✨Solo noi ✨

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Can

Era trascorso già un mese e ciò nonostante sembrava trascorso un solo giorno.

Demet era energia allo stato puro.

Ogni giorno con lei somigliava ad un'avventura, e non ad un semplice giorno di pura routine.

I miei fratelli si stavano abituando alla sua presenza, spesso trascorrevano da lei il pomeriggio, subito dopo scuola e, con una scusa, spesso cercavano di trattenersi lì per cena.

Ed ovviamente la cosa non mi dispiaceva: ne coglievo l'occasione per trascorrere del tempo con loro o talvolta per invitare Demet a cena da noi. La nostra vita insieme stava diventando qualcosa di bello, davvero bello.

Da dopo il pranzo a casa sua, soli, non avevamo più parlato in modo esplicito di cosa fossimo, ma era abbastanza chiaro anche ai miei fratelli che tra me e Demet ci fosse una vera e propria relazione.

Aveva persino conosciuto Ilker e ciò mi faceva stare bene.

Prima di lei, qualsiasi donna non aveva mai conosciuto i miei fratelli, né tantomeno Ilker, mio fratello non consanguineo.

Cercavo di non pensare affatto che fosse già trascorso un mese e che solo due mesi ci separavano dal suo ritorno a casa, nella sua città di sempre.

Piuttosto cercavo di soffermarmi sul fatto che era trascorso un mese: un mese di noi. E quella sera avrei voluto festeggiare, ma purtroppo dovevo seguire lo shooting di un'agenzia pubblicitaria. E probabilmente sarei dovuto andare fuori città o chissà dove.

Ricevetti una telefonata. Seppi solo in quel momento che la destinazione era un albergo pluristellato sulla costa di una delle città più belle del mondo e a pochi chilometri da casa mia.

Ebbi un'idea e non esitai.

Passai fuori scuola, e dopo aver ripreso i miei fratelli, li portai a prendere un gelato. Ma prima di tornare a casa, passai ancora una volta fuori scuola e attesi Demet. Quando la vidi uscire mi si scaldò il cuore e lei mi vide subito e si illuminò, raggiunse l'auto e senza esitare salì. Ormai anche quella era un'abitudine consolidata: spesso passavo a prendere anche lei.

Entrò in auto e salutò i miei fratelli, poi allungò una mano e afferrò la mia.

"Ti ricordi oggi che giorno è?" mi chiese, ma a quel punto una sequela di idee si fece strada dentro di me e capii cosa avrei dovuto fare.

Colsi l'occasione al volo e finsi di non ricordare.

"Non saprei forse ... l'ultimo giorno lavorativo della settimana!"

Sapevo quanto Demet amasse il fine settimana e ne approfittai, fingendo di credere che fosse proprio quella la ragione del suo entusiasmo e che fosse proprio ciò che avrei dovuto ricordare.

Ma lei faceva riferimento al fatto che fosse passato un mese da quel sì.

Per tutto il resto del tragitto lei tacque. Probabilmente imbronciata, ma mi sforzai di non dedicarle alcuno sguardo. Avrei ceduto.

Quando arrivammo a casa, i miei fratelli sgattaiolarono nella propria camera ed io ne approfittai per continuare ad attuare piano che mi ero prefissato.

"Questa sera devo lavorare potresti badare tu ai miei fratelli!"

Parve interdetta, si imbronciò ancora una volta ed accettò.

"Va bene, questa sera ad ora di cena passo io da voi. Ora vado a casa: ho dei compiti da correggere!" disse con aria sommessa e si congedò, sparendo in casa.

Ne approfittai, telefonai ad Ilker e gli chiesi di badare ai miei fratelli. Gli proposi di passare a prenderli dopo un paio d'ore e di tenerli con lui per tutto il fine settimana.

Desiderami, Ma Fallo Ad Alta Voce!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora