CAPITOLO 21

61 39 2
                                    




M:- Kyla allora mi hai sentito? Cosa diavolo è questa storia? K:- I-io non so cosa dire, quel video non dovrebbe nemmeno essere lì. M:- Eppure qualcuno ce l'ha messo, ma non è questo ciò che importa. Non sapevo nemmeno avessi un ragazzo... perché? K:- Non è il mio ragazzo. M:- Quindi vorresti farmi credere che tutto questo non sia nulla? K:- Dave e io ci stiamo frequentando, ma non è nulla di certo quindi ho preferito restare in silenzio prima che qualcuno creasse dei castelli in aria. M:- Io davvero non riesco a capire cosa ti passa per la testa. Sei stata con lui stanotte? K:- Sì... ma prima che tu possa dire qualcosa, non abbiamo fatto niente. Semplicemente mi ha portata in spiaggia, abbiamo fatto un bagno e poi non potevamo ritornare pieni zuppi a casa, quindi ci siamo fermati in una casa nelle vicinanze che era di sua proprietà, abbiamo cenato e poi abbiamo dormito. Il meteo non ci ha permesso di muoverci, per Dave era pericoloso e, onestamente, anche io avevo paura. M:- Cosa mi dici invece del telefono? K:- Ho messo i vestiti ad asciugare ma avevo dimenticato il cellulare nella felpa e poof, morte a prima vista. M:- Non dirmi che quindi dobbiamo un piacere a questo ragazzo... K:- Beh lui dice di no, ma sai che non mi piace richiedere elemosina. So che adesso probabilmente ti arrabbierai, ma suo padre è il tuo capo. M:- Kyla, per piacere non aggiungere altro. (portandosi le mani davanti alla faccia e muovendo la testa in senso di sconforto) In questo momento l'unica cosa che vorrei fare è scappare e rifugiarmi in uno di quegli angoli in cui ti senti al sicuro, perché nessuno ti verrebbe a cercare. I problemi vengono avvolti in una nuvola di fumo che lascia spazio alla tranquillità e alla pace interiore: ogni sensazione, ogni emozione rimane in silenzio. Ci sei solo tu con i tuoi pensieri, con te stesso e non c'è altro che possa cambiarlo. M:- Adesso ho bisogno di prendere un po' di aria fresca, tu invece di riflettere su ciò che hai fatto. Dopo essersi data una sistemata, prende la borsa con le chiavi di casa e si dirige verso un luogo a me sconosciuto. Ammetto a me stessa di aver tirato un po' troppo la corda ma per la prima volta in tutta la mia vita, ho seguito ciò che il mio cuore mi richiedeva. Era da tempo che non mi sentivo così libera e spensierata; ho sempre badato alle mie azioni per paura delle conseguenze, non sapendo però tutto il bello a cui sarei andata contro. Messaggi e chiamate di gruppo iniziano a tartassarmi completamente: tutti vogliono una spiegazione da me, sono delusi dal mio atteggiamento. Insomma, Kyla sarebbe in grado di fare cose del genere? La verità è che tutti vorrebbero un cambiamento da me, ma non appena dimostri loro una nuova parte di te, nessuno riesce ad accettarlo e questo fa tremendamente male, caspita se fa male. Vorrei che questo giorno non fosse mai arrivato, che durasse un secondo per evitare tutto il marcio che mi aspetta... purtroppo, però, non si può tornare indietro nel tempo, quindi nel bene o nel male ciò che è fatto, è fatto. Distesa sul letto della mia camera e ricoperta da una dozzina di coperte, cerco di consolarmi con il calore che Marley attraverso il suo morbido pelo, riesce a darmi. Con le cuffiette nelle orecchie e un Mp3 a portata di mano, tutto riesce a prendere una piega migliore. Infatti dopo aver selezionato la mia playlist preferita e aver chiuso leggermente gli occhi, mi faccio trasportare dalla melodia abbandonandomi ad un sonno profondo. Ore 19:54: il suono del campanello risuona in tutta la casa con un acuto così forte che mi fa sobbalzare. Oggi non ci sono per nessuno, quindi non ho intenzione di alzarmi per andare ad aprire; sicuramente non sarà nulla di importante. Un sassolino batte incessantemente contro la mia finestra, finendo quasi per romperla. Mi alzo di scatto e a passo spedito mi incammino verso la finestra. Sposto la tenda e cerco di dare un'occhiata, ma il buio non mi permette di avere l'intera visuale, quindi decido di aprirla leggermente prestando attenzione ed evitando che una pietra mi vada a finire dritto in faccia. Dave è qui e dalla faccia che ha, riesco a dedurre la sua preoccupazione. K:- Cosa ci fai qui? D:- Ho bisogno di parlarti, fammi entrare. K:- Dave non è il caso ora. D:- Se non mi fai entrare tu, vorrà dire che ci riuscirò da solo e credimi, sarai costretta ad ascoltarmi. K:- Non puoi pretendere di venire qui come se niente fosse successo (nel cuore della notte tra l'altro) e che io ti faccia venire dentro. Abbiamo superato i limiti Dave, cerchiamo di non peggiorare la situazione. D:- Non farmelo ripetere di nuovo. K:- Dieci minuti. Dave annuisce. K:- Aspettami qui, arrivo subito. Con le braccia conserte, la vestaglia rosa con i batuffoli che mi pende e le ciabatte a forma di unicorno, mi affretto al piano di sotto. Vedendomi in queste condizioni, Dave non riesce a fare a meno di ridere. K:- Okay hai finito o cosa? Non dovevi dirmi qualcosa? D:- Tua madre non è in casa? K:- No e puoi immaginare il perché. Chiusa la porta, con le mani sui fianchi attendo che Dave inizi a parlare. Dave tira un enorme sospiro e dopo aver poggiato la sua giacca sul divano... D:- Non avrei dovuto metterti in questa posizione, sono stato un egoista del c***o. K:- Dave ma cosa stai dicendo? Io avrei potuto benissimamente far finta che nulla fosse accaduto e tirarmi indietro, ma non l'ho fatto. Per cosa dobbiamo incolparci? Per dei sentimenti che abbiamo provato e che proviamo? D:- Kyla tutto ciò che tocco, viene distrutto. Lo sapevo, l'ho sempre saputo... ma ho continuato a metterti in pericolo. K:- Io con te sto bene Dave e non lascerò che degli stupidi senza cervello, rovinino tutto; non è giusto. D:- Kyla smettila di dire st******e, questa cosa tra te e me non sarebbe durata. Lo sai bene anche tu. Quelle parole, ricalcate per una seconda volta, colpiscono nel profondo. K:- Perchè io non sono una di quelle fighe da far paura? Perché io credo nelle relazioni serie? Perché io non concedo il corpo alla prima persona che mi capita? (portandomi le mani al petto) D:- Non ho detto questo. K:- E' quello che hai pensato però. Oggi io e te eravamo sul punto di farlo, ma io mi sono tirata indietro e tu ti sei irrigidito. Non appena ti ho proposto di fare qualcosa di diverso, hai deciso di scappare: avevi altro da fare. Ora, però, ti presenti qui e mi dici che ti dispiace e che tutto questo non potrà mai funzionare. Adesso spiegami: è sempre stato un gioco per te, vero? D:- Se pensi che il problema sia questo, allora non mi conosci affatto. K:- Sai forse hai ragione, non ti conosco affatto... e mi viene addirittura da pensare che tutto quello che hai fatto per me, serviva solo al tuo scopo. Tutte le parole che hai usato, mi dispiace ma sono acqua per me; io sono soltanto una delle tante. È colpa mia, però, ci sono cascata nonostante gli avvertimenti di tutte le persone a me care. D:- Sto cercando di proteggerti, c***o. K:- No, tu cerchi di proteggere te stesso. Hai detto tu stesso che sei stato egoista. D:- Desideriamo cose diverse, sai che ci saremmo arresi al primo ostacolo. In aggiunta non mi sembra che a te facesse tanto piacere, dato che provavi ribrezzo se solo provavo a farmi vedere accanto a te. K:- Ti ho già spiegato tutto, non cercare di cambiare discorso adesso. D:- Non ti credo come tu non credi alle mie parole. K:- Perfetto, siamo pari allora. C'è altro? Dave fa un cenno di no con la testa. K:- Puoi anche andare allora. Dave si dirige verso l'uscio della porta e prima che possa tornarsene a casa... D:- Da domani non c'è bisogno che tu sia la mia tutor, ho già qualcun altro che ha preso il tuo posto. Vedo che non ci ha messo nulla a sostituirmi e poi si ostina a ripetere che tutto ciò che penso non corrisponda alla realtà dei fatti. Dave ha preso il mio cuore e l'ha ridotto in piccoli pezzi. Ciò per cui sono dispiaciuta maggiormente, però, è la piccola Kyla che ho riposto in lui. Ho dato tutta me stessa per qualcuno a cui di me importava meno di zero. Muovo leggermente il capo accennando ad un sì e prima che io possa chiudere la porta, con le mani appoggiate lungo lo stipite e la testa che fuoriesce, noto Dave girarsi per un secondo e ammirarmi con gli occhi lucidi, pieni di dolore e rabbia. Non so cosa voglia realmente in questo momento, ma riesco a percepire i suoi sentimenti e questo non è un bene per me. Ho bisogno di dimenticarlo, di dimenticare tutte le promesse fatte e i momenti passati insieme perché lui non ha sprecato nemmeno un minuto per mollarmi. Ringrazio solamente me stessa per non avergli concesso di vedermi nuda e vulnerabile, di non avermi dominata completamente perché in tal caso, tutto sarebbe stato più complicato e imbarazzante. Non lo avrei retto e basta. Tutta questa pressione non mi fa affatto bene, quindi l'unico modo per sfogarmi per bene è piangere. Seduta sulla poltrona del salotto, con le mani che ricoprono completamente i miei occhi da cui scendono sempre più lacrime salate, mi abbandono alle mie debolezze più celate e senza rendermene conto, passo il resto della serata in questo modo. (canzone di riferimento Only girl di Honeyfox, lost. Pop Mage.) Dopo aver consumato migliaia di fazzoletti e aver reso i miei occhi rossi come il sangue, solo con l'arrivo della mamma riesco a rendermi di nuovo presentabile. M:- Di chi è questa giacca? Cavolo, Dave l'ha dimenticata qui. Dovrò usare una scusa plausibile oppure stasera davvero dormirò sotto un ponte. K:- E' di Timotei. M:- E' venuto qui? K:- Sì, deve averla dimenticata qui. Non me ne sono accorta neanche io, altrimenti gliel'avrei riportata indietro; ma non c'è nulla di cui preoccuparsi, domani gliela restituisco. M:- Mettiamo in chiaro una cosa... dopo scuola tornerai subito a casa e non ti è concesso vedere quel ragazzo per un bel po' di tempo; potrai uscire solo ed esclusivamente per andare a lavoro. Ti sarà da lezione tutto questo. K:- Anche se non sono d'accordo, non ho altra scelta. E non preoccuparti, Dave si è rivelato un fallimento... ma dovevo aspettarmelo. M:- Kyla mi dispiace per tutto, ma questo ti porterà a crescere e a prendere delle decisioni in modo ragionevole. E ricorda che la tua felicità non dipende da nessuno, ma solo ed esclusivamente da te stessa. K:- Mi dispiace mamma, davvero; se ti avessi raccontato tutto, forse adesso non sarei qui a piangermi addosso. M:- Tutti nella vita compiamo degli errori, l'importante è prenderli e trasformarli in giustizie. (accarezzandomi dolcemente le punte dei capelli) Con un abbraccio forte, mi imbatto nelle sue calde braccia che mi donano tutta la sicurezza che ho perso in queste ultime ore; è una sorta di medicina capace di guarire ogni tipo di ferita. M:- Adesso datti una sistemata e va' a dormire, domani hai scuola. K:- Ai suoi ordini capitano. (portando una mano sulla fronte in segno di obbedienza) La mattina seguente tutto sembra procedere per il verso giusto: dopo aver indossato un jeans a vita bassa color beige, una felpa marrone lunga fino alle gambe, delle converse nere e aver raccolto i capelli in una morbida treccia i cui ciuffetti cadono leggermente sulle tempie, mi fiondo giù per mangiare una cosa al volo. La mamma è già andata al lavoro come suo solito, quindi tocca a me preparare la colazione. Metto i piatti nel lavandino, recupero la giacca di Dave, prendo le chiavi, chiudo la porta, mi assicuro che tutto sia al suo posto e mi avvio verso la fermata. Arrivata dinanzi all'ingresso, tutti gli occhi sono puntati su di me: sono diventata lo zimbello della scuola. Sento le loro voci e le loro risate nelle mie orecchie diventare sempre più assordanti; Ella, Morgan, Meghan, Timotei ed Elijah non mi degnano di uno sguardo, invece, e io non posso dargli torto. Mi sono comportata male, non mi sono confidata con loro, non mi sono fidata di loro e probabilmente ci vorrà tempo per riacquistare tutto quello che abbiamo perso. Lungo il corridoio cerco di capire dove sia Dave e di mettere fine a tutto questo casino, ma di lui non c'è traccia quindi mi incammino verso l'aula, in attesa delle lezioni. Successivamente in mensa dopo aver prelevato l'orribile cibo datomi dalla cuoca, mi siedo al primo bancone libero, lontano da occhi indiscreti. Dave probabilmente neanche si è presentato e questo la dice lunga su molte cose. L'ansia e lo stress mi stanno divorando e, infatti, improvvisamente sento delle forti fitte allo stomaco che mi inducono ad andare in bagno per vomitare quel poco che sono riuscita ad ingerire. Mentre sono distesa a terra con le spalle al muro del bagno, con i piedi incrociati e con le mani appoggiate sul ventre, piccoli passi di tacchi iniziano ad avanzare ed una voce impossibile da non riconoscere, rimbomba in tutta la stanza, facendo da eco. V:- Sapevo che Dave l'avrebbe lasciata perdere. Insomma non sarebbe in grado di portarsela a letto neanche se volesse. MIA:- Quel video però è stato tremendo. MELODY:- Concordo; non credi di essere stata un po' troppo cattiva? V:- Ma per favore, avrei dovuto essere più calma con una che finge di essere una suora ma che si comporta come una tr**a da quattro soldi e che ruba i fidanzati delle altre? Cascate male ragazze. A queste parole non posso rimanere indifferente, quindi dopo aver aperto ferocemente la porta, mi avvicino sempre di più verso di lei che con tutta la sua prepotenza, mi fissa con fare superiore. K:- Potrò anche non piacerti o sembrarti brutta, ma se il tuo ex ragazzo ci ha provato con me, io mi farei due domande e mi darei anche delle risposte. V:- Credimi, Dave ci ha provato con te solo per metterti sulla lista delle ragazze che ha sc****o. K:- Io e lui non abbiamo fatto niente di tutto questo perché io a differenza tua, una dignità ce l'ho. V:- Ahia, brutto colpo. Scommetto che allora tu e lui non siate più una coppia... ma un po' lo capisco sai, oltre a quello tu non emergi in altro. K:- Sei una st****a. V:- Sono profondamente amareggiata, ma me ne farò una ragione. (fingendo che le mie parole l'abbiano ferita in qualche modo) V:- Ora scusami, ma ho cose più importanti a cui pensare. (dandomi una spinta e uscendo con fare spocchioso) Prese le mie cose e lasciata la stanza, mi dirigo velocemente verso l'uscita della scuola, quando ad un tratto mi scontro con un corpo possente a me già conosciuto. È sempre lui, ma con uno sguardo più spento. Non gli permetto di dire una parola e con tutta la frustrazione che ho in corpo, prendo la giacca dallo zaino e... K:- Ecco a te la tua giacca e spero di non incrociarti mai più, tieniti anche questo stupido telefono. Non voglio più avere a che fare con te e con tutte le c*****e che dici. Sei solo uno st****o bugiardo che si diverte a far soffrire le persone manipolandole a suo piacimento. Mi dispiace solo averti dato tutta me stessa, davvero... ma va bene così. Con le mani che tremano, i battiti del cuore in aumento e le lacrime agli occhi, faccio per andarmene ma Dave mi afferra la mano, bloccandomi il passaggio. K:- Lasciami. D:- Che ti succede? K:- Mi succede che hai rovinato tutto ciò che di bello avevo costruito, fasciandomi la testa con i tuoi finti discorsi. Spoiler: sei solo egoista e meschino. Con tutta la forza che ho dentro, mollo la presa e mi incammino verso la strada, lasciando tutti e in particolare Dave, di sasso.

La scena si conclude con la canzone Mr. Forgettable di David Kushner.

The strength to stay alive- La forza di restare in vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora