CAPITOLO 37

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Dopo la morte di Jonathan, in segno di rispetto, la scuola ha deciso di posticipare la gara primaverile. Sono passate già due settimane da quel giorno: Cheryl sta per prendere il volo per il New Mexico, sembra stare meglio anche se molto probabilmente si sente in colpa per non essergli stata accanto. M:- Cosa farai adesso? C:- Mi trasferirò in California, quel luogo non mi è mai piaciuto... volevo solo sentirmi più vicina a lui e adesso che non c'è più, non vedo cosa dovrebbe fermarmi. Cheryl si preme una mano sul petto, mentre il suo sguardo è rivolto verso il basso. M:- Abbi cura di te. Io e la mamma ci avviciniamo per darle un abbraccio che ricambia donandoci tutto il suo affetto e tutta la sua gratitudine. C:- Grazie per tutto Alison. Cheryl passa lo sguardo su di me. C:- Grazie anche a te Kyla, Jonathan e io te ne saremo sempre riconoscenti. Faccio un segno di affermazione con la testa, poi saluto Cheryl per un'ultima volta prima che scompaia attraverso la porta. Una parte di me e della mia infanzia ha abbandonato la mia casa, ma so che per qualsiasi cosa ritornerà: la famiglia Jones sarà sempre ancorata alle mie radici, così come la mia famiglia sarà sempre ancorata alle radici della famiglia Jones. La mamma mi guarda con fare nervoso, controllando poi l'orario sul cellulare. M:- Sbrigati o farai tardi! K:- Manca ancora un'ora prima della gara, non c'è bisogno di tutta questa fretta. ( alzando gli occhi al cielo in segno di disappunto) La mamma però continua a fissarmi e io non posso fare altro che obbedire ai suoi ordini. K:- D'accordo, vado a preparami. Arrivata davanti scuola, noto una fila di autobus parcheggiata all'ingresso: le varie squadre sono già pervenute. Non credo che riusciremo a portare a casa la vittoria, ma provare a farcela non costa nulla. L'allenatore vuole che sia tutto regolare, non si aspetta di certo un grande risultato ma vuole che facciamo una bella figura; d'altro canto che senso avrebbe vincere senza valore? È sempre stato il centro nevralgico dei nostri allenamenti ed è giusto che venga messo in risalto. T:- Finalmente sei qui... Meghan ed Elijah stanno già litigando, mentre Ella e Morgan stanno facendo degli esercizi di respirazione. K:- Vedo che qui la situazione non è proprio sotto controllo. T:- Sai come sono fatti tutti e poi qui si rischia di mettere a repentaglio la reputazione per il college. K:- Andrà bene. E:- Come fai ad essere così calma? K:- Ho scoperto che c'è di peggio di cui avere paura, non sarà di certo una gara a determinare la nostra persona. Meghan dà una gomitata ad Elijah, facendolo sobbalzare. E:- Che ti prende? M:- Dovresti avere più tatto tesoro, Kyla ha appena perso una persona a lei cara. E:- Avresti potuto dirmelo anche senza picchiarmi. M:- Ma così non sarebbe stato divertente. ( alzando le mani e ridendo di soppiatto) K:- Avete finito di discutere? Elijah e Meghan si guardano negli occhi per poi abbracciarsi e annuire. A:- Siete pronti? Ingoio la saliva che mi si è formata in gola e faccio un enorme sospiro per poi appoggiare la mia mano su quella degli altri. Tutti noi esultiamo con un "merda, merda, merda" seguito da un urlo di incoraggiamento. K:- Prontissimi! Una volta varcata la linea, sento il cuore liberarsi di un grosso peso; finalmente la corsa è finita e ciò significa che il ballo e la graduation sono sempre più vicini. Ho cercato di dare il massimo, anche se è stato difficile annullare completamente dal mio cervello queste ultime settimane. Quando sono sul campo tutti i miei problemi devono essere messi al di fuori, come se io fossi una spettatrice della mia stessa vita; per far sì che questo non mi pesi, fingo che io sia la protagonista di un libro, mossa come una pedina dal proprio autore o dalla propria autrice. Se decide che io debba essere forte e coraggiosa, allora convinco me stessa che non c'è altra via d'uscita, perché ciò che è dovere è anche potere. Rimaniamo immobili in attesa del verdetto mentre sul resto della platea cala un silenzio assordante. Dal microfono del presentatore si sente l'eco dell'elenco delle varie scuole fino ad arrivare alla nostra. P:- E a vincere la corsa primaverile tra i vari indirizzi scolastici della Florida è... Io e il resto del gruppo ci teniamo per mano, mentre l'allenatore si mangiucchia le ultime unghie rimanenti. P:- Per la prima volta dopo tempo, la Sarasota High School. La meraviglia sui nostri occhi non fa altro che accentuare gli applausi della platea; nessuno si sarebbe aspettato un risultato del genere, le aspettative non erano alte e non perché non credessimo nelle nostre potenzialità, bensì perché i nostri avversari non erano così tanto scontati. Tutti esultiamo, mentre il presentatore ci porge la medaglia. La mostriamo all'intero campo, come segno di sacrificio e di forza di volontà. M:- Ora potremo vantarci di aver scritto una pagina della storia. Dopo le varie congratulazioni e una foto di gruppo come ricordo da appendere al muro della scuola, mi incammino verso l'uscita con una serie di emozioni che mi tartassano la pancia. Dave è seduto sulle gradinate, con una sigaretta in una mano e l'accendino in un'altra. D:- Non dovresti festeggiare? Ho visto i tuoi amici prendere l'auto. K:- Non me la sentivo. D:- Mi dispiace per il tuo fidanzato. Resto in silenzio, mentre cerco di trattenere le lacrime che vogliono uscire. D:- Vuoi provare? Dave mi indica la sigaretta che si è portato alla bocca, mentre la accende con una fiamma proveniente dall'accendino. K:- Dovresti smetterla di fumare così tanto, non fa bene ai tuoi polmoni. D:- Ho già la risposta allora. Mi siedo, osservando il cielo che inizia ad assumere delle sfumature sempre più scure: chissà se stasera riuscirò a vedere la costellazione del Grande Carro. D:- La cintura di Orione è quasi percettibile ad occhio nudo. K:- Anche tu sei un appassionato di astronomia? D:- Da piccolo mia nonna mi mostrava ogni volta tutte le costellazioni; il mio primo regalo di compleanno da parte sua è stato proprio un telescopio. K:- Io e Jonathan osservavamo sempre le stelle insieme, dando loro un nome a nostro piacimento. Era più un gioco che una vera e propria passione, ma lui non ha mai smesso di studiarle. Dave riporta il suo sguardo su di me, per poi gettare la sigaretta nel cestino. K:- Vedo che hai imparato le buone maniere. D:- Una volta qualcuno mi ha rimproverato e da quel giorno ho appreso il mio errore. Sorrido dolcemente, riportando una mano alla bocca. D:- Andrai al ballo con qualcuno? Questa domanda mi devasta, riaprendo in me quella ferita data dalla promessa di Jonathan. K:- Andrò da sola, com'è giusto che sia. Dave non si aspetta che io gli dia una spiegazione, per questo passa oltre. K:- Dave? Si gira di scatto, aspettando che io dica qualcosa. K:- Possiamo restare qui altri cinque minuti? Dave fa un cenno di affermazione con il capo, dopodiché ritorna a sedersi. Parliamo per il resto del tempo, fino a che la luna e le stelle illuminano la strada, portandosi via il sole e le nuvole.

The strength to stay alive- La forza di restare in vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora