiudersi di scatto, guidate dall'istinto. L'immagine ravvicinata del volto di Mitchell svanisce, sostituita da un oceano d'inchiostro nero. L'ondata di panico e shock che mi avvolge come un cappotto, comincia a mano a mano ad irrigidirmi le ossa e aumentare il fluire del sangue nelle mie vene con la stessa costanza di un fiume in piena. Un fiume che mi rende frastornata come se fossi vittima di un elettroshock, che mi annienta la ragione. Il mio povero cuore inesperto, a quel tocco inaspettato, al bacio dell'inganno, subisce l'ennesima impennata, da capogiro, e il mio stomaco è vittima di schianti degni di un bombardamento. Il tempo si dilata, rallentando come nei film. Ci troviamo labbra contro labbra adesso, e il suo naso appuntito incontra prima il mio con l'audacia di chi ha intenzione di metterti a tacere, per poi scivolargli lentamente accanto e indugiare sulla mia guancia. È gelido, in netto contrasto con la temperatura opposta delle sue labbra che stanno marchiando con sicurezza le mie. Impiego istanti di troppo per comprendere fino in fondo che la sua mano, la stessa che fino ad un attimo prima era ferma contro la mia bocca, al momento è effettivamente svanita. Impiego un bel pezzo per concepire, accettare ed elaborare che la pressione contro le mie labbra sia dovuta ad una presa più dolce di un semplice palmo. A comprendere che Jamie Mitchell, il peggior nemico che io abbia mai avuto, mi stia baciando.

Il fiato corto, all'improvviso tutti i miei sensi entrano in stato d'allerta, divenendo profondamente consapevoli di ogni tocco e suono prodotto dal ragazzo che si staglia di fronte a me, mentre il resto del mondo rimane chiuso fuori, distante e confuso.

Un respiro spezzato all'improvviso squarcia il silenzio. Il suo, o forse il mio, non ne ho la più pallida idea. Contemporaneamente, una mano si intrufola tra i miei capelli. Mitchell. È tutto fin troppo confuso e le mie emozioni sono un intreccio indefinito di fili inaffidabili, ingarbugliati tra loro. I battiti accelerati del cuore mi risuonano con prepotenza contro le orecchie, ingannando me e il mio udito, tanto forte che sono certa possa sentirli anche lui.

Morse su morse mi serrano lo stomaco, voraci e violente come piragna. Il respiro mi viene a meno come se Mitchell lo stesse risucchiando dentro di sé. La sua mano, quella che prima si trovava sulla mia bocca, ancora prima che possa rendermene conto, a quel punto ha già raggiunto la sua rotta, come un pirata che conosce alla perfezione il mare che sta salpando. Le dita lunghe e affusolate di Mitchell, infatti, si appropriano ben presto del retro del mio ginocchio. La mia pelle brucia a quel contatto inaspettato, come scottata. La stoffa delle mie calze non è spessa a sufficienza da mantenere uno spazio decoroso tra la mia carne e la sua. Mitchell, inspirando ed espirando contro il mio naso, le sue labbra tuttora contro le mie, immobili, dà vita e spinge un brivido violento a corrermi lungo la spina dorsale, mentre mi solleva la gamba con un gesto esperto e agile, sollevandola fino a legarsela in vita. Avanzando ulteriormente verso di me e facendo svanire i millimetri scarsi che separavano ancora il suo corpo dal mio come fumo. Facendo così aderire completamente i nostri corpi. I muscoli scolpiti e duri quanto la pietra del suo torace scavano contro il mio seno e lo stomaco, incastrandoglieli contro come il tassello di un puzzle che trova la propria corrispondenza. A quel punto, il cuore che ormai mi scoppia dietro lo sterno, nel retro vigile della mia mente a dir poco sotto pressione, sbalordita e confusa, sorge, seppur un po' troppo lentamente, un lampo di consapevolezza. E nonostante il mio stato di stordimento e panico crescente, capisco che cosa stia facendo.

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