CAPITOLO 24

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Giovedì 13 Febbraio, ore 0:00: mamma mi ha obbligata a restare sveglia fino a quest'ora e non è che non mi piaccia l'idea di un'ipotetica sorpresa, ma in questo momento preferirei essere nel mio letto e dormire con una dozzina di coperte che rivestono completamente la mia testa fino a farmi soffocare. K:- Posso toglierla adesso? M:- Non ancora... sii paziente. Ho gli occhi bendati e l'unica cosa che riesco ad intravedere è una fioca luce che illumina metà stanza. Con le mani allungate e a passo lento cerco di non cadere o imbattermi in qualcosa che possa farmi male. M:- Bene, adesso puoi. Prendo un grosso respiro e portando le braccia all'indietro, tolgo la benda. Con le mani dinanzi alla bocca e gli occhi pieni di lacrime, resto immobile di fronte a ciò che ho davanti. K:- Una macchina? Sul serio? M:- Dato che hai sostenuto l'esame e hai finalmente raggiunto l'età per poter guidare, penso che sia arrivato il momento di averne una tutta tua. K:- Ma come hai fatto? Non capisco... M:- Io e tuo padre abbiamo deciso di dividere il regalo; mi dispiace di non essere stata presente in queste ultime settimane ma era per una giusta causa come puoi vedere. Mi fiondo tra le braccia della mamma che sono più calde di sempre e non riesco a smettere di nascondere l'emozione che traspare dai miei occhi. Ho sempre sognato di avere una macchina tutta mia e di non dipendere da nessuno e finalmente tutto questo si è realizzato. K:- Grazie, grazie e grazie. Ti voglio bene mamma! M:- Anche io tesoro. (sorridendomi dolcemente e abbracciandomi più forte). M:- Aspettami qui... ho da mostrarti un'ultima cosa... Ammiro ogni singolo angolo, perlustrando anche i particolari più definiti e ancora non credo che sia reale: sembra che io stia facendo uno di quei sogni interminabili in cui è difficile risvegliarsi. Mamma è sull'uscio della porta e canta "buon compleanno" mentre ha in mano un muffin con una candelina posta sopra da cui gocciolano lacrime di cera densa. Per molti potrebbe sembrare una cosa da niente, ma per me e ripeto per me, vale più di ogni altra cosa al mondo. M:- Bene, spegni la candelina o mi brucerò la mano. Prima, però, che io possa muovermi... M:- Esprimi un desiderio. Chiudo gli occhi e con le mani sul petto, penso rapidamente a ciò che vorrei realmente facendo mente locale. In tutti questi anni, ad ogni compleanno ho desiderato una cosa diversa, non tenendo conto forse della cosa più importante. Quest'anno non vorrei chiedere qualcosa di materiale, perché per quello c'è sempre tempo, ma qualcosa che possa rimanermi a vita, qualcosa che rimanga impressa nella mia anima e nel mio cuore. Le varie esperienze della vita, a partire dalle più piccole per poi arrivare a quelle più grandi, mi hanno insegnato l'importanza della dimostrazione dell'affetto e dell'amore nei confronti di chi si ha di fronte, di ogni singolo gesto e di ogni singola persona soprattutto nel momento del bisogno. La perdita che sia fisica o mentale, ti toglie una parte di te ma l'altra metà resterà sempre ancorata a quel ricordo perché inevitabilmente le cose che fanno male, sono le più difficili da dimenticare. La scomparsa del nonno e la convivenza con l'ansia mi hanno distrutta completamente e ammetto che rialzarmi è stato più difficile del previsto, ma tramite esse ho capito che anche le cose brutte possono portare l'arcobaleno. Quindi, se proprio vuoi saperlo, il mio desiderio è quello di poter vivere senza rimpianti e pienamente fino alla fine dei miei giorni. Da adesso e per sempre. Dopo averci soffiato su, apro gli occhi e mi ritrovo la mamma ad applaudire come una matta. K:- Lo possiamo mangiare adesso? Muoio dalla voglia di assaggiarlo... (con uno sguardo di implorazione) M:- Secondo te perché l'ho preparato?! K:- Ti amo. Mi avvento sul muffin e in pochi bocconi riesco a finirlo tutto, riservando alla mamma solo poche parti. Ho le labbra e le mani sporche di cioccolato fondente, mentre la maglia del pigiama è ricoperta di briciole. Io e la mamma scoppiamo a ridere mentre Marley ci fissa con confusione. K:- Tanti auguri a me!!! ( alzando le braccia in aria e ballando come una stupida). Ore 7:05: stranamente sono riuscita a non cadere dal letto non appena il suono della sveglia ha invaso le mie orecchie, uccidendo quasi i miei poveri timpani. Dopo essermi data una sistematina in bagno per non sembrare di essere uscita da una centrale elettrica, passo ai vestiti per cui scelgo qualcosa di un po' diverso dal solito. È il mio compleanno e almeno per questo devo permettermi qualcosa di più stravagante: opto per un pantalone largo a vita bassa color verde, un maglioncino corto bianco e degli stivali alti color panna. Aggiungo un filo di mascara e piastro i capelli formando delle onde; do un'ultima guardata allo specchio per controllare che sia tutto a posto e dopo aver preso il pranzo che la mamma ha riposto in un recipiente fatto apposta per me, recupero tra le mani le chiavi della macchina per guidare per la prima volta la mia automobile. Non è molto grande ma è fatta per ospitare una quantità media di persone, ha un colore che si avvicina a quello del caffè ed è comoda abbastanza per fare un viaggio più lungo del dovuto. Insomma non posso lamentarmi; metto le chiavi nell'aggancio, allaccio la cintura, posiziono le mani sul volante, accendo la radio, aggiusto lo specchietto e dopo aver tirato un grosso respiro di incoraggiamento, metto i piedi sull'acceleratore. Vicino alla porta d'ingresso trepidanti ci sono Elijah, Meghan, Morgan, Ella e Timotei ad aspettarmi con in mano un sacchetto di caramelle che presuppongo siano per me. M:- Ecco la nostra diciassettenne preferita! ( cingendomi le spalle con un braccio) T:- Finalmente rientri anche tu tra di noi. E:- Stai invecchiando... ELLA:- Ma te li porti sempre bene. K:- Grazie a tutti tranne che a te Elijah. E:- Che ho detto? M:- Anche tu hai la tua età, quindi smettila di offendere. (dandogli una gomitata) E:- Aiah. ( massaggiando il gomito con forza) MORGAN:- Queste sono per te. ( porgendomi il pacco tra le mani)K:- Non dovevate. T:- Consideralo un pensierino dolce nel vero senso della parola. K:- Okay so che avete deciso di comprarmele soltanto per usufruirne anche voi. M:- Beccati. ELLA:- Ma come fai? K:- Vi conosco fin troppo bene. Dopo la lezione di chimica e il compito di letteratura, ci dirigiamo in mensa e ci affrettiamo a prendere i posti che velocemente iniziano a riempirsi. M:- Quindi... hai intenzione di festeggiare? K:- Sapete come la penso, non mi piacciono questo genere di cose. T:- Ogni tanto però organizzare qualcosa non ti farebbe male. E:- Sarebbe anche un modo per mangiare e bere più del dovuto. ELLA:- Ovviamente tu pensi sempre a quello. E:- E a cosa dovrei pensare altrimenti? MORGAN:- Magari a cose più importanti... M:- Kyla possiamo sapere il motivo di questo tuo rifiuto verso le feste? K:- Preferisco fare le cose nel privato e non coinvolgere persone che nemmeno sanno della mia esistenza. Non è da me organizzare cose in grande, non rispecchia proprio il mio modo di pensare e di vedere le cose. Non posso farci nulla, è così. ( alzando le spalle e corrugando la fronte mentre con la forchetta afferro l'insalata)M:- Sarà... ma non sono d'accordo. Secondo me dovresti darti un'opportunità. T:- Non sempre ciò che ti spaventa, deve avere per forza delle conseguenze negative. A volte il buio sommato ad altro buio può avere come risultato la luce. ELLA:- Okay forse potresti pensare che sia una cosa filosofica ma se ci rifletti bene, vedrai che ci darai ragione. K:- Non voglio dare una festa; voglio semplicemente tornare a casa, farmi una doccia, cenare, guardare un po' di tv o leggere un libro e andare a dormire come ho sempre fatto. La mamma non si è mai lamentata di tutto questo e nemmeno voi fino a questo momento. T:- Non credi che sia ora di cambiare? M:- Perché ti sei preparata in questo modo se per te oggi è un giorno come tutti gli altri? K:- Non capisco dove vuoi arrivare. M:- Rispondimi sinceramente. K:- Avevo voglia di farlo, non c'è un vero e proprio motivo. Ho qualcosa che non va? ELLA:- Sei perfetta, ma quello che intende Meghan è che forse una parte di te si è stancata di vivere allo stesso modo e nel momento in cui puoi permetterti di uscire dalla tua zona di comfort, ti senti bene. Quindi perché privarti di un qualcosa che seppur non ti stia così bene addosso, potrebbe rivelarsi uno splendore? MORGAN:- Avere paura del cambiamento è normale, ma vale la pena provarci sempre e comunque perché può rivelarsi un qualcosa di unico e speciale. Resto in silenzio con lo sguardo puntato verso il basso perché tutto questo mi porta a ragionare e a farmi arrivare alla conclusione che tra tutto quello che mi stanno dicendo, un fondo di verità c'è. Io ho paura delle emozioni, dei sentimenti e del cambiamento: ho sempre avuto paura e l'avrò sempre. Però, questo non deve essere motivo di impedimento verso nuovi orizzonti e verso nuove esperienze che potrebbero cambiare completamente la mia vita. K:- Ci penserò... M:- Ti adoriamo. Tutti sorridono con gli occhi mentre alzano le mani in aria in segno di trionfo. K:- Non è nulla di sicuro però. T:- Da quando è ritornato? K:- Chi? Meghan mi indica con il dito di guardare dietro di me e girandomi noto Dave con un vassoio in mano mentre i suoi compagni di squadra lo salutano tendendogli un pugno e abbracciandolo. Dall'ultima volta in cui sono andata a trovarlo sembra essere migliorato, infatti ha solo un livido che ricopre leggermente la sua guancia. Vorrei andare lì e cingere le mie braccia tra le sue, ma non posso e non devo. È meglio che io e lui stiamo lontani, per il bene di entrambi. Vanessa ovviamente non perde l'occasione per fiondarsi tra le sue braccia e attaccarsi come una cozza, come se Dave fosse di sua proprietà. Ancora non capisco come abbia fatto a perdonarla dopo tutto il dolore che gli ha procurato. Dave ricambia con un abbraccio freddo e lo capisco da qui perché riconosco il suo modo di dimostrare calore e affetto ed è lontano anni luce. Proprio mentre sto per voltarmi verso il tavolo, noto Dave fissarmi e sorridere leggermente. Ricambio e per la vergogna, ripongo la mia attenzione sugli altri. K:- Lo vedo bene. T:- Stai bene? (accarezzandomi il palmo della mano) Annuisco. M:- Bene, tu hai un conto in sospeso con noi. Tutti scoppiamo a ridere. Ore 15:49: mi posiziono al centro dell'aula, poggiando sul banco il libro e l'astuccio. D:- Il ritratto di Dorian Gray, impressionante... Sobbalzo dalla paura. K:- Che ci fai tu qui? D:- Per lo stesso motivo per cui tu sei qui. K:- E' l'unico modo per passare l'ora. Leggere mi fa dimenticare di tutto il resto. D:- Quindi tu durante la punizione leggi? K:- C'è qualcosa di cui avresti da ridire? D:- Assolutamente no... mi fa strano pensare che una persona studiosa come te sia qui e che nonostante tu possa passare il tempo in altro modo, tu decida comunque di studiare. K:- Me ne farò una ragione allora. D:- Sei una ragazzina permalosa. Faccio finta di non ascoltare ciò che ha da dire e lascio cadere lo sguardo sulle lettere incise in nero. D:- Oggi la gente conosce il prezzo di tutto e il valore di nulla. Lo guardo con aria confusa incitandolo a darmi una risposta. D:- Non sei l'unica a leggere libri, signorina. Non faccio in tempo a rispondere che la campanella segnala la fine dell'ora. Dave esce a passo spedito verso la porta, raccolgo velocemente il tutto e mi dirigo verso di lui. Con lo zaino su una spalla e una sigaretta in bocca, è appoggiato con la schiena sul passamano della scala. D:- Non sapevo che guidassi. K:- Ho preso da poco la patente e la macchina è un regalo dei miei genitori. D:- Regalo? K:- Beh sì... ecco.. è il mio compleanno. ( passandomi una mano tra i capelli e rispondendo freneticamente) D:- Auguri. K:- Grazie. D:- Diciassette anni. Bel traguardo. K:- Lo dicono tutti ma continuo a pensare che non sia nulla di che. D:- Te lo dicono che sei una rompiscatole? K:- Per quale motivo adesso? D:- Vedi sempre il lato negativo delle cose e a volte questo tuo lato diventa difficile da sopportare. K:- Sai che non sono così. A volte è così, ma non sempre quindi non ti permetto di mentire. D:- Ci si vede dopo Kyla. Dave si dirige verso la macchina, mentre io in preda alla confusione cerco di metabolizzare la sua ultima frase. Dopo? Ho sentito male io o cosa? Perché dovremmo vederci dopo? Arrivata a casa, apro la porta, accendo la luce e da dietro al divano fuoriescono delle ombre che mi fanno saltare in aria. M, E, T, ELLA, MORGAN:- Sorpresa!!!! La casa è decorata con tutto l'occorrente per dare una festa in grande: ci sono bibite, stuzzichini, coriandoli, giochi da tavolo e non, attrezzatura per il karaoke, cartelloni con su scritto "tanti auguri di buon compleanno" e il numero diciassette a forma di palloncino. E' tutto colorato e in particolare il colore messo in risalto è il rosa, nonché il mio preferito. K:- Io non capisco. T:- Con il permesso di tua mamma ovviamente, ti abbiamo organizzato una super mega festa. M:- Non ti arrabbiare ma... K:- Ma? ELLA:- Abbiamo invitato tutta la scuola. E:- E anche Jonathan. MORGAN:- Ci teneva a venire. K:- Chi uccido per primo? Sul serio, come vi è venuto in mente di portare tutta la scuola a casa mia... T:- Tu hai detto che ci avresti pensato e noi abbiamo colto l'occasione per precederti e semplificarti il lavoro. M:- Non ti arrabbiare. E:- Vedi tutto questo come un modo per trascorrere in compagnia il tuo compleanno. ELLA:- Sarebbe stato abbastanza deprimente averlo passato insieme a tua madre e al tuo cane senza nessun'altro intorno, non credi? MORGAN:- E poi abbiamo preparato già tutto ormai, quindi non si accetta un no come risposta. K:- Non ho altre opzioni, quindi sono costretta ad accettare. T:- Perfetto, preparati che saranno qui a momenti. Meghan, Ella e Morgan mi spingono su per le scale in attesa che io salga in camera da letto per farmi bella. Dopo essermi fatta un bagno rilassante riempito con dei petali di rosa, aver rigenerato la pelle con un po' di maschere e di creme adatte, apro l'armadio per dare un'occhiata a ciò che posso indossare ma non appena metto le mani su un ipotetico completo, vengo bloccata da Meghan, Ella e Morgan che mi guardano con fare minacciatorio. K:- Cosa? M:- Non ti azzardare nemmeno ad indossare quello scempio. K:- Perché? Cos'ha che non va? ELLA:- Non è adatto per una festa di questo tipo. MORGAN:- Senza offesa, ma sembra il pigiama di mia nonna. M:- Abbiamo pensato noi a tutto. Ella preleva dalla busta un vestito aderente nero a maniche lunghe, un po' troppo corto per i miei gusti. K:- Neanche per scherzo. Io non indosserò quel coso, né ora né mai. ELLA:- Lo devi provare. MORGAN:- Non puoi rifiutarti di metterlo senza neanche aver visto come ti sta addosso. M:- Smettila di fare la solita suora. K:- Mi sentirei a disagio, in realtà già lo sono adesso. M:- Provalo e basta. ELLA:- Altrimenti te lo facciamo indossare noi con le maniere dure. MORGAN:- Mi aggrego. K:- Okay okay. Mi dirigo in bagno per provarlo. M:- Esci. K:- Devo per forza? ELLA:- Se non esci rompiamo la porta in qualche modo. K:- Datemi solo un secondo per respirare e per non ridere dall'imbarazzo. MORGAN:- Mancano ancora trucco e parrucco quindi se non ti muovi... M:- Tre... ELLA:- Due.. MORGAN:- Uno... Apro la porta e... M, ELLA, MORGAN:- Sei bellissima. K:- Non sto male, ma mi sento a disagio. M:- Ti passerà credimi. ELLA:- Non hai nulla di cui vergognarti. MORGAN:- Sei una dea. K:- Siete sicure che io non sia così ridicola? M, ELLA, MORGAN:- Sicurissime. Con le guance che mi vanno in fiamme e le gambe che mi tremano dall'ansia, ricordo di dover prendere le medicine e prima che le ragazze possano mettere le mani sulla mia faccia, ingoio le gocce presenti sul comodino. M:- Noi siamo pronte, tu? K:- Arrivo. (canzone di riferimento This town di Niall Horan) Le ragazze mi hanno fatto dei boccoli e un trucco meraviglioso. Sembro completamente un'altra persona ed è bastato poco perché tutto ciò accadesse. M:- Come tocco finale direi che queste scarpe vadano più che bene. Delle décolleté nere con un fiocco in argento che richiama gli orecchini a forma di farfalla. ELLA:- Direi che sei pronta. K:- Vi voglio bene ragazze. ELLA, MORGAN, M:- Anche noi. (abbracciandoci più forte che mai) Ore 21:02: la casa inizia pian piano a riempirsi, mentre parte della scuola ammira tutto ciò che li circonda. Fa strano anche a me pensare che loro sappiano dove abito quando in realtà non si sono nemmeno mai posti il problema di chiedermi da dove venissi o come stessi anche dopo l'incidente. Probabilmente in questo momento vorrebbero essere altrove ma almeno sono venuti e ciò mi riempie un po' il cuore di soddisfazione. Li invito ad accomodarsi mentre si siedono ai tavoli o sulle poltrone dopo avermi dato un sentito "buon compleanno". Vanessa e le sue tirapiedi ovviamente dopo aver fatto un'entrata magistrale e senza avermi degnato di uno sguardo si sono andate a sedere in mezzo agli altri ragazzi, in segno di superiorità. M:- Sono sempre le solite. ELLA:- Invidiose fino al midollo. T:- E pure spocchiose aggiungerei. Tra tutto questo casino cerco di prendere un po' di stuzzichini e del punch dalla cucina. Non mi dispiace che tutte queste persone siano qui, ma la mia testa inizia già a scoppiare a causa del forte rumore che fanno. D:- Non dovresti dare una festa se poi non sai come mandarla avanti. Indossa una camicia lunga bianca e un pantalone nero accompagnato da scarpe da ginnastica bianche. K:- Divertente. ( lanciandogli un pop corn e per mia sfortuna non sfiorandolo nemmeno) D:- Se non impazzisci per questo genere di cose, perché le organizzi? K:- Non è merito mio, sono stata costretta ad accettare. Non avevo altra scelta. D:- Sei elegante. K:- E' il mio compleanno, quindi direi che è il minimo e poi anche tu lo sei. ( indicandolo da capo a piedi) D:- E' l'unica cosa decente che ho trovato nell'armadio. K:- Per me saresti potuto venire anche in pigiama, ma se devi far colpo sulle ragazze più grandi allora capisco... D:- Sei gelosa? K:- Di te? Ma per favore... D:- Allora non reagiresti male se mi sedessi vicino a Vanessa? K:- Fai come vuoi. D:- Sei una pessima bugiarda. Dave mi dà le spalle e si incammina verso il salotto, accomodandosi vicino a Vanessa e ad altre ragazze lasciandole flirtare e guardandomi con aria fiera. Vorrei andare lì e fargli vedere chi è che comanda qui, ma preferisco non dargliela vinta perché è questo che lui vorrebbe. T:- E' sempre il solito donnaiolo. M:- Hai scansato un bel fosso. ( sorseggiando qualcosa dal bicchiere) K:- Cosa c'è lì? M:- Non credo faccia al caso tuo. K:- Perché no? ELLA:- Meglio non provare, non credi? K:- Ho bisogno di bere qualcosa in questo momento, il punch è finito, ti decidi a darmene un po'? M:- Come vuoi. Meghan mi porge il bicchiere e velocemente bevo quello strano liquido all'interno. Ha un sapore amaro tendente al dolce, sembra come fragola. K:- Grazie. E:- Karaoke? Tutti rispondono con un sì. Ore 22:43: mi viene da vomitare e l'unica cosa che riesco a notare è la stanza che gira velocemente, come se fossi su una giostra di un luna park. Mi reggo a stento in piedi e i miei occhi sono lucidi: quel drink non era un semplice drink, probabilmente aveva un'alta percentuale di alcol per cui mi ha causato questo effetto. Mentre mi affretto verso la porta, mi imbatto in un petto muscoloso e possente, molto più alto di me. D:- Hai bevuto? K:- Non so cosa intendi. ( toccandomi la fronte) D:- Kyla non puoi bere se prendi gli ansiolitici ca**o. K:- Lo so papà. ( ridendogli in faccia quasi non me ne importasse niente di quello che ha da dirmi) K:- Lasciami passare. Dave mi afferra il polso, bloccandomi il passaggio. Ho un dejavù. D:- Non puoi andare da nessuna parte in queste condizioni. K:- Se non mi lasci passare ti vomito sui pantaloni e sarebbe un peccato rovinarli. D:- Non me ne frega niente dei pantaloni. K:- Piacciono così tanto a quelle ragazze. D:- Ti ho già detto che non me ne importa niente. K:- Delle ragazze anche? D:- Soprattutto delle ragazze. ( guardandomi dritto negli occhi e non distogliendo mai lo sguardo) K:- Vai da loro. D:- Mi interessa solo di te in questo momento. Il mio cuore ha appena fatto una capriola seppur io sia in preda ad un attacco di vomito. K:- Lasciami andare. Dave resta saldo sui suoi piedi e tiene forte la presa per evitare che io scappi in qualche modo. J:- Ha detto che vuole essere lasciata in pace cog****e. Quella voce calda e decisa, riesce a procurarmi un brivido lungo la schiena per cui l'unica cosa che riesco a fare è voltarmi senza degnarlo di una parola.

La scena si conclude con la canzone Consume dei Chase Atlantic ft Goon des Garcons.

The strength to stay alive- La forza di restare in vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora