Uscì dallo studio di Damon che erano le 6pm, non mi aveva sgridato per aver fatto ritardo, però mi aveva raccomandato che quando avevo un cliente non avrei mai dovuto farlo aspettare.
Mi aveva fatto tatuare un ragazzo che voleva una semplice frase e ha detto che me la sono cavata alla perfezione, domani mi sarei dovuta trovare alle 3pm per un cliente importante che avrebbe impiegato più di quattro ore.
Ritornai a casa a piedi facendo un giro per il centro e comprando un po' di libri, tempere e vestiti.
Aprì la porta con un calcio visto che Dylan la lasciava sempre aperta.
Trovai a tavola Alex, Dylan, con gli zii. "Ciao tesoro, quando vuoi la cena è pronta" mi comunicò la zia. "Appoggio in camera le cose e arrivo" dissi facendo un sorriso di cortesia.
Andai in camera e appoggiai tutti i sacchetti riponendo i libri nella libreria, i vestiti nell'armadio e le tempere sulla scrivania. Guardandomi intorno vedevo che c'era ogni giorno di più una parte di me. Decisi che la sera avrei attaccato anche alcune polaroid che avevo in uno scatolone abbandonato nell'armadio.
Scesi giù e li trovai a chiacchierare a tavola "Perché sei nera in faccia?" chiese lo zio vicino a me stranito, mi ricordai che dovevo sciacquarmi dall'inchiostro della macchinetta che mentre sistemavo mi era finito sulle mani e sulla faccia "pittura" gli dissi semplicemente mentre mi sedevo tra Dylan e Alex.
"Cosa hai fatto oggi di bello?" chiese la zia con l'aria pimpante "sono andata in giro per il centro" dissi con un alzata di spalle. "Dopo io e te dobbiamo parlare" mi sussurrò Dylan in un momento di distrazione degli zii "di cosa" chiesi confusa mettendomi in bocca un pezzo di carne che c'era per cena "del fatto che hai dormito con Alex e probabilmente abbiate scopato" disse Dylan scoprendomi. Mi andò di traverso il pezzo di carne e iniziai a tossire "tesoro fai più attenzione" mi rimproverò la zia versandomi un bicchiere d'acqua "questa mamma è la reazione di una cugina beccata in flagrante" disse Dylan soddisfatto, io in risposta lo fulminai "si ha fatto il cazziatone anche a me" mi sussurrò Alex alzando gli occhi al cielo "cosa ti ha detto?" chiesi guardandolo "che non dovevo toccarti perche eri sua cugina e bla bla bla" disse lui annoiato.
Io non ci diedi retta e continuai a mangiare. Finimmo e io diedi una mano alla zia a sparecchiare mentre gli uomini erano a vedere una partita di football. "Tesoro ma non è che tra te e Alex stia succedendo qualcosa?" mi sussurrò la zia indagatrice. "No perché?" mentì io "perché ti guardava come se non vedesse l'ora di stare da sola con te" ammiccò lei alzando e abbassando le sopracciglia. Io ridacchiai per la sua faccia strana "no no" dissi io semplicemente "beh nel caso fosse di si io sarei la persona più felice al mondo, è proprio un bravo ragazzo" disse lei con aria sognante.
Finimmo di pulire e poi io andai fuori a fumarmi una sigaretta portando il telefono così avrei girato un po' sui social.
Per curiosità andai sulla pagina della mia vecchia scuola di pattinaggio, passai un po' di post e poi ne trovai uno di quattro anni fa, avevo fatto vincere alla mia scuola i campionati nazionali. L'unica volta che mia madre mi ha abbracciato.
"Vecchi ricordi?" mi chiese Alex facendo la sua entrata e sedendosi accanto a me "vecchi ricordi" confermai io spegnendo il telefono e facendo un tiro della mi sigaretta. Lui se ne accese una.
Restammo li in silenzio per un po'. Le nostre dita che si sfioravano, le ginocchia che si toccavano e le menti unite.
Con Alex era così, anche senza parlare di niente, eravamo connessi da una energia unica e inspiegabile.
"Hai fatto il tatuaggio?" mi chiese lui a un tratto "no" dissi io mentre guardavo il cielo ricoperto di stelle "guarda che se è in un punto nascosto io non mi faccio problemi a vederlo" disse lui ammiccando maliziosamente "no Alex non mi sono fatta nessun tatuaggio" dissi io ridacchiando.
Sentì il suo sguardo su di me, mi girai verso di lui ancora con l'ombra di quel sorriso che mi era venuto per merito suo. Sentì la sua mano muoversi sulla mia e incrociarne le dita. Solo a quel contatto quelle sensazioni provate la sera precedente si riaccesero. La corona di spine si allentò talmente il mio cuore batteva.
La voglia di riprovare le emozioni scaturite dalle mie labbra sulla sue si accese e mi persi completamente nel suo bosco infernale. "Sai cosa ho sempre odiato?" chiesi in un sussurro passando la lingua sulle labbra per inumidirle "cosa" chiese lui appoggiando una tempia allo schienale del dondolo non allontanando i nostri visi "le persone che mentono a se stesse" gli rivelai io. Lui sembrò confuso "cadono in un illusione, poi quando vedono la realtà si sentono delle stupide perché loro lo sapevano ma l'hanno voluto ignorare nascondendosi in una speranza" gli spiegai io "hai una visione troppo pessimistica della speranza ragazzina" mi sorrise lui "la speranza mi ha fatto avere una visione brutale della vita" sorrisi io amaramente.
"Quindi.." chiese avvicinandosi "in questo momento non speri niente?" chiese lui facendo sfiorare i nostri nasi. Mi aveva messo in trappola, sapeva che dopo quel discorso dell' odiare chi mente a se stesso non avrei mai potuto dirgli una bugia, perché la verità era si, si che speravo in qualcosa, riavere le sue labbra sulle mia. Rimasi zitta accettando la mia sconfitta. "Adesso sta a me non illuderti allora" disse capendo la risposta e mettendomi un dito sotto al mento per far combaciare le nostre labbra alla perfezione.
Alex picchietto sulle mie labbra per chiedere accesso con la lingua, io non negai e approfondì il bacio. Spostò la mano che aveva sotto al mio mento e me la mise sul mio viso con il pollice all'altezza dell'orecchio.
Io gli misi le mani dietro al collo salendo posizionandole tra i suoi morbidi capelli, lui in risposta mi prese le gambe e le mise sulle sue.
Mi staccai per mancanza di ossigeno e lo guardai non staccando le mani dal suo collo "vedi? la speranza non da sempre delusioni ragazzina" disse lui guardandomi negli occhi.
Una cicatrice del mio cuore si rimarginò dopo quel bacio, un pezzettino di me si riassestò in quel momento.
"No, non da sempre delusioni" dissi io sorridendo lievemente. Mi prese dai fianchi e mi face sedere in braccio a lui, la schiena da una parte e le gambe piegate dall'altro lato.
Io lo guardai e per un attimo in quegli occhi ci vidi futuro, sogni, speranze e tanto, tanto ignoto. Però non un ignoto pieno di demoni, mostri e ferite, un ignoto con un bellissimo tramonto a aspettarmi.
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pain on painting
RomansaPaige, ragazza con un passato doloroso. Si trova a essere presa in custodia da sua zia dopo i quattro anni passati in orfanotrofio. Era la ragazza solare che strappava un sorriso quando passava. Adesso è cambiata perché la vita, sua madre, e quell'...