Ci sedemmo tutti fuori in veranda. "Allora tesoro di cosa ci dovevi parlare?" chiese la zia incuriosita. Io non seppi da dove iniziare, così iniziai dal principio "quando mio padre è venuto qui, mi ha lasciato una lettera" iniziai io cauta. Vidi lo zio che annuiva confuso e la zia che mi ascoltava incuriosita e in allerta, Dylan se ne stava solo fermo a ascoltare. "Io l'ho aperta solo il giorno prima della tempesta e ho letto che mia madre è morta due mesi fa" dissi prendendo un bel respiro e sganciando la bomba. Dylan si fermò e guardò il vuoto sorpreso. "Tua madre è morta?" chiese in un sussurro lo zio. In quel momento vidi la sofferenza che avevo causato, e una parte di me si ruppe. "Si" dissi in un sussurro abbassando la testa.
"Mio dio" sussurrò la zia coprendosi la bocca con una mano "come?" chiese Dylan confuso e triste, era normale, loro non l'avevano vissuta come l'ho vissuta io. Era giusto che soffrivano "io, io non lo so, non c'era scritto nella lettera" sospirai io. In quel momento lo zio si alzò "Devo andare a Los Angeles e capire meglio la situazione, andrò a casa di Nick e chiederò più informazioni" disse lo zio in panico non sapendo cosa fare. "Verrò con te" disse la zia toccando la spalla di suo marito in segno di sostegno "Dylan partiamo stasera, ritorniamo a casa tra un paio di giorni forse, tra una settimana inizia la scuola, arriveranno pacchi con i libri, prendi tu in mano la situazione" disse lo zio ancora non riuscendo a assimilare quell'informazione.
Pov Gary
Paige e Dylan erano appena usciti, mi misi sul divano in attesa accanto a Alex. "Ti ha raccontato tutto vero?" chiese Alex a una certa riferendosi a Paige e ai giorni trascorsi con lui. "Si" dissi io buttando la testa sullo schienale del divano. "E come sta?" chiese Alex titubante. Io feci una risata amara, e alzai la testa per guardarlo, lo vidi guardare il vuoto, pensando a chissà che "Alex lei si fidava di te, lei si fidava e si era affezzionata a te. Non era così da molto tempo, l'hai vista quando è entrata per la prima volta da quella porta" dissi indicando la porta d'ingresso "e ora è una persona totalmente nuova, è più felice. E adesso che tu l'hai allontanata, ha imparato la lezione e non ricommetterà lo stesso errore di affezionarsi a uno come te" dissi con un tono amaro.
"Gary io ho le mie ragioni" mi ringhiò lui "e allora se hai le tue fottute ragioni perché l'hai fatta affezionare a te?" sbottai io incazzato per il male che era stato fatto alla mia migliore amica. "Non lo so, non pensavo che lei potesse essere così diversa dalle altre" sbottò lui esasperato. E li capì il problema "tu tieni a lei Alex, e hai paura, lo comprendo. Ma sappi che probabilmente l'hai persa per sempre, l'hai persa prima di averla. E questo ti rende fottuto" dissi io scuotendo la testa lentamente.
"Tanto ormai è andato tutto a puttane" sbottò lui. I genitori di Dylan entrarono andando su con aria preoccupata e confusa.
Dopo un po' arrivarono anche Dylan e Paige. Guardai Alex e vidi che i suoi occhi erano rapiti dal corpo della mia migliore amica, la studiavano per capire ogni suo tipo di reazione, e li capì che Alex non teneva solo a lei, lui la amava.
Pov Paige
Rientrammo e Dylan andò in cucina, io lo seguì non dando retta ai ragazzi sul divano. Lo vidi sospirare più volte mentre apriva il frigo e prendeva dell'acqua. "Dylan di qualcosa" dissi io capendo che si stava trattenendo dal parlare. Lui si girò verso di me e vidi la tristezza nel suo sguardo. "So che con te non è stata una buona madre, però per me è stata una bravissima zia, e vorrei non stare male, vorrei poter dire che era una stronza e non farmi vedere da te così, però per me non lo era. Scusami Paige, so che dopo questo mi odierai" disse lui abbassando lo sguardo.Io sorrisi e andai a abbracciarlo. "Tu puoi stare male, non è colpa tua Dylan. È giusto così, anch'io starei male se fossi in te, e mi dispiace per quello che provi adesso" gli dissi io in punta di piedi visto che era molto più alto di me e per arrivarli al collo mi ci voleva qualche centimetro in più.
"Grazie" sussurrò lui stringendomi la vita. La porta della cucina si aprí e io guardando vidi Alex e Gary entrare. "Ragazzi Alex tra una settimana ha un incontro importante, troppo importante, è l'unico incontro in cui dubito che abbia la meglio, non prendete impegni" disse Gary facendomi alzare gli occhi al cielo. "Devo andare a Los Angeles, non ci sarò" dissi io inventando la prima scusa plausibile "e con la scuola che inizia tra tre giorni come fai sentiamo?" chiese Gary sfidandomi con lo sguardo. "Ragazzi io con le raccomandazioni della vecchia scuola potrei anche essere un anno avanti" sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
Fino ai quindici anni sono andata in una delle scuole più prestigiose d'america, i miei tenevano molto al mio studio, e con i voti e le raccomandazioni le altre scuole mi avevano proposto di avanzare di un anno. Io non l'avevo ancora mai fatto perché non mi interessava veramente.
"La cervellona di casa" mi prese per il culo Dylan con un finto sorriso. Io sbuffai "Gary stasera si beve, dormi da me" dissi io a Gary.
Mi arrivò una chiamata da Damon "dica" dissi mentre aprivo il frigo per prendere qualcosa da mangiare. "Stasera mi vieni a chiudere lo studio?" chiese lui piagnucolando "ore?" chiesi "alle sei, ci sarà un cliente per una grafica, poi puoi andare a casa" disse lui "va bien, comunque devi farmi un tatuaggio" lo avvisai pensandoci su "quando?" chiese lui "domani ho visto in agenda che a mezzogiorno hai posto" dissi io mentre gli altri mi guardavano curiosi "perfetto domani te lo faccio. Grazie per stasera" disse riattaccando.
Mentre mi feci un tost chiesi a Gary "vero che mi accompagni alle sei allo studio di Damon? Ho una grafica da fare e poi chiudo e andiamo" dissi io pregandolo "ti posso accompagnare, ma alle sei e venti ho un incontro" disse lui dispiaciuto. "Meglio che niente" dissi io alzando le spalle e sedendomi sulla penisola.
"Adesso mi spieghi chi è Liam?" chiese Dylan con sguardo malizioso. Io sorrisi "l'ho conosciuto quando ho conosciuto Gary, ci ha fatto uscire lui da tutta quella merda, lui però non era riuscito e io pensavo fosse morto" dissi tralasciando alcuni particolari. Mi aveva salvato lui dall'ultimo buco. Stavo quasi per entrare in overdose, se non fosse stato per lui che mi ha strappato la siringa dalle mani, non sarei qui ora. "Sembrate molto...Vicini" disse Dylan sottointendendo molte cose.
Sentì lo sguardo di Alex addosso, e cercai di non pensarci, ero stanca di lui e di tutti i suoi fottuti giochetti. "Basta uomini" dissi io risoluta sbuffando. Sentì un profondo respiro da qualcuno al mio fianco e vidi Alex andarsene e sbattere la porta. Alzai gli occhi al cielo "che ha?" chiese confuso Dylan "non è giornata" disse semplicemente Gary.
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pain on painting
RomancePaige, ragazza con un passato doloroso. Si trova a essere presa in custodia da sua zia dopo i quattro anni passati in orfanotrofio. Era la ragazza solare che strappava un sorriso quando passava. Adesso è cambiata perché la vita, sua madre, e quell'...