CAPITOLO 20

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Il sole penetra attraverso le finestre illuminando l'intera stanza. Non appena apro gli occhi noto Dave osservarmi profondamente, come se non avesse dormito per nulla: le sue occhiaie parlano da sole. D:- Buongiorno. K:- Che ore sono? Dave si pone sull'altro lato, prende l'orologio appoggiato sul comodino e osserva l'orario. D:- Sono le undici e diciassette. Spalanco gli occhi e dopo essermi alzata di scatto... K:- Cavolo, è tardissimo e tra l'altro ho già fatto la prima assenza dopo il ritorno. D:- Kyla calmati e respira; non muore nessuno se per una volta non vai a scuola. K:- Tu non capisci, non posso permettermi di perdere altre lezioni; ho già sprecato la maggior parte del mio tempo a casa... poi dove sono le mie cose? D:- Ieri ho controllato se l'asciugatrice fosse pronta, ho appoggiato tutto nel bagno. K:- Perfetto, puoi andare a prenderli? Dave annuisce e si dirige verso la porta. D:- Ecco a te ( porgendomi i vestiti) K:- Potresti uscire? Sai com'è... dovrei cambiarmi. D:- Certo, io vado a farmi una doccia allora... Le mie guance sono piene di chiazze rosse e l'espressione del mio viso vale più di mille parole. Dopo essermi vestita, chiudo la porta e mi incammino verso le scale. Ieri non lo avevo notato, ma ci sono quadri ovunque firmati dallo stesso autore; la calligrafia, però, è incomprensibile a tal punto da poter essere comparata a quella di un medico. Ogni dipinto esprime qualcosa di diverso: in uno è rappresentato il mare con il tramonto, in un altro una sagoma sotto la pioggia, in un altro ancora un cielo pieno di stelle. Può sembrare strano ma in ognuno di questi vedo me come protagonista dell'opera, in ognuno di questi vedo i miei stati d'animo: calma, tristezza e felicità. Sarà forse un caso o l'universo sta cercando di inviarmi qualche segnale? Dopo essere scesa al piano di sotto, mi scaravento sul divano e nell'attesa che Dave mi riaccompagni a casa, leggo il giornale che prima era posizionato sul tavolino. Lo inizio a sfogliare e dopo una decina di pagine vengo colpita da un articolo il cui titolo mi è molto famigliare... " Il proprietario dell'agenzia Beta ha ricevuto il premio per miglior imprenditore della Florida, un grande traguardo per colui che si è trasferito da poco nella cittadina. Che sia uno dei tanti altri ancora? Non si sa nulla riguardo al futuro, ma ciò che è certo è che Nathan Brooks promette un ottimo avvenire, soprattutto per i suoi dipendenti." Non credevo che il padre di Dave fosse il capo della maggior parte delle aziende della Florida e in realtà non pensavo nemmeno che venisse da una famiglia così rinomata. Il suo modo di fare e di essere è completamente diverso da quello delle persone snob e ricche, non so il motivo per cui lui non sia così tanto in buoni rapporti con la famiglia e sicuramente c'è molto altro sotto. Non si nasce freddi e apatici, sono le esperienze che ci rendono in questo modo. D:- Vedo che adesso hai scoperto quasi tutto sul conto di mio padre... K:- Non volevo farmi i fatti tuoi, volevo soltanto utilizzare il tempo in qualche modo e... D:- Non devi giustificarti, non è colpa tua. K:- Perché non vuoi parlare mai di loro? D:- Ci sono cose da cui preferiresti preservarti Kyla, credimi se ti dico che nemmeno tu vorresti esserne a conoscenza. K:- A volte sfogarti, però, fa bene. Io sono qui e ti ascolto, sai che non ti giudicherei mai. D:- Kyla smettila. K:- Dave tu hai bisogno di sfogarti, lo si evince dai tuoi occhi. (prendendogli la mano) Dave la ritira velocemente e... D:- Ti ho detto di smetterla ! (urlando con tutta la rabbia e il dolore che ha in corpo) Rimango pietrificata mentre i suoi occhi si riempiono lentamente di lacrime e le sue mani iniziano a tremare rapidamente: Dave ha bisogno di aiuto e io non posso restare a guardare. Mi avvicino a piccoli passi vicino a lui che è appoggiato con la testa vicino allo stipite della cucina e con delicatezza appoggio il mio capo lungo la sua schiena, avvolgendogli la vita con le mie braccia. D:- Va' via, ti prego. K:- Io non ti lascio. D:- Perché insisti? K:- Perchè quando tieni ad una persona, resti nonostante tutto. Tu non mi hai abbandonata nel momento del bisogno, hai trovato in me ciò che credevo di aver perso per sempre e mi hai guidata verso la giusta strada. Non credere che io sia qui solo perché devo ricambiare il favore, sono qui perché lo voglio davvero. Sono qui per te; se non vuoi dirmi nulla, va bene. Lascia solo che io resti al tuo fianco, non mandarmi via. In caso contrario, io non me andrò. Dave resta in silenzio per dieci interminabili minuti, poi si gira verso di me e guardandomi dritto negli occhi... D:- I miei genitori mi hanno sempre trattato male: hanno sempre preferito mia sorella. Lei era la figlia perfetta, io il figlio deludente. Ogni volta che tornavo da scuola e prendevo un voto che fosse inferiore ad A, mio padre iniziava a picchiarmi forte procurandomi scuri lividi viola; quando mangiavo più del dovuto ed assumevo dei chili di troppo, mia mamma mi metteva con le spalle al muro costringendomi a non mangiare per giorni. Per mio padre dovevo essere uno sportivo professionista, per questo sin da piccolo ho iniziato a giocare a football. Mi allenavo con lui e ogni errore veniva segnato con uno schiaffo: per tutti questi anni non ho fatto altro che temerli, solo adesso mi sono reso conto che non hanno più nessun potere su di me. Loro non sono i miei genitori e non lo saranno mai. Senza pronunciare una parola, mi affretto tra le sue braccia stringendolo forte. K:- Dave sei tanto forte, non dimenticarlo mai. Me lo prometti? D:- Te lo prometto. Per quanto dure siano state quelle parole per me, sono contenta che Dave sia riuscito finalmente a sfogarsi: custodirò tutto nel mio cuore e non permetterò a nessuno di venire a darci una sbirciata. Resterà sempre il piccolo segreto di Kyla e Dave. D:- Mi dispiace per prima... non avrei dovuto reagire in quel modo così violento, tu volevi semplicemente aiutarmi. K:- Tranquillo, è acqua passata. So bene come ci si sente, non devi scusarti di niente. D:- Vuoi che ti accompagni a casa? K:- In verità mi servirebbe prima un nuovo telefono... D:- Nessun problema, ci penso io. K:- No Dave, non devi. Andiamo a casa mia, prendiamo i soldi e poi lo compriamo. D:- Lascia che sia io a pagare, consideralo il tuo regalo di compleanno però in anticipo. K:- Dave... D:- Andata. K:- Quando la smetterai di essere così generoso? D:- Quando le macchine voleranno. K:- Bene, quindi tra un po'? D:- Lasciamo che sia il tempo a decidere, per il momento i soldi dei miei sono l'ultima preoccupazione. Dopo essere entrati in macchina, ci incamminiamo verso il centro della città alla ricerca di un negozio di elettronica. K:- Potremmo andare lì. (indicando con un dito il centro di telefonia) D:- Se non vendesse roba falsa, ti direi di sì. So io dove andare. K:- Mi sta bene anche un telefono economico; non devi spendere per forza migliaia di dollari. D:- Signorina lei parla un po' troppo per i miei gusti. K:- Pardon, colpa mia. Terrò la bocca cucita allora. (facendo un segno con le mani, come se stessi tirando la cerniera di una felpa) Arrivati dinanzi al negozio, Dave mi prende la mano accompagnandomi all'interno. K:- Un centro apple? Tu sei pazzo. D:- Ricorda: soldi miei, problema mio. Ho sempre desiderato avere uno di quei telefoni per riuscire a fare delle foto che avessero un'ottima qualità o semplicemente per sentirmi allo stesso livello dei miei amici. Indipendentemente da tutto la gente è pronta a giudicarti: se sei diverso allora devi essere emarginato perché per loro non sei normale e si sa che, l'anormalità, fa paura. Ci sono tante cose che nel mondo andrebbero cambiate, ma è ancora troppo presto prima che l'uomo faccia un passo in avanti e riesca a capire l'importanza delle piccole cose. Forse un giorno tutto questo sarà solo un brutto sogno, forse un giorno ricorderemo questi attimi come tremendi momenti in cui l'inclusività era ancora da rivedere, forse un giorno ragioneremo in modo totalmente differente e solo allora potremo dire di essere riusciti a comprendere il vero senso della vita. D:- Hai qualche preferenza in particolare? K:- Come ti ho già detto, no. In realtà non vorrei nemmeno essere qui. D:- Farò tutto da solo allora. N:- Avete bisogno di aiuto? D:- Può mostrarci i modelli più recenti? N:- Certo, seguitemi. Posa tutti i modelli sul bancone di marmo, mettendoli in fila e seguendo l'ordine dei colori. N:- Il modello più recente è il tredici pro. È ottimo per ogni evenienza, la memoria è di cinquecento ventisei giga bite e ha quattro giga di cloud. D:- Prendiamo questo. K:- Dave non ho bisogno di così tanto spazio, possiamo anche risparmiare. (sussurrandoglielo all'orecchio) Dave non mi calcola minimamente... N:- Perfetto, che colore? K:- E' indifferente. D:- Rosa. N:- Okay, fatemi preparare tutto e sono subito da voi. K:- Non capisco perché spendere così tanti soldi per me, ti ho già detto che mi andava bene anche il modello meno recente. D:- Io ti continuo a dire che non devi crearti problemi. Un regalo deve essere sempre ben accetto. K:- Dave... N:- In totale sono mille quattrocento dollari. Dave preleva la carta di credito dal suo portafoglio e prima che io possa fermarlo, la tende velocemente alla negoziante. Dopo aver effettuato il pagamento... N:- Ecco a voi, grazie per il vostro acquisto. Dave e io ci avviamo verso l'uscita. K:- Sei testardo. D:- Mai quanto te. (accennando ad un malizioso sorriso). Lungo il tragitto per tornare a casa penso a quanto sia stato stupido e allo stesso tempo premuroso questo suo gesto. Ma continuo a chiedermi: perchè continua ad essere così proprio con me? Nei suoi occhi traspare sincerità, non posso negarlo... ma c'è sempre qualcosa che mette in dubbio le mie certezze. Forse sono io troppo paranoica e piena di insicurezze, ma l'idea di noi due insieme è sempre più lontana dalla mia immaginazione. Insomma una ragazza goffa che si trucca raramente, che odia mettersi in mostra e che ama stare sui libri per ore intere stona con un ragazzo palestrato, affascinante ed elegante. Siamo completamente opposti ed è per questo che il timore che i nostri caratteri non riescano ad incastrarsi, è sempre in primo piano. In seguito, arrivati a destinazione... K:- Direi che questa giornata è stata abbastanza produttiva. Dave mi squadra lentamente da capo a piedi, poi appoggia la sua mano sulle mie gambe, mentre con l'altra posiziona i miei capelli dietro l'orecchio. Fingo un colpo di tosse per alleviare l'imbarazzo che mi sta invadendo. K:- Vuoi entrare? Mamma tornerà dopo, quindi puoi rimanere un po' a farmi compagnia. Dave fa un cenno di sì con la testa. Aperta la porta ad attendermi c'è Marley che inizia a scodinzolare e ad abbaiare come un matto, correndo per tutta la casa. D:- Avevi paura che ti avessi portato via la padrona, eh? Tranquillo, neanche io riesco a sopportarla per tutto il giorno. (accarezzandolo dolcemente) Gli do una gomitata. D:- Aggressiva. K:- Quindi cosa vogliamo fare? Dave passo dopo passo mi raggiunge lentamente e la tensione tra di noi inizia a crescere radicalmente. Le mie mani iniziano a sudare e una vampata di calore invade il mio corpo... D:- Potremmo riprendere da dove c'eravamo fermati. K:- Fermati dove? (con la voce tremante) Dave ripete gli stessi movimenti che ha già eseguito precedentemente in macchina, poi si sposta verso il collo e dopo aver lasciato che le sue labbra toccassero la mia pelle, inizia a scendere sempre più giù. I miei battiti iniziano ad aumentare alla velocità della luce e il respiro diventa sempre più affannoso. (canzone di riferimento Lost in the fire di the weeknd ft Gesaffelstein) Prima che lui possa continuare ad andare avanti... K:- Dave, fermati. Dave mi fissa dritto negli occhi e... D:- Non sei pronta? K:- Già... scusami tanto, ma è presto; non credi? D:- Tranquilla, avrei dovuto prima chiedertelo. K:- In verità preferirei che guardassimo un film o che cucinassimo qualcosa insieme. D:- Credo che sia meglio che io vada in realtà, è già abbastanza tardi. La prossima volta, però, ricordamelo. K:- Sicuro che sia tutto okay? Per caso questo cambierà qualcosa tra di noi? D:- Assolutamente no, sai che non sono quel tipo di persona. K:- Lo spero. Dave prende la sua giacca e dopo averla messa addosso, mentre è sull'uscio della porta... D:- A domani Kyla. (dandomi un bacio sulla fronte) K:- Ho fatto un bel casino vero? Marley mi fissa spostando leggermente la testa verso destra. Probabilmente anche lui crede che io sia un caso perso; mi dispiace per quel momento, ma non potevo continuare a fare qualcosa di cui mi sarei pentita poco dopo. Credo che abbiamo bisogno di più tempo, io sono ancora vergine e voglio esserlo fino a quando non mi sentirò sicura al cento per cento. Forse questo lui non può comprenderlo, ma io non posso farci nulla. Sono una ragazza che crede davvero nell'amore e per poter dare completamente tutta me stessa ad un'altra persona, quest'ultima deve essere davvero tanto speciale per me. Presa dal disagio e dalla confusione, mi tuffo sul divano facendo sprofondare la faccia nel cuscino.Ore 19:32... M:- Quindi sei a casa! Balzo dalla posizione in cui mi trovavo e... K:- Ero a casa di Ella, poi sono andata a scuola e poi sono tornata. M:- Però è strano sai? La scuola mi ha detto che oggi non eri presente alle lezioni. Mi hanno chiamata perché credevano che fosse successo qualcosa di grave; non potevo lasciare il lavoro prima, ma immagina quanto io mi sia preoccupata non sapendo dove fosse mia figlia. K:- Mi dispiace tanto mamma, io ed Ella abbiamo deciso di riposarci. Abbiamo lavorato al progetto fino a tarda mattina e non abbiamo sentito la sveglia. M:- Kyla smettila di dire bugie. Mi hanno detto che Ella era presente e dubito che tu e lei vi siate viste ieri; cosa ti succede? Non ti riconosco più. K:- Lasciami spiegare. M:- Adesso non voglio sentire niente. Ho bisogno di farmi una doccia, ne ho già abbastanza di tutto questo. Mentre aspetto che la mamma esca dal bagno, vado avanti e indietro per la stanza per evitare di andare nel panico più totale. Non sto prendendo nemmeno più le gocce ed effettivamente non è da me, ma ciò vuol dire che pian piano sto guarendo. Camminando inciampo in Marley che ha in bocca una maglia; dopo avergliela tolta, non posso non notare la scritta a caratteri cubitali da cui è caratterizzata: "Beta Agency". M:- Kyla che ci fai là terra?! K:- Mamma come si chiama il tuo capo? M:- Nathan Brooks, perché? Non faccio neanche in tempo a metabolizzare questa notizia che una notifica arriva sul telefono della mamma. La mamma spalanca gli occhi. K:- Che succede? M:- Kyla mi spieghi che cos'è questo? ( mostrandomi un video di me e Dave che ci baciamo nel campo della scuola) K:- C-co-come l'hai avuto? M:- E' sul sito della scuola. È in quel momento che ho sentito il mio cuore smettere di battere per un secondo e la mia vista offuscarsi rapidamente. La parte più riservata di Kyla era uscita allo scoperto e questo faceva male più di una lama appuntita.

La scena si conclude con la canzone Evermore di Hollow Coves

The strength to stay alive- La forza di restare in vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora