✨Forse ti dico no✨

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Demet

"Mi hai messo paura!" dissi, vedendo mio fratello adagiato comodamente sul piccolo divano nel centro della stanza. Era notte fonda.

Ci fu un breve silenzio. 

Dopo qualche minuto prese a parlare ed io iniziai a sentirmi sotto pressione come se fossi impegnata in una vero e proprio interrogatorio. 

"Siamo qui per te, eppure ti vediamo solo poche ore al giorno!" mi disse.

Ed io provai a difendermi.

 "Solo perché ho un lavoro, non vuol dire che non voglia stare con voi!" 

Burak, era una bella persona, ma spesso esagerava.

"Ma il punto non è questo. Il punto è un altro: dovevamo pranzare insieme e hai disertato. Poi, dopo cena sei sparita. Sono uscito in balcone e ti ho aspettato ..." disse e poi attese qualche attimo.

A quel punto iniziai a tremare. Sapevo che c'erano molte probabilità che mi avesse visto con lui, con Can. 

E anche il tono che stava sfoderando riuscì a confermare i miei dubbi e qualsiasi certezza si sgretolò. 

Giocai di attacco.

"Cosa fai? Ti metti a spiarmi" lo accusai.

"Non ti stavo spiando. Ho solo cercato di fare chiarezza. E soprattutto vorrei che tu aprissi gli occhi..."disse e attese una mia reazione.

"Non so di cosa tu stia parlando!" cercai di difendermi. 

Senza indugi mio fratello si mise in piedi, eliminò la distanza fra noi e venne ad afferrare la mia mano.

"Ti prego! Non voglio che tu soffra ancora. Non voglio che soffra ancora la nostra famiglia. Ti ricordi cosa è accaduto quando ti hanno affidato a noi?" disse.

Un brivido percorse la mia schiena, ma non trovò soddisfacimento, bensì quel brivido continuò a lambire la mia pelle per altri interminabili minuti. 

Il ricordo di ciò che era accaduto, quando mi avevano affidato a coloro che ora erano la mia famiglia, era ancora vivido dentro di me e ancora altrettanto doloroso. 

Avevo sofferto. Per gran parte della mia vita avevo creduto di non essere abbastanza. Avevo creduto che chiunque avrebbe potuto scegliere di tenermi con sé e poi lasciarmi andare quando la vita gli avrebbe offerto qualcosa di meglio. 

Ci avevo messo del tempo a capire che nella vita potevano esistere legami veri, veri amori, e i veri affetti. Una famiglia vera. Un'amicizia vera. Ci avevo messo del tempo a capire che nella vita poteva esistere davvero la fiducia. 

Ci avevo messo del tempo e avevo sofferto a lungo, e quel tragitto mi aveva portato a delle nuove consapevolezze e, durante quel percorso astratto, la mia famiglia aveva sofferto con me.

Mio fratello notò la mia espressione assente e probabilmente il mio sguardo vacuo e invece di provare a smettere, infierì ancora per qualche secondo.

Mi ricordò per quante notti avevo svegliato tutta la casa con incubi e paure. 

Mi ricordò per quanti anni avevo preferito il silenzio alla parola.

Per quanto tempo avevo concesso solo a me la fiducia, piuttosto che concederla a chiunque.

"Non capisco cosa c'entri adesso tutto questo!" gli dissi.

Ma in fondo, nel profondo cantuccio del mio animo, sapevo benissimo cosa c'entrasse quel discorso.

La mia permanenza in quel paese sarebbe durata solo tre mesi, dopodiché sarei tornata alla mia vita e chiunque, qualsiasi nuova conoscenza sarebbe svanita.

E le probabilità che io potessi rimanere lì dov'ero, erano molto basse.

 E Can di certo non mi avrebbe seguita: aveva due fratelli a cui badare, un lavoro ben avviato, degli amici, delle proprietà, e un padre e una madre pronti a farsi vivi da un momento all'altro.

Lui non avrebbe mai lasciato quel paese e io non avrei mai accettato di vivere lì, con loro.
Eravamo una storia che aveva già un finale scritto.

Non c'erano punti interrogativi, né tantomeno punti sospensivi. C'era solo un unico finale e probabilmente questo finale avrebbe potuto rappresentare un ricordo troppo doloroso per me. Un'ennesima ferita in un animo già logorato.

Forse mio fratello aveva ragione. Forse per la prima volta avevo dato troppa fiducia all'istinto e poco ascolto alla razionalità.

Mi stavo cacciando in un guaio più grosso di me e probabilmente non avrei saputo correggere quell'errore. Qualcosa che probabilmente non avrei mai saputo sistemare con tanta facilità. E non volevo trascinare nessuno in quell'abisso.

Cercai di rassicurare mio fratello, e al contempo cercai di rassicurare anche me.

Ciò che provavo per Can era troppo raro, troppo forte per lasciarlo andare; ma era altrettanto raro e altrettanto forte da dover prendere delle precauzioni. Per me stessa e per gli altri!

Solo tre mesi.

Era la frase che mi aveva consolato durante il lungo tragitto che mi aveva condotto dov'ero. Un estenuante viaggio durato all'incirca dodici ore.
Una distanza che non avrebbe potuto tenerci insieme davvero.

D'un tratto le poche certezze di ciò che provavo si sgretolarono e una miriade di dubbi mi assalirono. Non avevo scelta. Dovevo concentrarmi sul mio lavoro e poi andare via, lasciandomi tutto e tutti alle spalle.

Anche lui...

Abbracciai mio fratello e mi congedai con la scusa della stanchezza dovuta all'interminabile giornata.

Andai a letto, e la mia migliore amica stava già dormendo (per fortuna).

Cercai di tenermi distratta, ma la mia mente non faceva altro che ricordarmi quei baci.

Sarebbe stato davvero difficile dimenticare una persona che conoscevo da poco?

Potevo provarci. Dovevo provarci.

Sbuffai, ero stanca davvero stanca.

Mi distesi e a quel punto lo smartphone prese a trillare.

Lo afferrai. C'erano tre messaggi. Ma non ebbi il coraggio di leggerli.

Mi sentivo così confusa. 

Potevo davvero lasciare andare?

Ero in grado di farlo?

Potevo davvero fingere che quella attrazione che provavo fosse un sentimento semplice, comune, normale?

Perché non lo era. 

Era qualcosa di forte e di raro e soprattutto qualcosa di bello. Ma non ero pronta a farmi del male e non volevo fare del male a nessuno: né alla mia famiglia, né a Can, né ai suoi fratelli.

Promisi a me stessa che non avrei risposto per nulla al mondo, ma dopo aver tirato un respiro di incoraggiamento afferrai il cellulare e lessi i messaggi.

Mi venne da piangere, e non ero certa della ragione.

Così provai ad affidarmi all'istinto. Un' ultima volta.

E risposi a quei messaggi.






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