✨Era un addio?✨

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Demet

L'istante stesso in cui varcai la porta e lo abbandonai in preda alla crisi emotiva, mi sentii sbagliata. Era arrabbiato, e non potevo lasciarmi ferire dalle sue parole. Non al primo ostacolo. Dovevo provarci. Era l'amore della mia vita e non potevo permettere al mio orgoglio di sovrastare l'interesse, l'amore, la dedizione che provavo per lui. Tornai indietro e picchiai contro il legno della porta e quando lui venne ad aprire, senza rifletterci, lo baciai e finimmo per fare ancora ciò che più amavo fare da quando l'avevo conosciuto.

"Scusami" gli dissi e gli diedi un bacio sull'angolo della bocca.

Lui adagiò una mano sul petto e cominciò a sfiorare la mia schiena con l'altra.

Mi afferrò e mi sollevo leggermente fino a spingermi con la schiena contro il muro alle nostre spalle.

Mi sentii al posto giusto quando il suo respiro caldo graffiò la mia pelle e io soffocai un sospiro mentre la sua mano si spingeva a sfiorare lembi di pelle sensibili.

Nel momento stesso in cui prese il controllo della situazione, ci liberò dagli impedimenti e attuò la nostra unione, ed io mi sentii persa.

Inarcai la schiena e trattenni con tenacia qualsiasi sussurro. Ma dalla bocca riuscì a strapparmi un ti amo che lui afferrò e ricambiò, senza smettere di focalizzarsi su ciò che stavamo facendo.

Era un tripudio di sospiri, pelle ardente, i nostri profumi e i sensi che si aprivano e i corpi che si avvinghiavano sempre più.

Non ricordavo di aver goduto mai davvero come in quel momento, ed era strano, perché in cuor mio sapevo che quella dimostrazione d'amore non era quella più adatta, ma forse quella di cui avevamo ancora bisogno.

I nostri corpi non erano mai stati  uniti come in quel momento, forse.

Perché oltre i corpi erano unite le anime.

Il piacere sì dissipò in me, dentro di me, con spinte dure e decise.

Mi portò in alto ed io fui costretta ad aggrapparmi alle sue spalle. Mentre lui mi sorreggeva con le mani.

I miei denti affondavano nella sua carne, ma con dolcezza, senza lasciare solchi permanenti, ma piccoli segni.

Sorse dal profondo un desiderio intenso e nessuno dei due parve volersi fermare...

Quella notte dormimmo insieme. In casa sua. Ma al mattino dopo la tempesta era dietro l'angolo

"Questo è il biglietto" Mi disse prima di uscire. "È l'indirizzo della scuola!"

Probabilmente aveva frainteso e fui costretta ad avvicinarmi a lui, a sollevare le mani e a incastrare il suo viso in una presa salda e con dolcezza fui costretta a confessare ciò che avevo dentro.

"Non accetterò, non andrò a quel colloquio. Sono tornata e ti ho chiesto scusa perché sei la mia vita, sei l'unico amore della mia vita, e non era giusto lasciarti in preda a quella tempesta. Le mie scuse erano scuse per non averti ascoltato!"

A quel punto si infuriò ancora.

"Credi che fare sesso sia la soluzione? Allora va...va via! Ma non verrò a salutarti. Lo giuro. Non ti dirò ciao sorridendo con fierezza, mentre temo che sia un addio!" disse con voce pacata.

Uscì, tuonando la porta alle sue spalle.

Quella frase riecheggiò dentro di me.

Sembrava una minaccia o forse una promessa e non avevo torto. Ormai lo conoscevo bene.


Il giorno in cui partii, Can non venne a salutarmi ed io abbandonai quella città di nuovo in lacrime e sola. Proprio come quando ero piccola.

Desiderami, Ma Fallo Ad Alta Voce!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora