✨Ed era tutto bellissimo✨

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Can

Faticai a cercare un modo per non riflettere.

Per tutto il giorno avevo sperato di riuscire a tenermi distratto e in parte ci ero riuscito.

Ma Demet era costantemente nei miei pensieri.

Quei baci.

Mai avrei potuto immaginare di provare qualcosa di così forte dopo dei semplici, innocenti, baci.

Ma lei, quel profumo, il suo fascino erano impressi nella mia pelle, nei miei ricordi.

Avevo ostinatamente sperato di incontrarla per caso, o forse avevo sperato di non incontrarla affatto.

La potenza dell'attrazione che provavo per lei quasi mi spaventava.

Mi impegnai a tenermi distratto. Ancora.

I miei fratelli avevano la gran parte del merito: accompagnarli a scuola, riprenderli da scuola, fare loro da mangiare, e poi la doccia, i compiti.

Le ore della giornata volarono via senza alcuna difficoltà.

E a fine giornata mi ritrovai dinanzi ad un imprevisto.

Un' agenzia pubblicitaria aveva bisogno di me: stavano per perdere un'occasione e avevano bisogno di creare, senza indugi e senza remore, una nuova campagna pubblicitaria da zero ed io ero la loro ultima possibilità di salvezza.

Telefonai ad Ilker, uno dei miei migliori amici, e gli chiesi di passare a casa e tener d'occhio i miei fratelli per un paio d'ore e lui non esitò.

Dopo una manciata di minuti arrivò ed io fui libero di andare a svolgere il mio dovere.

Ma il mio lavoro non giocò a mio favore. Non feci altro che pensare a lei. E ripensare a lei.

Ad ogni scatto, ad ogni volto incrociato per caso.

Avevo una voglia matta di rivederla, di parlare dei baci e magari baciarla ancora.

Eppure, non ero certo di nulla.

Probabilmente lei era già pentita. Probabilmente era tutto inappropriato.

Eppure, tutto sembrava aver assunto una luce diversa.

Riuscii pian piano a distrarmi e finii per dimenticarmi in parte di ciò che era accaduto, ma quando terminai il servizio fotografico, tornai a casa e lì i ricordi mi avvolsero nuovamente. Sollevai la testa e la luce in casa sua era spenta.

"Ehi, guarda chi c'è" una voce attirò la mia attenzione.

Ilker era seduto accanto all'uscio della portafinestra e stava tenendo d'occhio Emre e Leyla che giocavano a calcio con una palla rossa e nuova.

"Nuovo regalo dello zio?" chiesi, e loro corsero ad abbracciarmi.

Emre confermò la mia teoria: era un nuovo regalo.

"Devi smettere di fargli dei regali!" scherzai e gli tirai un pugno delicato.

A quel punto Ilker scoppiò a ridere.

"Mi fermo per cena!" aggiunse subito dopo.

Ed io gli mostrai la busta della spesa.

"Sai prevedere ogni mia scelta" scherzò lui.

Demet

Uscii da scuola molto tardi.

E da una parte fu un sollievo. Non avevo idea di come avrei reagito nel rivedere Can e, procrastinare sembrava l'unica soluzione.

Desiderami, Ma Fallo Ad Alta Voce!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora