✨E ritorno da te✨

828 112 13
                                    

Can

Mentre sistemavo, trovai una lettera incastrata in un angolo della libreria. Era di Demet.

Caro Can,

ti scrivo questa lettera mentre la mia mano trema e non posso impedirlo. Non so come ciò che sento ora sia nato, non so come ciò che provo sia irrotto in me, non sono certa di nulla in questo momento. Ma so per certo che tutto ciò che abbiamo vissuto non lo dimenticherò, e lo so che detto così sembra che questa lettera sia una lettera d' addio, ma non lo è. Lo giuro. O almeno spero non sia così. Spero che sia solo un gesto che concretizzi la consapevolezza della mia partenza; dentro di me e dentro di te.

Si dice che finché non fai i conti con ciò che hai dentro, ciò che senti nell'anima, allora non riesci a tirarlo fuori davvero; e proprio ciò che sto facendo, sto provando a fare i conti con ciò che provo.

Ti amo. Ti amo. E posso ripeterlo all'infinito. Ti amo come non ho mai amato nulla e nessuno. Ti amo per la tua purezza, bellezza, passionalità, forza. Amo i tuoi fratelli, come parte di te.

Il fatto che sia io ad andare via, quasi mi spaventa molto più che se fossi stato tu ad andare via.

Sarebbe stato meglio se fossi stato tu ad andare via, perché avrei lottato contro il mio egoismo e sarei stata felice per te, per la vita che ti aspettava. E invece sono io quella che deve partire, colei che deve porre fine a questa favola e non riesco ad essere egoista.

A molti chilometri da qui c'è la mia opportunità, l'opportunità di una vita, che mi attende ... ma dire addio a tutto ciò fa male.

Non riesco a pensare di tenermi lontano da te, dai tuoi fratelli, dalle nostre passeggiate, dalle nostre cene, dalle nostre chiacchierate in giardino, dai nostri giochi serali, dalle nostre routine improvvisate, dai nostri pranzi, dai nostri sguardi, sorrisi, dai nostri momenti di intimità e amore rubati in ogni angolo, il sesso forte, dolce, passionale.

Non riuscirò a dire addio a nulla di tutto ciò, ma mi consola la certezza che il nostro amore resisterà oltre, contro qualsiasi ostacolo.

E ancora non so cosa ti dirò quando ci saluteremo, quando questi tre mesi saranno definitivamente finiti, non lo so cosa ti dirò, ma sono certa che sarà un bel momento perché proverò a tirare fuori dal mio cuore tutto ciò che provo e ci sentiremo liberi, leggeri, felici, e innamorati più di prima.

La tua (più che mai) Demet.


La mia Demet...
La mia Demet...
La mia Demet...

La lessi e mi sentii squarciare.
Lei mi amava in modo assoluto come io amavo lei.

Avevo sbagliato. Lo sentivo. Lo avvertivo: dentro di me c'era un vuoto. Nella casa c'era un vuoto. Nella vita dei miei fratelli c'era un vuoto. Io non esistevo più, da quando lei era andata via tutto sembrava aver perso senso, avevo bisogno di lei, dovevo rispondere a quel messaggio a cui non avevo trovato una risposta valida, degna di lei.

Ero stato egoista. Ed erano trascorsi due mesi da quel giorno e il padre dei miei fratelli era sparito, senza provare più a portarli via. Avevo fatto troppo rumore per niente. Invece di mettere lei al primo posto. Invece di dominare il mio egoismo.

Vedevo ogni giorno i miei fratelli distratti, o giù di morale. Loro almeno l'avevano salutata. Lei aveva trascorso delle ore con loro, giurandogli che li avrebbe chiamato  ogni sera. Ed era così.

Volevo parlare. Ma io non avevo il coraggio, non mi sentivo all'altezza di una donna meravigliosa come Demet. Per la prima volta non avevo coraggio. Lei era pronta a fare tanto per me ed io invece avevo lasciato spazio alla rabbia, al dolore di perderla e in realtà l'avevo persa davvero.

Ma non del tutto.

Di quello ero certo: nei suoi occhi avevo letto la tenacia, lei era certa che la distanza non ci avrebbe separati. 

Ma io avevo una soluzione migliore, una soluzione drastica che probabilmente avrebbe richiesto un altro po' di tempo. Ma ne sarebbe valsa la pena.

Da una parte temevo di sbagliare, non potevo rovinare la vita a nessuno.

Non ero certo di ciò che dovevo fare, avevo bisogno di un segno.

Mentre sistemavo un libro in uno delle scatole, un post-it scivolò e finì sul pavimento.

Per gli amanti fuggire è codardo. È non voler affrontare il pericolo. E il pericolo è divenuto così raro nella vita moderna. Oscar Wilde.

Ora sapevo cosa fare.

Per me, per noi, per i miei fratelli, per lei...

Desiderami, Ma Fallo Ad Alta Voce!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora