✨Sì o No✨

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Demet

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Com'era potuto accadere?

Non avevo una risposta valida.

Cosa stava succedendo?

Non avevo una risposta valida.

Com'eravamo finiti nella mia nuova casa?

Non avevo una risposta valida.

Sapevo solo quanto tutto fosse inappropriato.

Eravamo nella mia nuova camera. 

Non potevamo fare ciò che stavamo facendo. Non quella sera. Non con quel bicchiere di vino di troppo. Non dopo quei baci al limite dell'attrazione rovente.

"Quindi non posso farlo?" chiese Can, mentre la sua mano si insinuava sotto la mia maglia per sfiorarmi la pancia.

Avvertii un brivido e la voce mi si smorzò fatalmente tanto da non riuscire a pronunciare un no convincente. Vacillai.

Stavo tremando.

Abbozzai un sorriso.

Si sentì incoraggiato a proseguire.

Mi invitò a distendermi con le spalle contro il materasso e si sovrappose a me con il suo corpo.

"No", negai "Non possiamo!"

"Perché?" chiese realmente coinvolto.

Anche sin troppo coinvolto ormai.

"E' tutto sbagliato" dissi.

"Tutto piacevolmente sbagliato" parlò lui, correggendomi, mentre le sue labbra tornavano al mio collo.

Glielo lasciai fare per qualche secondo.

Poi rinsavii.

"Can!" parve perlopiù un sussurro.

Sorrise e sentii il suo alito caldo graffiarmi il collo.

"Smettila. Rilassati!" continuò con le sue labbra nell'incavo della mia spalla.

"Non possiamo!" ribadii senza dilungarmi.

"Tu mi piaci davvero, Demet" disse con tono malizioso "Anche io ti piaccio. Lo so!" scherzò allontanandosi.

Mi liberò dalla presa e si mise a sedere in modo docile, eppure sembrava ancora animato dalla stessa voglia che avevo io, ma che provavo ostinatamente a celare.

Mi misi in piedi.

Era una provocazione.

Mi stava mettendo alla prova?

Voleva che gli dimostrassi la mia vulnerabilità?

Era vero: anche lui mi piaceva.

Ma non ero mai stata davvero brava a gestire le mie emozioni. Eppure, nemmeno i tentativi di opposizione del mio inconscio riuscirono a frenarmi.

Mi avvicinai a lui che era ancora seduto sul letto.

Non ero sicura di cosa volessi fare. Forse era quell'atmosfera così calda che mi attraeva irrefrenabilmente verso l'oggetto del mio bramoso desiderio: Can.

Can...

Il suo nome riecheggiava nella mia mente con una certa sfumatura onirica.

Lui mi rendeva diversa: disinibita, vulnerabile.

Forse era tutta colpa di quei baci.

O forse era solo l'atmosfera, il buio, il vino...

Quando fui abbastanza vicina da non potermi tirare indietro, Can seppe giocare con maestria la sua carta vincente: balzò in piedi e prese il mio viso tra le mani.

Desiderami, Ma Fallo Ad Alta Voce!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora