CAPITOLO 22

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L'ultima settimana non è stata semplice da affrontare: da quando ho lasciato che tutta la mia ira e tutta la mia delusione venissero riversate sull'unica persona che mi aveva distrutta completamente, mi sono sentita piccola piccola e non posso negare che una parte di me avrebbe voluto scusarsi nonostante tutto. Riconosco di aver esagerato, ma in quel momento ciò di cui avevo realmente bisogno, era soddisfazione allo stato puro e sono riuscita per la prima volta nella mia vita a farmi tenere testa, a non risultare la stupida ragazzina capace di cadere ai pieni di chiunque le giri intorno. Fortunatamente Marley ha alleviato un po' la tristezza e le crisi di pianto che nella notte prendevano il sopravvento. Per quanto riguarda la scuola, invece, potrei stilare una lista di tutte le cattiverie e i commenti poco carini nei miei confronti. Sono una sgualdrina per loro o almeno, secondo quanto raccontato da Vanessa che non perde mai l'occasione di gettarmi nel fango e lasciarmici affogare dentro. La mamma continua a chiedermi se sia tutto okay perchè mi vede spenta: gli occhi parlano al mio posto e si da' il caso che siano lo specchio dell'anima. Per quanto io voglia confidarmi con lei ed esternare tutti i miei sentimenti, d'altro canto sento che è meglio riservarla da tutto questo. Sapere che sua figlia viene insultata e denigrata a scuola, non è proprio il genere di cose che una mamma ama sentirsi dire. Non nego tutto ciò che ho fatto e che mi ha portato in queste condizioni, ma odio con tutto il cuore la Kyla ingenua che si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato e ha deciso di abbattere tutte le barriere; non mi stancherò mai e poi mai di ripeterlo. La cosa che mi fa più ribrezzo e rabbia, è l'indifferenza di Dave che dopo tutto quello che mi ha fatto passare, non si è degnato di una scusa né di porre fine a tutte quelle finte voci che giorno dopo giorno si sono sparse per la scuola. Probabilmente è infuriato perché non è riuscito nel suo intento e quindi sta cercando di vendicarsi con me in questo modo, ma tutto ciò lo rende soltanto una persona senza valori e senza rispetto, in primis per sé stesso e poi per gli altri. Dopo aver messo in pausa la playlist di Lana del Rey e aver tolto le cuffie che ormai hanno lasciato il segno nelle mie orecchie, mi alzo dal letto, infilo le ciabatte e scendo al piano di sotto, seguita da un batuffolo di pelo che con le sue unghiette emette un suono acuto che rimbomba sul legno delle scale. Con le mani sulla pancia, cerco di tenere a bada la fame che quasi mi uccide; successivamente do una rapida occhiata alla dispensa in cerca di qualcosa da sgranocchiare. La mamma non ha fatto scorta di biscotti, quindi l'unica cosa che può essere ingerita dalla mia bocca è una mela. Non adoro la frutta particolarmente ma come si suole dire a mali estremi, estremi rimedi. Seduta sul divano, inizio a fare zapping con il telecomando alla ricerca di qualcosa di interessante e tra un programma e un altro, decido che forse la cosa migliore è iniziare a preparare il discorso che dovrò leggere a fine anno. So che mancano ancora un paio di mesi, ma anticiparsi non fa mai male a nessuno. Prendo il portatile appoggiato sul tavolino e dopo aver digitato la password, accedo al documento word e inizio a digitare qualche parola. Con le lacrime che rigano lentamente le mie guance, sento un vuoto nello stomaco farsi sempre più intenso... raccontare di me, di mio nonno, della mia vita, delle cose belle ma anche di quelle più dolorose, è come uno schiaffo in faccia. Mi pone dinanzi alla realtà alla quale io forse sto cercando di sfuggire, o ci ho provato per tanto tempo per evitare di soffrire maggiormente. Poi quando trovo un po' di felicità, tutto scompare e io ritorno nella mia buca, ci siamo solo io e la mia coscienza; nessun'altro può o deve farne parte: è un posto sicuro, il mio posto sicuro. Non appena sento la mamma rientrare, chiudo il computer salvando il file, mi asciugo velocemente gli occhi bagnati e rossi con la manica del pigiama e ritorno a recitare la mia parte. K:- Credevo tornassi più tardi... M:- Ho fatto degli straordinari, quindi il capo mi ha permesso di rientrare prima. Non sei felice? Ceneremo insieme... ho ordinato cinese, ma ovviamente tutto rigorosamente vegetariano. (facendomi un occhiolino) K:- Certo che sono entusiasta, è solo che non me l'aspettavo. Sai sono abituata a te che non ci sei mai... M:- Lo capisco tesoro e sai che mi dispiace, ma ti prometto che tutto questo prima o poi finirà e io riuscirò a trascorrere più tempo con te. K:- Lo spero anche io, il college si avvicina e io e te non riusciremo più a stare insieme come dovremmo. M:- Ti prego non portare alla mia mente dei brutti ricordi... adesso godiamoci il presente. K:- Sarà mamma, ma è la verità. M:- Va' a lavarti le mani che il fattorino sarà qui a minuti. K:- D'accordo comandante. (facendo segno con la mano e fingendo un inchino) M:- Smettila di fare la stupida. (sorridendo) Il suono del campanello fa sobbalzare Marley che inizia a scodinzolare e ad abbaiare più forte che mai. M:- Apri tu che ho le mani impegnate. (urlando dalla cucina) K:- Sì, dev'essere il fattorino. Prendo Marley in braccio per evitare che si possa intrufolare fuori e scappare, apro la porta e... K:- Jonathan! ( con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia) J:- Avete ordinato voi del cinese? (con un sacchetto nelle mani e un cappello a dir poco buffo) Annuisco. K:- Che ci fai qui? Insomma sono stupida io o così facendo perderai tutte le lezioni al college? J:- Ho dato tutti gli esami, per adesso siamo in un periodo di pausa e quindi eccomi qui. In aggiunta tra un po' di giorni sarà il tuo compleanno e sai che non sarei potuto mancare. K:- Jonathan. (cingendogli le grosse spalle con le mie minute braccia) J:- Okay adesso posso entrare? Non vorrei che la cena si raffreddasse. K:- Oddio scusami, certo. Dopo aver appoggiato il suo cappotto sull'attaccapanni e aver fatto qualche carezza a Marley, si dirige in cucina per dare un saluto anche alla mamma.M:- Jonathan, è incredibile quanto tu cresca ogni volta. K:- Mamma sono passati solo due mesi da quando l'hai visto l'ultima volta, non capisco con quale criterio tu riesca a vedere ogni suo singolo cambiamento. M:- Occhio non mente. K:- Mamma! La rimprovero perché potrebbe essergli un figlio, okay? Jonathan è un figo da far paura, ma è troppo piccolo per lei; è abbastanza imbarazzante anche così. Jonathan si sta divertendo eccome perché se la ride sotto i baffi e io non vedo l'ora di prenderlo un po' per i fondelli. M:- Tranquilla, non te lo rubo mica. Le mie guance iniziano ad andare a fuoco, lo senti anche tu il disagio o cosa? Mia mamma è capace di mettermi in imbarazzo anche solo respirando, è una dote particolare quella che ha. Il mio sguardo passa dalla mamma a Jonathan che mi fissa con un sorriso compiaciuto. K:- Hahahaha molto divertente, davvero. Peccato che io abbia altri gusti... M:- Sarà... K:- Jonathan perché non vai di là? Veniamo subito. J:- Posso aspettare. K:- E' più un ordine che una richiesta in realtà. M:- Kyla, non essere maleducata. K:- Devo confidarti un segreto da donna e lui non può restare qui ad ascoltare. J:- Okay, mi faccio da parte se è questo che vuoi. (alzando le mani al cielo) K:- Grazie. Accertato che non possa sentire ciò che ho da dire alla mamma, tiro un enorme sospiro e... K:- Potresti evitare di aumentare il suo ego e di distruggere la mia autostima che è praticamente già quasi sotto terra? M:- Non ho detto nulla di male. K:- Tu smettila e basta... e per favore evita di parlare di Dave o di tutto quello che è successo, sai che lui è molto protettivo e che potrebbe reagire in modo esagerato. Non voglio altri problemi, non adesso. M:- Va bene, sta' tranquilla. K:- Devi togliermi una curiosità. J:- Dimmi pure rompiscatole. (bevendo un sorso d'acqua) K:- Lavori in questo ristorante e io non ne sono a conoscenza? J:- In realtà sono stato fortunato perché appena sono arrivato, ho visto il fattorino che stava per bussare alla porta. Ho chiesto se potessi consegnare il tutto io visto che volevo farvi una sorpresa e lui ha accettato, ovviamente gli ho offerto la mancia. Poi mi ha regalato il suo cappellino ed eccomi qua; ora che ci penso, è stato molto gentile nei miei confronti. K:- Tu sei matto. J:- Per così poco? K:- Non tanto per questo, più che altro perché sei sempre pronto a spendere soldi per venire qui. Insomma anche per poco, questo ti fa onore. J:- Non saprei comunque dove andare, quindi tanto vale fermarsi qui; no? K:- Ed ecco che devi rovinare i momenti dolci come al solito. J:- Che ho fatto adesso? M:- Niente. (tranquillizzandolo quasi fosse un cagnolino) Il mio silenzio risponde da solo. M:- Volete un po' di gelato? Tutti e due rispondiamo con un sì deciso e coinciso. J:- Ti senti ancora con quel tizio di nome Dave? Il sangue inizia a gelarsi, la mia faccia è pallida come la neve e le mie mani iniziano a fare dei movimenti che neanche io sono in grado di decifrare. Sono furiosa e quel nome, quel maledetto nome non fa altro che perseguitarmi da settimane ormai. Prima di rispondere, conto fino a dieci e poi... K:- Gli facevo da tutor, poi ho smesso perchè non riuscivo a far combaciare tutto e quindi di lui non ci sono più tracce. Bugia, enorme bugia. J:- Beh, c'era d'aspettarselo. K:- Cosa vuoi dire? J:- Non mi è piaciuto sin dall'inizio, sono contento che tu non ti sia fatta condizionare da lui. K:- Credi che io sia una stupida? J:- Cosa? Certo che no. Ho solo detto che persone del genere sanno manipolare bene le persone, attirarle nel loro tranello. Almeno tu non ci sei cascata. M:- Ecco qua. (posizionando la vaschetta sul tavolino) K:- Ho cambiato idea, non mi va più. Lascia che sia Jonathan a finirlo tutto... sono stanca, vado a dormire. Jonathan cerca di alzarsi e di venirmi incontro ma io lo fermo prima che possa dire altro e mi dirigo di corsa al piano di sopra dove mi rifugio nella mia camera, chiudendola a chiave così che nessuno possa disturbarmi mentre mi abbandono ad un pianto liberatorio. M:- Lasciale sbollire la rabbia, sai com'è fatta. J:- Non era mia intenzione offenderla. M:- E' un argomento abbastanza delicato per lei questo. J:- C'è qualcosa che dovrei sapere? M:- Tranquillo, sa cavarsela. J:- Alison, cosa succede? M:- Ho promesso che non avrei detto nulla, sappi solo che Kyla è matura e grande abbastanza per difendersi da sola. J:- Alison, ti prego non farmelo ripetere. (con i pugni chiusi e la vena del collo leggermente in risalto) M:- Dave e Kyla sono stati insieme per un periodo di tempo, io non ne sapevo nulla fino a quando un giorno sul sito della scuola viene pubblicato un video di loro due che si baciano. Kyla è stata male perché sai che odia mostrare la sua intimità, poi lei e Dave hanno litigato e non so il motivo, fatto sta che non era sicuramente un buon esempio per lei. È una ferita per lei, ha bisogno di tempo per poter essere cucita. J:- Giuro che lo distruggo. M:- Non è questo che lei vorrebbe, ormai ha lasciato perdere; direi che basta. Lasciamo che sia il tempo a decidere cosa sia giusto o meno. J:- Che st****o. M:- Per favore non dire nulla, ho già parlato abbastanza. Le avevo promesso di tacere e se venisse a sapere che non ho saputo tenere a bada la mia bocca, non mi guarderebbe più in faccia. Già si confida con me raramente, ti prego di non reagire in modo spropositato. J:- Ma lui deve pagare. M:- Se non vuoi farlo per me, fallo per Kyla. J:- Okay, manterrò la calma. M:- Grazie. J:- Sarà meglio che vada, si è fatto abbastanza tardi. M:- Dove resterai a dormire? J:- Ho affittato un appartamento nei dintorni, dato che non resterò qui a lungo non mi andava di disturbarvi. M:- Non ci pensare nemmeno, sai che quando vuoi sei sempre il benvenuto. J:- A domani Alison. M:- A domani Jonathan. La mattina seguente dopo aver disattivato la sveglia per la centesima volta, decido di alzarmi finalmente dal letto, indosso la divisa della scuola in procinto dell'allenamento di oggi, raccolgo i capelli in uno chignon scompigliato, aggiungo un po' di mascara agli occhi e mi precipito in cucina. Sul frigorifero è attaccato un biglietto scritto da parte della mamma: "Ti accompagnerà Jonathan a scuola, ha detto che deve parlarti. Sii educata e buona fortuna per l'allenamento. Ps: Il porridge è già pronto. (faccina sorridente) Stammi bene – mamma. " Si può scordare che io salga nella sua macchina, non dopo ieri. Non vedo l'ora di prendere la patente e di essere finalmente indipendente; per fortuna l'esame è alle porte. Dopo aver mangiato tutto il porridge, mi incammino verso la strada che porta alla fermata dell'autobus. Me ne infischio sinceramente di ciò che mi ha ordinato la mamma; rispetterà la mia scelta. Mentre cammino a passo spedito, una macchina nera si affianca verso di me e dopo aver abbassato il finestrino... J:- Devo accompagnarti io. K:- Ho mangiato tanto, mi farà bene andare a piedi. Sai com'è, camminando molto si digerisce più facilmente. J:- Io non me ne vado da qui. K:- Bene tu no, ma io sì. Jonathan continua a seguirmi e la cosa inizia a diventare frustante. K:- Se non la smetti inizio ad urlare. J:- Non ne saresti capace. K:- Davvero? J:- Già. Faccio finta di voler urlare ma mi ferma in un secondo. J:- Okay, come vuoi. Ma dubito che tu riesca ad arrivare a scuola in tempo. K:- Cosa vorresti dire? J:- C'è uno sciopero degli autobus... lo sanno tutti in città. K:- Beh non ti credo, mi dispiace. J:- Patto? K:- Okay. J:- Se arrivi alla fermata e l'autobus è lì io ti lascio andare, se invece no tu dovrai salire in macchina e io ti accompagnerò a scuola. K:- Va bene. Il motivo della mia decisione? Credevo che mentisse e invece eccomi qua con un'insegna stampata in grande davanti ai miei occhi: "Sciopero dei mezzi pubblici" J:- Scommessa persa. K:- Stavolta ti è andata bene. Entro in macchina, allaccio la cintura e... K:- Possiamo fare in fretta? Sono già abbastanza in ritardo. Con le mani sul volante e un lieve sorriso accennato sul volto... J:- Ai suoi ordini signorina Kyla. K:- La mamma ha detto che volevi parlarmi. Onestamente non sono dell'umore giusto, ma mi hanno insegnato ad essere educata quindi... cosa hai da dirmi? J:- Mi dispiace per ieri okay? Avrei dovuto essere più delicato. K:- Già, avresti dovuto avere più tatto. J:- A volte parlo senza riflettere, è un qualcosa che devo sicuramente migliorare. K:- Almeno te ne sei reso conto. Jonathan fa un cenno di affermazione con la testa. J:- Allora... ho il tuo perdono? K:- Devo pensarci. (grattandomi il mento ironicamente) J:- Cosa posso fare nel frattempo? K:- Aspettare e come penitenza direi che un cappuccino tutte le mattine è più che perfetto. Jonathan si passa una mano tra i capelli e raggiunta la destinazione, lascia che io scenda dalla macchina per poter poi salutarmi. J:- A dopo. K:- A dopo. Ella, Morgan, Timotei, Elijah e Meghan sono situati davanti all'ingresso e parlano tra di loro. Mi armo di forza e coraggio, raddrizzo la schiena e mi avvicino lentamente verso di loro. K:- Ciao ragazzi, come va? Tutti rispondono con un bene secco. K:- Mi dispiace davvero tanto per tutto. M:- Lo dici spesso, eppure sembra che non impari mai dai tuoi errori. K:- Lo so e non sapete quanto io sia delusa da me stessa, non avrei dovuto tenervi all'oscuro di tutto. Voi avete avuto sempre fiducia in me. T:- Senti Kyla, quello che ti hanno fatto è terribile e io non giustifico la cattiveria della gente ma capisci che non è la prima volta che ci nascondi qualcosa? Ti facciamo così schifo? K:- Assolutamente no, è solo un mio problema che devo cercare di risolvere. Non vi ho detto nulla perché non era sicuro che tutto questo potesse funzionare e infatti, si è visto come è andata a finire; volevo solo proteggervi. E:- Se ci avessi raccontato tutto, ti avremmo aiutata a capire meglio la situazione e a gestirla in modo diverso ma tu hai deciso di utilizzare la via della menzogna quindi adesso devi beccarti anche le conseguenze. K:- Avete perfettamente ragione, ne sono consapevole. Ma vi prometto che davvero tutto ciò non ricapiterà più, io e Dave non siamo mai stati insieme ufficialmente e mai avremo più a che fare. State certi. ELLA:- Beh a me non sembra. K:- In che senso? MORGAN:- Sta venendo qui. D:- Posso parlarti un secondo? K:- Ti ho detto che devi lasciarmi stare. Dave mi prende il braccio per trascinarmi con sé. D:- Non puoi ignorarmi per il resto della tua vita. K:- Posso eccome invece. Non vedi che lo sto già facendo? Lasciami stare. D:- Smettila di fare la bambina. K:- Quando farai capire a tutti che io e te non abbiamo fatto s***o? Troppo doloroso per ammetterlo a te stesso? Ora Dave non è al centro del mondo vero? T:- Lasciala andare. Dave non molla la presa e il polso inizia a farmi male. D:- Tu non metterti in mezzo, sei solamente uno sfigato del c***o. J:- Sfigato a chi? K:- J-J-Jonathan? Che ci fai qui adesso? J:- Stavo andando via quando ho visto questo cog****e avvicinarsi a te e importunarti; mi è sembrato giusto venire a controllare. D:- Kyla non ha bisogno di essere protetta da me e poi sempre meglio essere cog****e che disperato come te. K:- Adesso basta. M:- Datevi tutti una calmata, non stiamo in un centro per fare botte. D:- E' lui che viene qui a rompere le pa**e e tra l'altro in affari che non gli riguardano minimamente solo per fare colpo su Kyla. Jonathan sferra un pugno dritto in faccia a Dave, strattonandolo e spingendolo a terra. K:- Jonathan lascialo andare. (urlando con tutta la voce che ho in corpo e con le lacrime agli occhi) K:- Ti prego. Dave giace a terra sanguinante quindi mi accovaccio a terra cercando di tamponare con la mia felpa l'emorragia alla testa. J:- Kyla. K:- Va' via, non ti voglio vedere adesso. Jonathan non insiste e silenziosamente si dirige verso l'auto per poi metterla in moto e scomparire subito dopo. T:- Ho chiamato l'infermiera, sta arrivando. K:- Voi cosa avete da guardare? ( riferendomi a tutti i ragazzi che non hanno esitato un secondo a giudicarmi anche solo con gli occhi) PRESIDE:- Signorina Dickinson venga con me in presidenza. Jonathan è cambiato molto con la morte della sorella, ma mai avrei pensato che potesse utilizzare la violenza per colmare la sua rabbia. Non lo riconosco più e, ad essere sincera, nemmeno io mi riconosco più.

La scena si conclude con la canzone True blue di Billie Eilish.

The strength to stay alive- La forza di restare in vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora