Demet
Avevo gli occhi chiusi e cercavo di ripercorrere ciò che era accaduto la sera prima.
Can, quei baci. Mi aveva baciata con spudoratezza. Avevo ancora il suo sapore sulle mie labbra, nella mia bocca. Sentivo le sue mani su di me.
Mi resi conto di avere gli occhi chiusi, così li dischiusi.
Mi misi a sedere e mi voltai.
C'era Ayca che dormiva seraficamente nel mio letto, a qualche centimetro da me.
La mia mente era confusa. Ricordavo i baci con Can. Ricordavo la pessima figura. Ricordavo di aver chiesto ad Ayca di fingere. E lei lo aveva fatto.
Al nostro ritorno i nostri fratelli erano ancora svegli.
Riaffiorò un ricordo, come se a poco a poco stesse migliorando la mia lucidità.
Cosa avevo fatto?
Avevo mille domande che ronzavano nella mia mente, ma una fra tutte parve essenziale.
Come avrei dovuto comportarmi con Can?
Cos'erano quei baci?
Cos'era quell'attrazione?
Ayca si svegliò e senza riflettere, si mise in piedi, raggiunse la cucina e fece ritorno dopo qualche secondo.
"Dormono!" esclamò fiera e si mise a sedere.
Non aveva lasciato del tempo alla sua mente per riconnettersi alla realtà. Era sveglia e voleva sapere ogni dettaglio. Stava implodendo di curiosità.
"Hai qualche domanda per me?" chiesi attenta.
"Parla!" disse, e si portò le gambe al petto.
Avrei mai potuto negargli qualcosa?
Era come una sorella.
Scoppiai a ridere.
"Va bene, ma prima chiudo la porta!" dissi e mi misi in piedi.
Scoppiai a ridere e presi subito a fornirle spiegazioni valide.
Mi importava cosa credeva, cosa pensava.
E poi sembrava la giusta carta di baratto.
Io le avrei raccontato la verità sull'accaduto e lei avrebbe dovuto raccontarmi tutta la sua verità.
Inutile dire che Ayca mi tempestò di domande.
Persino ricordare divenne difficile a causa delle mie reazioni azzardate: mi sentii avvampare al solo ricordo di quei baci e di come il tutto avvenisse senza alcun tipo di difficoltà, ma con semplicità.
Era la prima volta per me.
Non riuscivo ad immaginare il momento in cui avremmo dovuto parlare del bacio.
Ma le raccontai ogni dettaglio e lei continuò ad esortarmi: "Mi piace quando sei così poco razionale!"
Chiacchierammo per molto e quando fu ora di andare, mi misi in piedi, mi preparai alla svelta ed affidai casa ad Ayca, Kerem e Burak.
Promisi loro che sarei tornata per la pausa pranzo. In fondo la scuola era vicina.
"Ci vediamo dopo!" sussurrai, prima di uscire e sgattaiolare via. Questa volta sperando di rincontrare Can.
Non sapevo cosa avrei potuto dirgli, ma non mi importava, mi andava di vederlo.
Ma fui delusa, non lo incrociai.
Arrivai a scuola e dopo la prima ora di caos, ebbi modo di riflettere.
Non opponevo alcuna resistenza. Ed era ciò che più mi sconvolgeva.
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Desiderami, Ma Fallo Ad Alta Voce!
FanfictionDemet è una giovane donna laureata in lingue e culture europee. Vive in una affollata, caotica città, ma una proposta di lavoro la condurrà lontana per tre mesi. Quella proposta inaspettata la porterà in una cittadina dai colori sgargianti e dai vi...