CAPITOLO 7

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Quando avevo sei anni conobbi per la prima volta un bambino biondo, occhi azzurri che tendevano al verde e un aspetto a dir poco incantevole. Si chiamava Jonathan Jones ed era il figlio di un caro amico di famiglia; abbiamo passato tanti bei momenti insieme da diventare inseparabili e, seppur non glielo abbia mai detto, ho sempre percepito molta sintonia tra di noi. Mi è piaciuto dal primo momento ma lui mi ha sempre vista come un'amica e devo dire che ero troppo piccola per capire a cosa stessi andando incontro. Con il passare degli anni abbiamo perso i rapporti e lui si è trasferito nel New Mexico: da lì non l'ho più sentito né richiamato. Inizialmente è stata dura lasciarlo andare, ma poi ci ho fatto l'abitudine. Ognuno aveva preso strade diverse ed era giusto così: nessun rimpianto. Ero finalmente riuscita a togliermelo dalla testa e... J:- Wow sei davvero cresciuta tanto... posso darti un abbraccio Ky ? E' cambiato tantissimo ed è davvero alto, gli occhi però sono sempre gli stessi. K:- Certo. Il profumo è sempre lo stesso e il calore delle sue braccia mi era mancato. J:- Tua mamma non mi aveva detto del tuo amore verso lo sport, ho sempre pensato che non ti piacessero questo genere di cose. K:- Storia lunga. M:- Jonathan si fermerà qui per qualche giorno e starà a casa nostra. K:- Perfetto. Vederlo di nuovo dopo tutti questi anni mi ha letteralmente uccisa dentro: sarà per i ricordi o per altro ma non riesce ancora ad essermi del tutto indifferente. M:- Mangi con noi una pizza? K:- Mamma io e la squadra andiamo a fare un aperitivo insieme, tornerò più tardi. So che ci tieni tanto ma avevo promesso loro di esserci. M:- Jonathan non vedeva l'ora di passare un po' di tempo insieme e, onestamente, anche io. J:- No tranquilla, divertiti con i tuoi amici. K:- Grazie. Jonathan fa un gesto con la mano in segno di saluto e... J:- A dopo allora Ky. K:- A dopo. M:- Chi era quel belloccio? Non ci hai mai parlato di lui eppure sembra essere importante. ELLA:- Siamo pronti per brindare allora? TUTTI:- Sìììì. K:- A questa vittoria e (si spera) a tante altre ancora. ALLENATORE:- Crediamoci Dickinson, crediamoci. Mentre riempio il mio stomaco di patatine,  al mio fianco compare Meghan che, versandosi del punch, mi dice:- Mi devi dire qualcosa? K:- Jonathan è un caro amico di famiglia. M:- Intendo della questione Dave. ( sussurrandomelo all'orecchio) K:- Stavo male e mi ha aiutata. È stato gentile. T:- Di che state parlando voi due? K:- Di Meghan che non si fa gli affaracci suoi. E:- Sei sempre la solita impicciona. M:- Parla per te bello. K:- Possiamo, per una volta, smetterla di fare scenate? E:- Ha iniziato lei. M:- E tu hai continuato. A volte sembra quasi che arrivino alle mani: da una parte è divertente, dall'altra ti viene solo voglia di strangolarli entrambi perché sono capaci di continuare così per addirittura delle ore. MORGAN:- Un altro giro di drink? TUTTI:- Decisamente.

DAVE'S POV

LIZZIE:- Allora che ne dici di andare a casa mia? D:- Scusami ma non mi sento tanto bene, sarà per la prossima volta okay? LIZZIE:- Quindi mi lasci qui da sola? D:- Prenderai un taxi e... siamo in un ristorante, non ti lascio di certo in un luogo sperduto. Prendo la mia giacca. L:- Ma come farò a rintracciarti? D:- Non è un mio problema. Esco dal locale, accendo il motore della macchina e mi dirigo verso casa. So che potrei essere una di quelle persone che odi, ma non riesco a fingere di stare bene con una persona quando non è così. È meglio stroncarla prima che uno dei due si faccia male. Con Vanessa non è andata bene proprio per questo e non voglio che accada di nuovo; sto cercando di migliorare. D:- Sono a casa. Getto le chiavi sul tavolo e... MAMMA DI DAVE:- Com'è andato il tuo appuntamento? D:- Bene. MAMMA DI DAVE:- Hai deciso a quale college andare? D:- Non è un buon momento per parlarne adesso. MAMMA DI DAVE:- Ma io e tuo padre abbiamo bisogno di saperlo. D:- Quando avrò deciso allora vi farò un fischio. Chiudo la porta della mia stanza con fare nervoso e per alleviare il tutto stringo tra le mani la mia pallina anti stress... Notifica instagram: kyladickinson ha appena pubblicato un post. È una foto della squadra. Clicco sul suo profilo e vedendo il resto delle sue foto, sorrido dolcemente. Vengo interrotto dal bussare della porta... MAMMA DI DAVE:- Joshua è qui e vorrebbe parlare con te. Apro la porta. D:- Puoi andare. JOSHUA:- Adesso tu mi devi spiegare che cosa hai combinato, Lizzie mi ha detto tutto. D:- Non mi interessava e gliel'ho fatto capire. J:- Non doveva essere necessariamente una cosa seria, potevate passare una notte insieme e poi basta, come hai sempre fatto d'altronde. D:- Dopo Vanessa voglio andarci con i piedi di piombo. Vuoi una birra? J:- Sai che non posso dirti di no. Prendo le birre dal mini frigo situato vicino alla finestra e dopo aver raggiunto la veranda ed esserci seduti ai piedi del balcone, le sorseggiamo. J:- Con quell'altra ragazza com'è andata invece? D:- Non lo sa ancora. J:- Vuoi dirmi che stai rinunciando a più ragazze per una che non è ancora a conoscenza del tuo interesse nei suoi confronti? D:- Se parli di Lizzie ti ho detto che non volevo uscire con lei, ma tu hai insistito e non ho potuto rifiutare. J:- Volevo solo aiutarti... almeno il nome di questa presunta ragazza si può sapere? D:- Ti ho già detto che non la conosci, non è nemmeno di queste parti. J:- Almeno me la farai incontrare? D:- Non so nemmeno come andrà a finire. J:- Se lei ti rifiuta, ci sono sempre io. D:- Dave e Joshua finalmente sposi. Scoppiamo entrambi in una grossa risata.

KYLA'S POV

La mia testa è pesante come un macigno: sarà la stanchezza quindi farò una doccia veloce e poi andrò a dormire. M:- Il bagno è occupato da Jonathan. K:- So che non dovrei essere scortese ma perché usare il mio quando c'è quello degli ospiti. M:- Quell'altro è rotto, devo farlo aggiustare. K:- Da quanto tempo è dentro? M:- Venti minuti circa. K:- Vorrà dire che mi farò un tè nel frattempo, tu lo vuoi? M:- Io no ma fanne un po' in più per Jonathan. K:- Va bene. Dopo altri dieci minuti... K:- Io vado a berlo in camera mia visto che ho bisogno di stendermi sul letto. M:- Fa' come vuoi. Mentre raggiungo la camera mi imbatto in Jonathan nel corridoio, alzo lo sguardo e non posso non imbambolarmi vedendo quegli addominali scolpiti quasi fosse un dio greco. J:- Menomale che la tazza calda non mi è andata a finire addosso. K:- Oddio scusami tanto, ho la testa dolorante quindi sono un po' sbadata. J:- Tranquilla, stavo scherzando. ( toccandomi la spalla) Ammetto che questo incontro non mi è affatto dispiaciuto ma puoi contraddirmi? Insomma se ti ritrovi davanti una bellezza del genere non puoi non rimanerne incantato nonostante tu voglia cercare di pensarci il meno possibile. Non possiamo controllare tutto, ci sono cose che devono fare il proprio corso: l'importante è che tu non ti faccia condizionare troppo. Dopotutto non è mai semplice dimenticare completamente qualcuno per cui hai provato interesse per tanto tempo. Dopo aver bevuto la mia tisana calda e aver fatto una doccia veloce, non mi resta che lavare i denti. Prendo lo spazzolino e il dentifricio e... J:- Posso aggiungermi anche io? K:- Nessuno te lo vieta. J:- Che caratterino, non ti ricordavo così rompiscatole. K:- E io non ti ricordavo con così tanto senso dello spirito. J:- Vedo però che la statura è sempre la stessa. K:- Non è cambiata, come il tuo cervello. J:- E' una gara questa? K:- Dimmelo tu, visto che ti piace tanto argomentare. J:- Preferisco dare la precedenza alle donne. K:- Se la metti così... Prendo un po' di dentifricio e glielo spalmo sulla faccia. J:- Hai stuzzicato il cane che dorme Ky. K:- Mi dispiace J. Risponde allo stesso modo e... K:- Che guerra sia allora. ( canzone di riferimento Polaroid di Jonas Blue, Liam Payne e Lennon Stella) Continuiamo fino a quando... M:- Okay okay, adesso basta. Lavatevi i denti e andate a dormire. È stato così liberatorio... K:- Ho vinto io comunque. J:- Contaci.Dopo essermi data una sistemata , mentre sto per chiudere la porta, vedo Jonathan farmi un occhiolino e io ricambio con un terzo dito. Se l'è meritato, non puoi dire il contrario. Accendo la lampada posizionata sul mio comodino e cado in un sonno profondo. Ore 4:32 : non riesco più a prendere sonno dopo aver fatto un terribile incubo, quindi scendo silenziosamente al piano di sotto, apro la porta e mi siedo sulle scale dell'ingresso principale. J:- Anche tu sveglia a quest'ora? K:- Già... J:- Brutto sogno? K:- Un incubo... ho sognato mio nonno che mi aspettava davanti scuola ma non appena mi sono avvicinata, è scomparso e io sono rimasta da sola. Avevo così tanta paura Jonathan, sembrava così reale. J:- Vieni qui. ( abbracciandomi) In quel momento ho sentito i battiti del cuore accelerare e le farfalle volare delicatamente nel mio stomaco: una sensazione ammaliante di cui non sapevo averne la mancanza.

La scena si conclude con la canzone Colors di Halsey

The strength to stay alive- La forza di restare in vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora