CAPITOLO 33

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Oggi alzarsi dal letto non è affatto un peso dato che, finalmente, avremo un po' di tempo da dedicare a noi stessi. Ella ha organizzato una sorta di picnic in spiaggia e ci ha vietato di portare anche una semplice bevanda. Rivolgo un'occhiata al telefono, sperando forse nel solito buongiorno di Jonathan ma non posso fare a meno di notare che da ieri sera non ha osato ricontattarmi. Mi sento un po' vuota al solo pensiero, ma d'altro canto mi lusinga il fatto che stia rispettando la mia decisione. Apro l'armadio e inizio a cercare un costume carino da mettere: mando in confusione la stanza finché non opto per quello nero, semplice ma d'impatto. Noto che le mie forme sono cambiate rispetto agli anni precedenti: il mio seno è cresciuto a dismisura, le mie gambe sono ricoperte di smagliature e in aggiunta sono caratterizzate dai lividi di quella notte. Mi vergogno della mia immagine allo specchio e di certo far notare a tutti i segni del mio cambiamento, non fa altro che peggiorare la mia situazione. Per evitare che tutti gli occhi mi vengano puntati addosso, decido di lasciare scoperta solo la parte superiore, indossando un pareo lungo che richiama il colore del costume. Decisamente meglio. Infilo i sandali e dopo aver preso tutto l'occorrente, accendo il motore della macchina dirigendomi poi a prendere il resto del gruppo. Le seguenti fermate sono: casa di Elijah, casa di Meghan, casa di Ella, casa di Morgan e casa di Timotei. Suono il clacson nella speranza che questo possa far velocizzare Timotei. E:- E' sempre il solito ritardatario. M:- Fortuna che lo abbiamo lasciato per ultimo. K:- Sapete com'è fatto... ELLA:- Secondo me tra tre ore possiamo partire. MORGAN:- Ma anche quattro. (alzando gli occhi al cielo) M:- Non possiamo scendere e bussare? K:- Ha detto che sarebbe uscito a minuti. E:- Devi capire che i minuti di Timotei sarebbero ore. M:- Posso? (indicando la porta) K:- D'accordo. Meghan scende dalla macchina, incamminandosi verso l'ingresso e suonando incessantemente il campanello. Ad aprirla c'è la mamma di Timotei che le sussurra qualcosa, impossibile da comprendere dato che la musica oscura le voci. Meghan fa un segno con la mano, in attesa che venga abbassato il finestrino, quindi procedo con la sua richiesta. M:- Si sta ancora vestendo. E:- Un classico. Ore 11: 59: dopo aver finalmente raggiunto la meta da noi decisa, preleviamo sedie e ombrelloni dal cofano dell'auto. ELLA:- Timotei mi raccomando la prossima volta sii ancora più puntuale... T:- La bellezza richiede tempo. M:- L'appuntamento era alle undici. T:- Sono ancora le dodici. E:- Un'ora di ritardo. T:- Come la fate tragica, chi va piano va sano e va lontano. ELLA:- Spero solo che la torta che ho preparato non si sia rovinata. K:- Possiamo comunque farne a meno, tranquilla. Poggio i piedi sulla sabbia e con la coda dell'occhio cerco di inquadrare il posto perfetto: oggi la spiaggia è alquanto affollata e il caldo si insinua sempre di più attraverso la mia pelle, procurandomi una miriade di goccioline di sudore. M:- Che ne dite se ci mettiamo più a riva? K:- Non credo che sia possibile. ELLA:- Mettiamoci lì. (indicando un posto libero vicino agli scogli) T:- Lì è perfetto. Dopo aver occupato la postazione e aver posato tutto al proprio posto, mi distendo sull'asciugamano, prelevando poi un libro dalla borsa. Meghan, Morgan ed Ella mi guardano con confusione. M:- Non vieni a fare il bagno? K:- Forse dopo, ora non mi va. ELLA:- D'accordo, ma non studiare troppo... mi raccomando. MORGAN:- Concordo. Osservando loro, così consapevoli del proprio corpo, non fa altro che alimentare il mio senso di colpa: so che le medicine che prendo sono parte integrante della mia metamorfosi, ma continuo a ripetere a me stessa che mostrare ciò che sono diventata, non è affatto bello perché io non mi sento bella. Quando per la prima volta Jonathan mi ha vista senza vestiti addosso, tutte le mie paranoie sono scomparse nell'arco di un secondo perché il modo in cui si è posto, il modo in cui mi ha toccata e il modo in cui mi ha protetta, mi hanno dato la consapevolezza di accettare quelle mie piccole ma grandi imperfezioni. T:- Cosa stai leggendo? (passandosi un asciugamano tra i capelli) K:- La favola di amore e psiche. T:- Romantica quindi... K:- Quello non può mai mancare. Timotei preleva una bottiglia d'acqua dalla borsa frigo ma non appena rialza lo sguardo, lo vedo osservare nella direzione opposta alla mia con fare perplesso. K:- Timotei? T:- Anche loro qui oggi. Mi giro e noto Vanessa con il resto del suo gruppo tentare di far spostare le persone solo per occupare il loro posto senza il benché minimo rispetto. Più in lontananza, invece, intravedo Dave, togliersi la maglietta e poggiarla a terra. M:- Kyla? K:- Cosa? Mi risveglio da quello strano senso di trance all'udire di quella domanda. M:- Vuoi assaggiare i brownies che ha cucinato Ella? K:- Non ho molta fame. T:- Comunque questa cosa mi fa altamente innervosire. ELLA:- Non è di nostra proprietà purtroppo. MORGAN:- Strano però che abbiano pensato anche loro di presentarsi qui. Un'idea inizia a formarsi nella mia mente: e se Dave, indirettamente, avesse capito che avevamo deciso di passare una giornata in spiaggia? Sarebbe strano e preoccupante, ma abbastanza plausibile. K:- Vado un po' a riva. Gli altri annuiscono. Bagno i piedi nell'acqua, cercando di far spostare il pareo il meno possibile. V:- Anche la sgualdrina e i suoi amichetti da quattro soldi qui oggi. K:- Di certo nessuno ci vieta di venire qui. V:- Sai... è stata un'idea di Dave quella di presentarci qui. K:- E io cosa dovrei farci scusami? V:- Mi ha riferito la tua richiesta. ( con le braccia incrociate) K:- Richiesta? V:- Insomma tu che chiedi a lui il piacere di avvertire l'allenatore della vostra assenza all'allenamento. Resto in silenzio. V:- Adesso hai anche gli schiavi? Credevo fossi tu la schiava del tuo ragazzo... Un senso di rabbia inizia a ribollirmi nelle vene. K:- Ragazzo? V:-  Lo sanno tutti qui. K:- Continuo a non capirti. V:- Smettila di fare la finta tonta. Dave e gli altri si avvicinano vedendo che i toni iniziano a farsi sempre più caldi. D:- Vanessa smettila. V:- Ho appena cominciato. K:- Non so di che cosa parli. V:- I tuoi amici lo sanno quello che gli stai nascondendo? T:- Nascondendo cosa? D:- Vanessa ho detto di smetterla. Dave cerca di afferrarle un braccio, ma lei lo respinge ancor prima che ci provi. Un senso di paura inizia ad incombere dentro di me. V:- La vostra amichetta vi ha tenuto all'oscuro per mesi di due cose fondamentali: il suo ragazzo è malato di cancro, non gli resta molto tempo... ( portandosi una mano al petto) e la scorsa sera è stata stuprata da un uomo sulla quarantina, era lei la ragazza del video. Meghan, Elijah, Morgan, Ella e Timotei non osano fissare i loro occhi nei miei, perché forse attendono che io dica qualcosa. L'unica cosa che riesco a pensare in questo momento è: come fa a sapere dell'altra sera... ma soprattutto come fa a sapere di Jonathan? Vanessa si avvicina strappandomi il pareo di dosso e mostrando a tutti quello che stavo cercando di nascondere da tutto il tempo. V:- Sapevo che avessi preso dei chili di troppo, ma arrivare alle smagliature supera anche le mie aspettative. Tutti assistono alla scena e io mi sento più piccola dei granelli di sabbia: umiliata e presa di mira da una bulla qualunque. Dave mi guarda come se volesse scusarsi per qualcosa, ma io in questo momento sento solo che la furia vuole fuoriuscire, quindi senza neanche pensarci le tiro uno schiaffo. Vanessa cerca di ricambiare, ma viene bloccata sul secondo da Dave. Senza prendere le mie cose, inizio a correre verso l'estremità della spiaggia: tutto questo non sarebbe dovuto mai accadere, nessuno avrebbe dovuto sapere della malattia di Jonathan, nessuno avrebbe dovuto strapparmi i vestiti di dosso come se fossi una bambola da pettinare, nessuno avrebbe dovuto compiacermi. D:- Kyla aspetta. Mi sposto, cercando di guardarlo negli occhi il più lontano possibile mentre con una mano tento di nascondere i miei lividi e le mie smagliature. D:- Mi dispiace. K:- Gliel'hai detto tu? D:- Dell'altra sera lo è venuta a sapere tramite mio padre. K:- E' venuta a casa tua? D:- Sì. Un senso di ribrezzo e di delusione mi provoca un brivido lungo la schiena. K:- Non voglio che ti avvicini di nuovo a me. Le lacrime rigano completamente il mio volto. Dave resta immobile, non facendo neanche un minimo passo. D:- Non so come abbia saputo di Jonathan... mi dispiace. Avanzo velocemente verso di lui e inizio ad affondare le mie dita nella sua pelle bagnata, dandogli poi dei colpetti e riversando tutta la mia sofferenza e tutta la mia rabbia su di lui. K:- Smettila di dire stro****e.  (urlando con tutto il fiato) Dave mi guarda con gli occhi lucidi. K:- Tu lo sapevi? Dave non osa pronunciare una parola. K:- Rispondimi. (urlando e continuando a colpirlo) Dave fa un cenno di affermazione con la testa. K:- Come? D:- Tua mamma ha iniziato a prendersi un bel po' di permessi a lavoro e mio padre, trovando la cosa alquanto strana, ha richiesto che gli venisse data una motivazione. La mamma di Jonathan ha chiesto a tua madre se avesse potuto controllare i programmi e le terapie di Jonathan dato che lei non sarebbe potuta venire. Mia mamma ha sempre saputo tutto e me lo ha tenuto nascosto per tutto questo tempo, non pensando minimamente a come mi potessi sentire io in una situazione del genere. In questi ultimi mesi mi ha ignorata, non ha prestato attenzione alle mie richieste e ha continuato a comportarsi come se niente fosse. Sento la bile arrivarmi in gola. K:- Da quanto lo sai? D:- Un paio di mesi. K:- Mi avete mentito tutti. D:- Volevo solo proteggerti. K:- Smettila Dave... per tutto questo tempo non hai fatto altro che mentirmi, io avrei dovuto sapere ogni cosa, avrei dovuto essere vicino a Jonathan più di chiunque altro, avrei dovuto trascorrere più tempo con lui e invece nessuno, te incluso, me l'ha permesso. D:- Non ho mai detto a nessuno di Jonathan, non so come Vanessa ne sia venuta a conoscenza. K:- Non ti credo. Dave si passa una mano tra i capelli, dopodiché si porta entrambi le mani sulla faccia. K:- Sono stata una stupida a credere che tu fossi cambiato: il sentimento che ci legava era semplice attrazione; ora l'unica cosa che provo è ribrezzo, ribrezzo per quello che sei sempre stato e che ho cercato di nascondere a me stessa perché presa dal piacere e dall'affetto. Dave serra la mandibola, mentre una vena del collo viene messa rapidamente in risalto. K:- Le persone mi hanno delusa, ma tu più di tutti. Lascio poi la spiaggia, dirigendomi verso casa dove ad attendermi c'è la mamma. M:- Già di ritorno? ( con un sorriso stampato sul volto) K:- Basta bugie. La mamma mi guarda con confusione. M:- Bugie? K:- Dave mi ha detto tutto. La sua faccia cambia completamente espressione, arrivando così a raggiungere il picco del panico e del terrore. K:- Quanto gli resta? La mamma tira un enorme sospiro e con gli occhi pieni di tristezza, cerca di affermare una dura ma sincera verità. M:- Due mesi.

La scena si conclude con la canzone Watch di Billie Eilish.

The strength to stay alive- La forza di restare in vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora