CAPITOLO 38

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Sono ferma dinanzi allo specchio ad osservare la mia figura caratterizzata da un vestito lungo rosso, con una scollatura a U e uno spacco laterale. Ho i capelli raccolti in uno chignon stile anni ottanta: non sono molto brava con le pettinature, ma ho visto un tutorial su YouTube e devo dire che mi è uscito abbastanza bene. Il trucco è molto leggero: ombretto bianco sulle palpebre, un filo di mascara sulle ciglia, un po' di blush sulle guance e rossetto di una tonalità rosa scuro sulle labbra. Per le scarpe ho optato per delle semplici converse nere e bianche; dovremmo pur sempre ballare e di certo non ci riuscirei se mettessi i tacchi. So che questo seminerà un po' di scalpore, ma me ne farò una ragione. Rigiro tra le mani la collana di Jonathan, mentre cerco di darmi un'ultima sistemata prima di partire. M:- Sei bellissima. ( con un sorriso sincero e dolce) K:- Grazie mamma. Un senso di angoscia mi sale alla bocca dello stomaco: sento la mancanza di Jonathan continuamente, ma oggi particolarmente. M:- È tutto okay? ( appoggiando la sua mano sulla mia spalla) K:- Sento che è come se lo stessi tradendo in qualche modo. M:- Non dire questo, sai che Jonathan non avrebbe voluto vederti segregata qui. K:- Era una promessa la nostra. M:- E fino all'ultimo ha cercato di dirti che la manterrà. K:- So che lui è al mio fianco in ogni momento della giornata perché lo sento, ma vorrei che ad accompagnarmi fosse lui, vorrei che fosse lui a ballare con me e a fare la foto per l'annuario. M:- Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo far sí che il nostro diventi un presente migliore. Notifica messaggio dal gruppo... T:- Dove siete? Vanessa ha già fatto la sua entrata trionfale con tanto di limousine e abito Versace. M:- Io ed Elijah stiamo arrivando. ELLA:- Anche noi. Rialzo lo sguardo in direzione della finestra, Marley e la mamma sono sulla soglia della porta. K:- Devo andare. M:- Vuoi davvero che non ti accompagni? K:- Tranquilla. Scendo frettolosamente le scale, prendo la borsa e le chiavi e mi avvio verso l'uscita, ma vengo bloccata dalla mamma. M:- Stavi dimenticando questo. La mamma mi porge un bracciale ricoperto da dei fiori: principalmente petali di tulipani bianchi e rosa, i miei fiori preferiti. K:- Mamma non avresti dovuto. M:- Non è merito mio, ma di Jonathan. La guardo in segno di confusione. M:- Aveva già programmato tutto, prima che si aggravasse mi ha esplicitamente detto di fargli un ultimo favore e io non avrei potuto di certo tirarmi indietro, quindi eccoci qui. Una lacrima scende rapidamente sulla mia guancia, mentre il mio cuore è colmo di gioia e di affetto. K:- È bellissimo. M:- Lo penso anch'io. Jonathan si è ricordato ogni singola cosa, persino quali fossero i miei fiori preferiti: è davvero vero che solo chi ascolta, impara ad apprezzare e ad essere apprezzato. Chiudo la porta alle mie spalle, salgo in auto e accendo il motore per poi partire verso la destinazione a me desiderata. Timotei, Elijah, Meghan, Ella e Morgan sono ad attendermi davanti all'ingresso: ognuno ha il proprio partner. Elijah ha Meghan ovviamente, Ella ha David, Morgan ha Matthew e Timotei ha Gabr. TIMOTEI HA GABR?! Non posso credere ai miei occhi, non avevano chiuso già da tempo ormai? Mi avvicino alla loro postazione per cercare di avere delle informazioni in più. M:- Alla buon'ora. K:- Scusate il ritardo, ho avuto un piccolo imprevisto. E:- Per piccolo imprevisto intendi le scarpe da ginnastica? K:- Anche e inoltre sono caduta mentre ero sotto la doccia. ELLA:- Spero tu non ti sia fatta male. K:- Per fortuna no. MORGAN:- Ma sei stupenda stasera. T:- Concordo. K:- Grazie, anche voi siete stupendi. Timotei indossa un completo di lino bianco, con dei mocassini neri; Morgan un vestito da bambolina giallo con delle sfumature nere e delle ballerine bianche; Ella un abito rosa con dei fiori ricamati che ricoprono il busto e dei tacchi non eccessivamente alti neri; Meghan un tubino di un colore verde scuro e dei tacchi ricoperti da brillantini tra un oro e un argento; Elijah una camicia bianca accompagnata da pantaloni e giacca blu, il cui taschino è caratterizzato da dei fiorellini bianchi e al di sotto indossa delle scarpe da ginnastica bianche. David, Matthew e Gabr invece il solito completo giacca e cravatta. Meghan mi porge i biglietti. M:- Ne avevo comprato uno per Jonathan, non era programmato... K:- Non preoccuparti, lo terrò io come ricordo. Meghan e gli altri mi sorridono dolcemente. K:- Iniziamo ad entrare. Dopo essersi assicurati che noi fossimo all'interno della lista, giungiamo verso l'entrata della palestra: Cole come sempre è alla console, mentre il fotografo è già in posizione per collezionare l'album della scuola. Vanessa e le altre sono sotto al palco, già in attesa che venga annunciata la reginetta del ballo. Quando ha scoperto che Ella si era candidata, non ha esitato un secondo ad andare su tutte le furie; odia la competizione perché sa che in un modo o in un altro, Ella è un avversario temibile. Cerco di accerchiare la prima sedia che compare attraverso la mia vista: sono appena arrivata e sono già stanca. T:- Io e Gabr andiamo a vedere se troviamo qualcosa da mangiare. ELLA:- Ci aggiungiamo anche noi. Elijah e Meghan si sono già precipitati sulla pista da ballo e io cerco di non badare troppo a tutte queste coppie, altrimenti la nostalgia inizia a fare breccia di nuovo dentro me. La cosa che mi sorprende è che Vanessa non abbia nessun accompagnatore o almeno, Dave non è nei paraggi. Dalla nostra ultima conversazione, mi sembra di aver capito che qualcosa tra loro si è spezzato da tempo; non ha citato testuali parole ma solitamente , quando provi un forte interesse per una persona, non esiti un secondo per nominarla. Dalle labbra di Dave non è mai spuntato il suo nome e inizio a pensare che la loro non sia mai stata una relazione a tutti gli effetti. Con il passare della serata, tra uno stuzzichino e una bevanda, le luci iniziano ad abbassarsi e tutte le coppie si riuniscono al centro per ballare il cosiddetto lento. Sento il panico invadere il mio cervello, la tachicardia farsi sempre più forte: ho bisogno di aria. Esco fuori dalla palestra, rifugiandomi nel campo della scuola; mi porto le ginocchia alla faccia, mentre le mantengo con le mie stesse braccia. D:- Sapevo di trovarti qui. Dave indossa uno smoking, con dei mocassini lucidi neri e una cravatta rigorosamente messa al suo posto. K:- Avevo bisogno di prendere un po' di aria. D:- Da quanto continuano questi attacchi così frequenti? K:- Non so di cosa parli. D:- Sai di cosa parlo. Faccio un sospiro di incoraggiamento. K:- Ho interrotto le cure già da due mesi, credevo di riuscire a gestirli e invece si presentano anche a distanza di poco tempo. Forse ho sbagliato a pensare che potessi farcela da sola, sono stata un' ingenua. D:- Sei stata coraggiosa, non ingenua. K:- Il coraggio non mi serve a niente se non riesco ad ottenere quello che voglio. D:- Invece a me sembra che tu stia avendo dei miglioramenti. K:- Cosa intendi? Dave mi sfila l'elastico dal polso, posizionandolo sul suo. K:- Ridammelo. D:- Non ti serve più questo. K:- Come fai a saperlo? D:- Ti osservo da un bel po' e ormai nemmeno lo guardi più, devi essertene resa conto anche tu. Effettivamente avevo completamente dimenticato della sua esistenza e fino ad adesso, non gli avevo dato la giusta importanza... forse un centimetro sono riuscita a percorrerlo. K:- D'accordo. D:- Diciamo che adesso è di mia proprietà. K:- Dovresti entrare, Vanessa ti sta aspettando. D:- Io e Vanessa ci siamo lasciati. Un'espressione non tanto sorpresa compare sul mio volto. K:- Ora potrai ritornare ad essere un uomo libero. D:- Te l'ho già detto. Rimango in silenzio, aspettando che finisca di parlare. D:- Non mi importa delle altre, mi importa solo di te. Sento qualcosa svolazzare nella mia pancia, mentre un brivido mi attraversa la schiena e un sorriso si stampa sulle mie labbra. D:- Mi concede un ballo signorina? Dave mi porge la sua mano, invitandomi a seguirlo. Le nostre dita si incrociano fino a formare l'incastro perfetto. Dave appoggia le sue mani lungo i miei fianchi, mentre io rilascio il capo e le braccia sulle sue spalle: mi sento al sicuro e vorrei che questo momento durasse per sempre. Dave non potrà mai sostituire Jonathan, ma riuscirà almeno per un po' a colmare quel vuoto che ha lasciato dentro di me . So che è questo che lui vorrebbe per me. Dave mi sposta una ciocca di capelli, avvicinando la sua bocca al mio orecchio. D:- Mesi fa mi hai concesso un ballo, ma io non ho avuto modo di accontentarti. K:- Eri tu? D:- Ero io. Il ragazzo misterioso scomparso nel nulla è sempre stato sotto i miei stessi occhi, ma io non ho mai cercato di dargli un volto né tantomeno un nome. D:- Nulla da dire? Avvicino le mie labbra alle sue, rilasciandogli un bacio che ricambia. D:- Direi che ho una risposta.

La scena si conclude con la canzone Sky's still blue di Andrew Belle.

The strength to stay alive- La forza di restare in vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora