Demet
Tante cose erano cambiate in meglio, ad esempio: non appena l'alba era sorta non mi ero sentita spaesata, avevo osservato la mia nuova camera e quasi mi era parso di sentirmi al sicuro più che mai.
Poi, avevo preparato la colazione e avevo contato le ore che mi separavano dal rivedere Can, e da quel pranzo.
All'incirca un paio d'ore prima dell'ora prestabilita iniziai a rimestare, a preparare e rassettare. Volevo che tutto potesse essere perfetto. Volevo che Can riuscisse a sentirsi a casa sua.
A quel punto, dopo all'incirca un paio d'ore di impegnativa sessione casalinga, mi misi a sedere ed osservai il lavoro fatto. Avevo imbandito una tavola perfetta. Avevo preparato della pasta al sugo e delle perfette polpette in salsa piccante. Avevo persino preparato un dolce e non avevo dimenticato di aggiungere due piccoli cuori rossi sulla superficie del tavolo.
Quei cuori rossi li avevo presi da un vecchio quaderno che apparteneva alla mia infanzia e che portavo con me da sempre come simbolo di sicurezza, di legame col passato. Ma avevo deciso che uno di quei cuori lo avrei ceduto a lui, in simbolo della promessa che ero pronta a fargli. E che lui non sapeva.
Quando sentii picchiare contro il legno della porta mi parve di impazzire. Ero emozionata come una liceale al primo appuntamento o forse anche di più.
Controllai il mio aspetto allo specchio. Indossavo dei pantaloncini e una semplice maglietta bianca. I capelli erano raccolti in un codino poco ordinato ma il trucco che copriva il mio viso, conferiva a quel codino un tocco perfetto e ciò poteva bastare.
Quando aprii la porta Can reggeva in mano un pacchetto ed un fiore. Il fiore lo riconobbi nell'immediato. Era un giglio e a quel punto una sequela di immagini riportò alla mia mente la colazione del primo giorno, e compresi al volo che quel giglio non era stato un regalo di Emre ma un regalo di Can.
"Ti prego dimmi che sei stato tu a regalarmelo ... la prima volta!" dissi.
Lui scoppiò a ridere e senza tergiversare entrò in casa richiuse la porta alle sue spalle.
Mi baciò: un bacio delicato, non passionale, ma lento, che mi costrinse a sospirare nel momento in cui ci distaccammo.
E mentre mi pareva di sentirmi intontita, lui mi fornì una risposta...
"Giglio: il tuo profumo. L'ho riconosciuto sin dal primo giorno e mi fa impazzire!" ammise.
Abbozzai un sorriso e probabilmente arrossii. Lui sorrise fiero e preso.
Come faceva a sapere che il mio profumo era al giglio?
Come aveva fatto a riconoscerlo?
Era sempre così attento a tutto ciò che concerneva la mia persona e ciò mi faceva impazzire davvero.
Ero passata dal contare i giorni per scappare via, al contare i giorni e sperare che passassero lentamente.
Ci accomodammo e pranzammo.
Can mi disse che i suoi fratelli erano ancora a scuola, e sarebbero rimasti lì fino al tardo pomeriggio, ma io lo sapevo già, era proprio per tale ragione che lo aveva invitato da me.
Mi disse anche che quella sera non ci sarebbe stato, poiché aveva un servizio fotografico ed io mi offrii ancora una volta di badare ai suoi fratelli e lui parve davvero felice ma non accettò subito, prima si assicurò che non fosse troppo di disturbo e quando parve convinto che mi facesse davvero piacere allora accettò.
Ci perdemmo per qualche minuto a parlare dei suoi fratelli.
Mi disse che il padre non si era fatto vivo ma che lui, forse per presentimento, sapeva che prima o poi sarebbe tornato a bussare alla loro porta.
Lo vidi intristirsi per un attimo e cercai di fare qualsiasi cosa pur di lavare via quel broncio.
C'era solo un modo.
"Ieri è stato alquanto imbarazzante!" dissi ad alta voce.
Can capì a cosa stessi facendo riferimento e scoppiò a ridere.
"Parli del momento in cui mia sorella ci ha interrotti?" rise poi parlò ancora "A proposito
... non scappare mai più!" disse scherzando.Ma io colsi l'occasione per confessargli una verità importante per me.
"Can ... io devo dirti una cosa!"
Mi guardò con sguardo dolce e rassicurante e mi invitò a procedere ed io lo feci, sentendomi nell'immediato al posto giusto, senza remore.
"Prima di conoscerti avevo delle idee, ma l'attrazione tra noi mi ha stravolto alcuni punti cardine del mio pensiero!"
"Cioè?" chiese confuso.
"Non credevo ai colpi di fulmine. Non credevo che ci si potesse sentire attratti da una persona così tanto ..." allusi anche all'attrazione sessuale, ma non lo dissi ad alta voce. Quello no.
Can dipinse un sorriso sul suo volto e mi scrutò con sguardo perso.
"Vedi ..." ripresi a parlare "Io non sono mai andata a letto con nessuno. Ho sempre creduto che fosse qualcosa di importante. Qualcosa per cui sarebbe valsa la pena aspettare!"
Can parve sorpreso piacevolmente, poi allungò una mano sino alla mia.
"Non avevo idea di tutto ciò. Ma è una cosa bella, ti fa onore. E se può esserti d'aiuto, anche io non credevo ai colpi di fulmine o ad una tale attrazione. E anche tu hai stravolto tutte le mie idee..." ribadii le mie parole.
Scoppiamo a ridere entrambi e parve che il sereno fosse tornato.
Per tutto il pranzo non avevo fatto altro che fissare quel pacchetto che lui aveva portato con sé e quando finimmo di pranzare, poco prima del dolce, non riuscii a resistere e glielo chiesi.
"Cosa c'è lì dentro?"
Lui mi scrutò e senza esitare mi cedette il pacco senza accompagnarlo neanche con una parola.
"Devo aprirlo?"
Can annuì ed io non esitai.
Quando lo aprii vidi che all'interno c'erano i soldi che avevo lasciato a lui il primo giorno e mi sentii perplessa.
"Non voglio che tu me li restituisca!" dissi.
Can sorrise, si mise in piedi e mi raggiunse e quando fu abbastanza vicino, sia adagiò sulla punta del tavolo, scrutandomi dall'alto con i suoi occhi penetranti e con il suo sorriso.
"Da quando sei venuta qui in casa nostra, tutto è cambiato. Hai portato con te una folata di leggerezza e un profumo inebriante. Hai portato il sole nelle nostre vite e non voglio alcun soldo da te!"
Sorrisi. E non riuscii a trattenermi.
Lasciai che la sedia stridesse contro il pavimento, mi misi in piedi e lo baciai. Feci ciò che avevo desiderato fare fin dal momento in cui l'avevo visto entrare in casa, e lui ricambiò quel bacio, e non c'era più traccia di dolcezza, ma solo di una forte passione.
Mi distaccai e a qualche centimetro dalla sua bocca bisbigliai qualcosa.
"Probabilmente stiamo sbagliando tutto, ma ormai ho deciso: voglio provarci!"
Feci riferimento a una sorta di fidanzamento e lui comprese, ma senza indugiare mi baciò ed io lo presi per un sì.
👌tesorini nel prossimo la loro prima volta!!! perchè nel prossimo? poi capirete...c'è un perchè!!! vi adoroo
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Desiderami, Ma Fallo Ad Alta Voce!
FanficDemet è una giovane donna laureata in lingue e culture europee. Vive in una affollata, caotica città, ma una proposta di lavoro la condurrà lontana per tre mesi. Quella proposta inaspettata la porterà in una cittadina dai colori sgargianti e dai vi...