CAPITOLO 25

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D:- Kyla non ha bisogno del tuo aiuto e sembra che tu non abbia imparato la lezione dato che sei ancora tra i piedi. J:- Se vuoi posso riprovarci tranquillamente. (avvicinandosi a passo spedito e lasciando solo un centimetro di distanza dalla faccia di Dave) Spingo Jonathan con forza, prendendo le difese di Dave com'è giusto che sia. J:- Cosa ti prende? K:- Dovrei fare io questa domanda a te visto che hai sempre voglia di litigare... J:- Ti stava disturbando e volevo solo levartelo dai piedi. K:- Abbiamo già affrontato questo discorso, non farmi ripetere sempre le stesse cose perché onestamente comincio a stancarmi. Dave e il resto della stanza mi guardano con fare meravigliato mentre Jonathan ha uno sguardo spento e ferito.J:- Possiamo parlare in privato? Annuisco. Chiudo la porta della mia camera e con le braccia incrociate attendo che la conversazione continui. Jonathan perlustra la stanza, soffermandosi in particolare su una foto appesa alla parete che ritrae una piccola me nelle braccia di papà. K:- Cosa hai da dirmi? Hai detto che volevi parlare. J:- Sembri felice qui. K:- Lo ero ma non cercare di cambiare discorso. J:- Non lo sto facendo. Sei tu che non capisci. K:- Non farlo. J:- Non fare cosa? K:- Darmi dei falsi segnali facendomi credere che in realtà tu mi vedi diversamente da come credo che tu mi veda. J:- Kyla... K:- Per tutti questi anni ho sperato e provato sentimenti troppo forti da poter anche solo descrivere e nell'attesa che tu potessi notarmi, ho sempre cercato di migliorare alcuni aspetti di me stessa per apparire ai tuoi occhi come la più bella di tutte. Anche quando tu sei andato via io non ho mai smesso di pensarti, ho sempre conservato te nel mio cuore e non ho permesso a nessuno di entrarci perché per me nessuno era come te e nessuno lo sarebbe mai stato. Deglutisco e riprendo il discorso. K:- Quest'anno ho conosciuto Dave e nonostante non fosse minimamente il mio tipo ideale, è riuscito a farmi provare qualcosa di speciale come lo era con te con la differenza che c'era un interesse da entrambe le parti e non un piacere a senso unico o almeno, così pensavo. Ora vorrei capire cosa vuoi da me, capisco che tu mi voglia proteggere in un certo senso ma io non sono Selene e non lo sarò mai quindi devi fartene una ragione Jonathan. Lei è andata via da tempo ormai e non ritornerà; posso capire quanto sia difficile per te vivere con i sensi di colpa ma rimuginare sul passato non ti aiuterà a superare la cosa. Doveva andare così e basta. J:- Perché non me l'hai detto? K:- Cosa? J:- Perché non mi hai mai detto che provavi un interesse nei miei confronti? K:- Perché avevo paura e per me sbilanciarmi con una persona significa tanto, se mi rendo conto che non c'è certezza da una delle due parti preferisco amare da sola anziché soffrire per un qualcosa che non aveva un fondamento ancor prima di iniziare. J:- Tu mi amavi? K:- Non ho mai sperimentato questo sentimento in vita mia, per me piacere o attrazione non è amore, ma infatuazione. L'amore è lontano anni di luce dalle mie esperienze, mi dispiace deludere il tuo ego. J:- So che l'idea della festa non è stata tua ma se l'avessi organizzata tu, mi avresti invitato? K:- Alcuni tuoi comportamenti mi hanno delusa e stasera avresti potuto mostrarmi di voler veramente cambiare e invece se non ti avessi fermato io probabilmente lo avresti mandato di nuovo in ospedale quindi non so cosa risponderti esattamente in questo momento perché ogni risposta mi sembra sbagliata. Jonathan si siede sul mio letto mentre dalla tasca fa fuoriuscire un sacchetto rosa. J:- So che mi odi in questo momento e non ti importa cosa ho da dirti ma so quanto ci tenevi a questa cosa. Jonathan sfila il laccio mentre io con confusione cerco di capire cosa ci possa essere lì dentro. K:- Non ci credo. Una collana incisa in oro a forma di stella il cui retro presenta delle coordinate di una costellazione. J:- Adesso c'è una stella in tuo nome in cielo e tu puoi osservarla quando vuoi. K:- Tu sei pazzo. J:- Anche io non ti ho mai dimenticata. Undici anni prima... J:- Io quando sarò grande vorrò prendermi una macchina tutta mia per viaggiare in tutto il mondo. Tu invece? K:- Io vorrei essere una stella, la più luminosa e la più bella così quando anche tu alzerai gli occhi al cielo riuscirai a riconoscermi. J:- Ma non puoi diventare una stella. K:- La mamma mi dice sempre che nulla è impossibile se lo si desidera per davvero quindi io sarò una stella. J:- Allora io e te riusciremo a mantenerci in contatto? K:- Sì perché mi trasformerò ogni volta che lo desidererò. J:- Ti aiuterò a diventare una stella allora. K:- Me lo prometti? J:- Te lo prometto. J:- Ti ho detto che ti avrei aiutata a diventare una stella e sai che io mantengo sempre le promesse. K:- Non credevo te lo ricordassi... sono passati tanti anni dall'ultima volta che ne abbiamo parlato. J:- Beh adesso potrai capire la tua stella dove si trova e imparare le sue coordinate a memoria. Abbraccio Jonathan con tutto il calore e l'affetto che posso dargli, mentre ho gli occhi lucidi e una lacrima scorre rapidamente dai miei occhi, rendendo umida la sua possente spalla. J:- Mi dispiace per tutto, è solo che sono uno stupido e non riesco mai a dire quello che penso e provo realmente. Gli accarezzo la testa mentre lui mi cinge i fianchi con le braccia. K:- Non fa niente, ho esagerato e non avrei dovuto risponderti in quel modo. J:- Quando sono venuto l'altra sera ubriaco sotto casa tua e ho detto quelle cose è perché realmente le pensavo. Resto in silenzio mentre il mio cuore batte all'impazzata. J:- Mi sei sempre piaciuta e il mio istinto di protezione non è perché ti vedo come una sorella, ma perchè non riesco a vederti al fianco di qualcun altro che non sia io. K:- Jonathan. (sposto la testa e ci ritroviamo faccia a faccia) J:- Ti batte il cuore. (poggiando una mano sopra al mio petto) e ricalcando con un dito il mio labbro superiore. J:- Quella sera ti ho baciata non per ripicca o per delusione ma perché realmente lo volevo e la scusa dell'errore era dovuta al fatto che non potevo non risolvere prima le cose con Isabel. Tu mi piaci così come sei e non hai bisogno di fare colpo su di me preparandoti nel migliore dei modi perché per me al naturale sei già la più bella. Non ci sono altre a cui penso se non a te prima di andare a dormire e il mio primo pensiero è quello di scriverti un buongiorno solo per aspettare una tua risposta e cominciare la giornata nel migliore dei modi. Credi che avrei fatto per tutte quello che ho fatto per te? Forse non ti sei mai resa conto che in realtà il mio sguardo ricadeva sempre su di te in una stanza piena di tante altre ragazze. Adoro le tue insicurezze e il modo in cui ti agiti anche per le cose più futili, adoro il tuo modo di ridere e di giocare con Marley, adoro quando ti arrabbi e cerchi di farti rispettare da tutti, ma adoro anche quando piangi e cerchi di nasconderlo perché ti imbarazza mostrarti debole di fronte agli altri. Adoro ogni singola particella di te perché tu sei unica e speciale per me. K:- Jonathan non so cosa dire. J:- Non c'è bisogno che tu dica niente perché i tuoi occhi parlano al tuo posto. Jonathan mi accarezza delicatamente le guance che sono cosparse di chiazze rosse, con un dito disegna vari punti immaginari seguendo le mie lentiggini, poi scende sulle labbra dove mi stampa un bacio. Guardo attentamente Jonathan negli occhi dopo essermi distaccata da lui. J:- Cosa? Ricambio il bacio ma questa volta non si tratta di un bacio a stampo, ma di un bacio vero e proprio. Più magico del primo perché in questo caso lui si è spogliato delle sue debolezze e mi ha rivelato i suoi sentimenti nei miei confronti, affrontando le sue paure a testa alta ; la Kyla del passato non avrebbe mai pensato di ascoltare queste parole in vita sua.(canzone di riferimento Fine line di Harry Styles) Jonathan avvicina il suo naso vicino al mio collo, assaporando l'odore della mia pelle. J:- Hai un buon profumo. K:- Il mio preferito. Hanno usato chicchi di caffè che poi hanno mischiato con la vaniglia. J:- Non cambiarlo mai. K:- Rimarrà sempre il mio preferito ma non ti prometto niente. J:- Cattiva. Ricambio con una linguaccia. J:- Direi che è arrivato il momento di partecipare attivamente alla festa. K:- Inizia ad andare giù, scendo subito. J:- Okay capo. (dandomi un bacio sulla guancia) Sorrido dolcemente. Mentre sposto i capelli per indossare la collana regalatomi da Jonathan, la mia attenzione ricade sul portafortuna di Dave e un senso di colpa e di angoscia mi avvolge profondamente. Anche se non si è comportato benissimo con me, non riesco ad essere indifferente nei suoi confronti. So che non abbiamo costruito molto in questi mesi e so che il nostro rapporto non può essere assolutamente comparato a quello con Jonathan, ma ho come l'impressione che dalle sue parole traspaia un fondo di verità e non credo che sia solo il frutto della mia fervida immaginazione. Nel profondo noi sappiamo come sono realmente le cose. M:- La festeggiata stasera non è presente sul pianeta Terra? K:- Stavo giusto per scendere. M:- E questa da dove esce? Indicando la collana. K:- E' un regalo da parte di Jonathan, ma non è solo una semplice collana. È più speciale di quanto pensi. M:- Okay okay, adesso si spiegano tante cose. K:- Cosa intendi? M:- E' sceso al piano di sotto con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e da come ne parli deduco che sia successo qualcosa tra voi due. K:- Ci siamo baciati. M:- Coooosa? Non posso crederci, vorrei urlare in questo momento. Vuoi dirmi che voi due avete limonato e io non ho assistito alla scena? K:- Io non userei quel termine ma sì. M:- Devi dirlo immediatamente anche agli altri. Meghan con un braccio sotto la spalla mi fionda giù per le scale mentre continua a mormorare parole incomprensibili. Dopo aver dato lo scoop anche agli altri e aver fatto una breve partita a carte, mi posiziono dietro la tavola mentre Timotei accende le candeline posizionate precisamente sulla torta. K:- So che non sono molto brava con i discorsi e che la maggior parte di voi neanche sapeva della mia esistenza prima di adesso, ma voglio ringraziarvi comunque per essere venuti qui stasera anche solo per divertirvi perché lo scopo della serata era proprio questo. Solitamente non do mai feste perché le reputo inutili e disagianti per me e per il mio problema, ma devo ammettere di aver trascorso una bella serata nonostante tutto e nonostante le brutte aspettative che avevo al riguardo. Non sempre ciò che brucia, fa male. Quindi tanti auguri a me e grazie per tutto, davvero. Dopo averci soffiato su e aver tagliato i pezzi di torta, li posiziono sul tavolo così che tutti possano averne un po'. D:- E' nuova? K:- E' un regalo da parte di una persona speciale. D:- Te l'ha data lui vero? Faccio un cenno di sì con la testa. D:- Beh allora hai fatto la tua scelta, non ho altro da aggiungere. K:- Cosa ti fa capire che io abbia fatto una scelta? D:- Da come ti guarda, come se adesso ti avesse tutta per sé, come se adesso tu fossi finalmente tra le sue braccia, come se lui fosse il vincitore di un trofeo. K:- Sei tu che mi etichetti come un premio. Io so ragionare e prendere decisioni da sola, non c'è bisogno che qualcuno mi manipoli. D:- Ha vinto di nuovo lui, per una seconda volta ha ottenuto ciò che voleva. K:- Non è così. D:- Io sono stato solo un rimpiazzo per te, un modo per dimenticarlo perché credevi che lui non ti avrebbe mai notata seriamente. E quando mi hai detto:- "Sei sempre stato tu" in realtà ti riferivi a lui perché è sempre stato Jonathan e sempre lo sarà. K:- Dave non è assolutamente vero ciò che stai dicendo. Io non userei mai una persona per un doppio scopo e se mi conosci abbastanza dovresti sapere che io e te non ci frequentiamo più per altri motivi. Credi che io sia stata bene sapendoti in preda ai dolori? Credi che io sia stata bene quando tutti mi reputavano una sgualdrina e tu non hai fatto niente perché non lo pensassero? Credi che io sia stata bene quando non ho voluto concedermi e tu hai deciso di chiudere definitivamente con me inventandoti la scusa del volermi proteggere? Io ci tengo, ci ho tenuto e ci terrò sempre a te perché fortunatamente non sono una persona rancorosa e cerco sempre di vedere anche il lato positivo delle cose e delle persone, quindi smettila di dire cavolate. Dave resta in silenzio mentre fruga tra le tasche in cerca di qualcosa.D:- Buona fortuna per tutto Kyla. Dave si avvia verso la porta senza girarsi e ignorando completamente il mio sguardo. Pian piano il resto della stanza inizia a svuotarsi fino a rimanere solo io, Meghan, Morgan, Elijah, Timotei, Ella e Jonathan.K:- Andate pure, ci pensiamo io e Jonathan a mettere in ordine. E:- Meghan ha bevuto un bicchiere di troppo quindi guido io per portarla a casa. T:- Sei sicura di non volere un'altra mano? Io posso rimanere. ELLA:- Anche io. K:- Andate pure, davvero. Tra un po' arriverà anche la mamma quindi non c'è nulla di cui preoccuparsi. MORGAN:- Come vuoi. T:- Chi viene con me? ELLA, MORGAN:- Noi. Ore 1:12: dopo aver passato l'aspirapolvere e aver riordinato il resto del salotto, crollo sul divano inerme. Mi tolgo i tacchi e distendo i piedi sul cuscino del sofà. J:- Ho appena finito di cacciare fuori il resto della spazzatura. Jonathan si posiziona vicino a me, prendendomi i piedi e appoggiandoli sulle sue gambe. Jonathan inizia a massaggiare delicatamente le mie gambe con una mano mentre con l'altra intreccia la sua nella mia. J:- Tua mamma è ancora a lavoro? K:- Ormai non so nemmeno più quante volte torna a casa presto, ho smesso di contare da mesi. J:- E' difficile gestire tutto da sola? K:- Amo mia mamma ma non riesce a darsi una regolata con il lavoro e questa cosa non va affatto bene. Non voglio che si rovini la vita riempiendosi di stress. J:- Perché non chiedi aiuto a tuo padre? K:- Anche se il nostro rapporto si è rafforzato un po' di più, non posso elemosinare i suoi soldi. Mamma non me lo perdonerebbe mai e io non riuscirei a vivere con questo fardello per il resto dei miei giorni. Lei non mi chiede mai nulla, ma questo è stato l'unico favore che mi ha richiesto e io non posso voltarle le spalle, non se lo merita. J:- Poi mi chiedi cosa trovo in te... hai anche qualche difetto? K:- Smettila. ( lanciandogli un cuscino) J:- Okay, l'hai voluto tu. Jonathan ricambia eseguendo lo stesso gesto. Inizio a correre per tutta la casa alla ricerca di un posto sicuro per difendermi. Jonathan mi rincorre. J:- Presa. (afferrandomi da dietro la schiena e avvolgendo le mani lungo il mio ventre mentre mantiene il mento appoggiato sulla mia spalla destra) K:- Non vale, tu hai le scarpe e io le calze che scivolano. Sono svantaggiata! J:- Non è colpa mia se sei lenta come una lumaca. K:- Almeno sono innocua. J:- Mi stai sfidando? K:- Cosa? ( ridendo imbarazzata) J:- Mi stai sfidando a scoprire se realmente tu sia innocua? K:- Magari sì magari no. Jonathan traccia una linea lungo il mio braccio scoperto e con un tocco leggero, ruota il mio mento verso il suo viso per poi rilasciarmi un bacio sull'angolo della bocca. K:- Non ti abituare troppo però. J:- Potrei dire lo stesso di te. K:- Cosa stai facendo? Jonathan mi prende in braccio e si dirige verso il piano superiore. K:- Fammi scendere. (dandogli dei piccoli colpetti sulla schiena) J:- Solo dopo essere arrivati nella tua camera. K:- Ci posso arrivare benissimo anche da sola. J:- Ma non voglio che tu faccia tutto questo lavoro dopo aver trascorso un' intera serata ballando e pulendo casa. Sii la mia principessa per cinque minuti. K:- Solo per cinque? J:- Anche per tutta la vita. J:- Ecco qua. Jonathan mi fa scendere e dopo aver poggiato finalmente i piedi sul pavimento, la tensione inizia a farsi sempre più intensa. J:- Sono l'una e trentatré di notte quindi ti lascio dormire in santa pace adesso , visto che la mia missione qui è finita. K:- Puoi restare. Mamma mia ma come mi è venuto in mente di dire una cosa del genere?!K:- Cioè ma solo se vuoi, è tardi e mi sembra un po' pericoloso guidare con questa visuale. J:- Tu vuoi che io resti? K:- Sì.. cioè ma solo se vuoi. (grattandomi il naso per il nervosismo e l'imbarazzo) J:- Allora resto. K:- Perfetto, vado a mettermi il pigiama. Tu sai già la stanza degli ospiti dov'è quindi non ci dovrebbero essere problemi, se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi. Jonathan mi blocca il passaggio, afferrandomi il polso. Manteniamo il contatto visivo per un lungo arco di secondi: le sue iridi che vanno da un verde ad un blu scuro incontrano le mie che sono di un marrone tendente al nero e questo sembra essere un incrocio strano quanto potente per suscitare una serie di sensazioni ancora più estranee dal mio modo di essere. K:- Sono pronta. J:- Per fare cosa? K:- Voglio perdere la mia verginità, qui con te, nella notte più meravigliosa della mia vita per renderla ancora più meravigliosa. J:- Kyla. K:- Non sto scherzando Jonathan, sono seria. Sono pronta e voglio farlo qui con te. J:- Non voglio che tu prenda delle decisioni affrettate di cui potresti pentirtene. K:- Non vuoi vero? Non sono abbastanza? J:- Tu sei perfetta ma ho paura che non sia realmente quello che vuoi. K:- Io invece lo voglio ma non ti pregherò affinchè tu dica di sì. Jonathan mi sbottona la cerniera del vestito e mi sfila delicatamente le calze mentre resto con addosso solo la biancheria intima, ripeto gli stessi movimenti con la sua maglia e i suoi pantaloni. Mi prende in braccio e con cautela mi posiziona sul letto. J:- Mi dirai tu quando posso, d'accordo? K:- Sì. E così per la prima volta in tutta la mia vita ho mostrato alla persona che ho sempre desiderato la mia vulnerabilità, senza strati né protezioni che l'ha accolta con baci e carezze, rispettando ogni centimetro del mio corpo come se fosse un qualcosa di prezioso e sacro. Così io e Jonathan ci siamo spogliati di tutto e con dolcezza e passione le nostre anime si sono unite formando un qualcosa di puro e inspiegabile ai nostri occhi.

La scena si conclude con la canzone uh oh di Tate McRae.

The strength to stay alive- La forza di restare in vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora