Mi svegliai per colpa di uno stupido raggio di sole che mi colpì il viso.
Mugugnai qualcosa e mi girai dall'altra parte trovandomi un Gary intento a usare il suo telefono. Li posai la testa sul tetto e sbirciai mentre lui guardava le storie dei suoi amici. "Adesso mi vuoi raccontare cosa succede con Alex?" chiese lui mettendomi un braccio sopra la vita.
Io sbuffai "no perché non succede niente" dissi rannicchiandomi su di lui per trovare ancora un po' di buio per dormire "mi vuoi raccontare perché ieri eri così felice e sorridente?" mi chiese nuovamente lui accarezzandomi i capelli.
Io ci pensai su un po'. "È che questa gente non conosce il mio passato, non sa dell'orfanotrofio, delle violenze, della droga e del pattinaggio. Mi fanno sentire una persona normale. Mi era mancato è vero, ma non mi ci abituerò. Ho abbastanza soldi per andarmene di qui. E sono decisa a farlo" li rivelai io sicura di me. "E Alex?" mi chiese lui guardandomi "colpa della tequila" sbuffai stropicciandomi gli occhi "si si signorina diamo la colpa all'alcol eh" mi beffeggiò Gary.
Io per un attimo ritornai seria. "Vieni con me" dissi guardandolo negli occhi "dove?" chiese lui confuso. "Parti con me Gary ti prego, hai abbastanza soldi anche tu per via dell'organizzazzione degli incontri, gli stronzi dei tuoi genitori se ne sono andati già da un bel po, io non ho nulla da perdere se non che te, quindi ti prego vieni con me" lo pregai.
Lui sosopirò sconsolato. "Paige non possiamo scappare dai nostri problemi. Non darla vinta al tuo passato, siamo a New York, è una città enorme e ci sono tante occasioni per un nuovo futuro. Ma anche se tu partissi per andare dall'altra parte del mondo, se ti fai ora condizionare dal passato, quello non se ne andrà mai" disse lui dandomi un bacio sulla fronte.
"È difficile, non so come fare" dissi "sono stanca di rimanere sempre forte, sono stanca di tutta sta merda" sussurrai io chiudendo gli occhi.
Ero stata forte abbastanza.
Ciò di cui sono stata ripagata è una completa freddezza e indifferenza verso ogni essere umano.
Ciò con cui sono stata ripagata è la paura non appena vedo una cintura.
Ciò con cui sono stata ripagata sono incubi su incubi.
Ciò con cui sono stata ripagata è non riuscire più a mangiare un piatto di pasta.
Che senso aveva rimanere forti così a lungo se le conseguenze erano più dolorose del passato?
"Lo so nana però per ripartire da zero non serve un nuovo posto, ma semplicemente la forza di volontà giusta, e so che tu ce l'hai" mi disse lui. "E se proprio non ce la fai sarò il primo a prendere due biglietti aerei per l'italia" Sorrisi a quella frase.
L'unico sogno che ancora mi tenevo stretto era andare in Italia. Tutta l'arte, la cultura, l'architettura... Mi affascinava ogni cosa di quel posto.
"Senza di te non ce l'avrei mai fatta" sussurrai io.
A Gary dovevo tutto.
Mi ha fatto disintossicare, mi è stato accanto, non mi ha mai giudicata e mi ha sempre supportata nelle mie idee folli e pericolose.
"Ne eravamo entrati insieme, ne siamo usciti insieme e rimarremmo per sempre insieme" disse lui citando ciò che mi diceva sempre quando ero triste.
In quel momento la porta si aprì di scatto e comparve un Dylan con la mano sugli occhi "avete i vestiti addosso?" chiese subito "si" sbuffai io alzandomi da letto. Lui si tolse la mano e sorrise vittorioso "Oggi avete voglia di fare qualcosa?" chiese Dylan appoggiando la spalla alla soglia della porta. "Si, trovare un lavoro per andarmene da qui" dissi io sorridendo soddisfatta "cosa?" scoppiò Dylan strabuzzando gli occhi. "Scherza" disse subito Gary cercando di rassicurarlo nonostante neanche lui ne fosse così sicuro. "Sul fatto che vado a cercarmi un lavoro no" dissi mentre mi mettevo dei jeans neri a vita bassa. "E sul fatto che te ne volevo andare?" chiese subito Dylan "dipende" dissi io prima di chiudermi in bagno per prepararmi.
Mi misi una canottiera nera che con i jeans a vita bassa sottolineava la mia vita stretta, mi legai i capelli in una coda e mi misi degli stivaletti neri. Uscì dalla stanza e notai che i ragazzi erano già usciti. Presi la borsa con tutti i miei effetti personali e scesi.
Trovai i ragazzi intenti a farsi qualcosa in cucina "Susan?" chiesi a Gary e Dylan "andata a casa" mi spiegò mio cugino mentre si faceva dei pancake "hai fame?" chiese poi. Io mi diressi verso il frigor e presi una mela.
Prima che potessi richiuderlo una mano lo bloccò dalla maniglia. Alzai lo sguardo e trovai Alex a petto nudo e con i capelli scompigliati, che gli davano un aria ancora più sexy e selvaggia. Ero pur sempre una donna...
Mi permisi di soffermarmi anche sul suo petto scolpito. Aveva tre tatuaggi, un acquila composta da sfumature bianco e nere, i dettagli erano fantastici, e l'insieme era perfetto. Da quanto era ipnotica sembrava muoversi ogni volta che lui prendeva una boccata d'aria. "Chi lo ha fatto?" chiesi io incantata sfiorandoli un ala con ogni piuma sfumata e studiata nei minimi dettaglia. Lui trasalì al mio tocco "hai la mano fredda" boffonchiò mettendosi al mio fianco per prendere una bottiglia di acqua gasata dal frigo.
Vidi l'altro tatuaggio che aveva sulla schiena. Era una lanterna, una di quelle fatte di carta che tu mettendo una miccia nel centro, all'interno facevi volare, aveva un lato che si stava bruciando e i pezzi di carta incenerita li contornavano la linea della spina dorsale. I muscoli delle spalle in tensione sembravano fili di vento che muovevano quei piccoli frammenti di carta ormai bruciata.
Lui si girò e vidi il maori che li partiva dalla spalla. "Ma oggi è caduta in uno stato di trance o mi sbaglio?" mi beffeggiò lui schioccandomi un dito davanti al viso. "Paige ha un ossessione per i disegni, soprattutto per i tatuaggi" gli spiegò Gary.
"Dove li hai fatti?" richiesi in un sussurro mentre fissavo il maori fatto alla perfezione, linee dritte, neanche una sbavatura, continue, e perfette. "Damon's Tattoos" disse lui mentre si spostava facendomi distogliere lo sguardo "fai il mio nome se vuoi un tatuaggio, è mio cugino" mi rivelò lui.
"Gary ti prego accompagnami" chiesi io con le mani congiunte e il labruccio tremolante "Paige vorrei giuro ma ho un incontro organizzato" disse lui sorridendomi dispiaciuto. Io sbuffai "va bene" dissi decidendo di prendere un taxi.
"Paige ricordati di venire a casa stasera, se i miei non ti trovano penso che gli verrà un infarto" si raccomandò Dylan "si va bene" dissi io mentre davo un morso alla mia mela e cercavo l'indirizzo del tatuatore. Trovai il numero e chiamai.
"Buongiorno, come posso aiutarla?" chiese una voce maschile e bassa "si salv..." stavo per chiedere un appuntamento quando Alex mi prese il telefono dalle mani "coglione sono io" sbuffò lui aspettò qualche secondo e io cercai di non urlarli addosso ogni cosa possibile "si verrà una ragazza tra poco .... Paige... Si.... Si falla tu, a quanto pare ha un ossessione per i tatuaggi" disse lui mentre beveva un sorso di acqua. Okay adesso l'avrei ammazzato.
"Okay...Si magari passo uno di questi giorni, ho in mente un'altro tatuaggio" la conversazione finì da lì a poco. Mi ripasso il telefono con un finto sorriso "prego" disse. "Non ho chiesto il tuo aiuto" gli ringhiai addosso "okay bomba Paige innescata, io vado ragazzi" disse Gary defilandosi dalla cucina "sai le persone umane a volte fanno dei favori" disse lui semplicemente "non ti ho chiesto niente, non intrometterti più nelle mie cose" chiarì incazzata "sentì ragazzina, sei la cugina del mio migliore amico, non mi interessa nulla di te, e ora vai o rischierai di fare tardi" disse lui dandomi un buffetto scherzoso sulla guancia.
Okay adesso lo ammazzo.
Presi forza nel braccio destro e li sbattei la mia mano sulla guancia. Lui chiuse gli occhi e ispirò a lungo e rumorosamente cercando di calmarsi "okay ora basta, Paige vai dal tatuatore" disse Dylan cercando di calmare la situazione.
Io alzai gli occhi al cielo e passai prima da camera mia per prendere il book con i miei disegni più belli e poi uscì senza dire una parola.
Mi dava fastidio che gli altri mi dessero una mano, non dipendevo più da nessuno già da un po' e di certo non mi serviva adesso una persona che mi aiutasse con le mie questioni. Tanto prima o poi tutti ti avrebbero lasciato da sola.
Salì sul taxi che arrivò dopo dieci minuti e li diedi l'indirizzo.
STAI LEGGENDO
pain on painting
RomancePaige, ragazza con un passato doloroso. Si trova a essere presa in custodia da sua zia dopo i quattro anni passati in orfanotrofio. Era la ragazza solare che strappava un sorriso quando passava. Adesso è cambiata perché la vita, sua madre, e quell'...