Capitolo 63

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Arrivammo a un ristorante molto lussuoso, ci fecero sedere in un tavolo appartato, e ci offrirono un vino che Alex assaggiò e ne diede il consenso.

"Cosa vuoi da mangiare amore?" mi chiese con il cameriere che aspettava che ordinassimo. Mise una mano sopra la mia e ne accarezzò il dorso.

Pov Alex

Quel coglione del cameriere stava guardando la mia, e sottolineo, mia fidanzata.

"Uno stinco di vitello in crema di pinoli e noci per favore" disse lei lanciando un occhiata al cameriere. "Per me degli spaghetti allo scoglio e lorata al cartoccio" dissi io con voce fredda. "Signorina non desidera niente di primo?" chiese il cameriere lanciando uno sguardo alla scollatura della mia bimba.

Okay adesso l'avrei ammazzato.

In quel momento vidi che Paige si era accorta che io stavo squadrando il cameriere. Perciò li fece gli occhi dolci "cosa mi consiglia?" chiese civettuala per farmi ingelosire.

Oh bimba, non sai in cosa ti sei cacciata.

Presi il telecomando che comandava il vibratore e premetti la massima potenza guardandola con un sorriso furbo. Lei strabuzzò gli occhi e accavallò subito una gamba sull'altra facendo spostare gli gli occhi del cameriere. "No anzi ho cambiato idea" disse lei a denti stretti cercando di non avere reazioni scomposte. "Ne è sicura?" chiese lui confuso. "Si e ora smetti di guardare il seno della mia ragazza e vai a consegnare le nostre ordinazioni" dissi io in tono pacato con un finto sorriso. Lui borbottò qualcosa e se ne andò.

Vidi la bimba in netta difficoltà stava tenendo i braccioli della sedia, ondeggiava con i fianchi senza farsi vedere per darsi più piacere e si mordeva il labbro per non gemere. "Hai fatto la cattiva bimba" gli sussurrai io con voce roca mentre la guardavo che si portava una mano sotto al tavolo.

Il mio cazzo era duro come una roccia.

"Ah, ah, ah, non puoi toccarti" la redarguì io spegnendo il telecomando e lasciandola insoddisfatta. "Giuro Alex che ti taglio il cazzo e poi lo butto in una friggitrice" sibilò lei stringendo ancora di più le gambe per sentire più pressione tra esse.

Dopo qualche minuto arrivò il cibo. Mentre mangiava il suo pezzo di vitello, sentí un movimento sotto al tavolo, poi il suo piede scalzo mi accarezzò arrivando fino al mio interno coscia. Io la guardai pieno di desiderio. "Sai cosa ti aspetta?" chiesi io con voce bassa dall'eccitazione "si" disse lei semplicemente leccandosi un dito che aveva sporcato con la salsa di pinoli tenendo lo sguardo connesso con il mio. La mia erezione cominciò a far male nei pantaloni, quanto avrei voluto che quelle labbra stessero succhiando qualcos'altro...

Le fermai il piede con una mano e lo tirai verso di me facendo slittare la sua sedia più in avanti sotto al tavolo. Premetti il suo piede sulla mia erezione chiudendo gli occhi e facendo un basso ringhio. "Ora ho fame di qualcos'altro" sussurrai io accarezzandogli il polpaccio e facendola sospirare.

finimmo velocemente i piatti e poi ci portarono il conto. Non avevamo spiaccicato una parola, eravamo completamente fusi dall'eccitazione.

Io. Dovevo. Entrare. Dentro. Di. Lei. Ora.

Andammo subito fuori dal posto e se non ci fosse stata talmente tanta gente, l'avrei presa li, per strada.

Il taxi arrivò subito e ci portò in hotel. Nella hole ci precipitammo negli ascensori e io accesi la rosa alla massima potenza. Lei si lasciò scappare un gemito e non appena le porse si chiusero, le saltai addossò come un leone salta addosso alla sua preda.

Le strinsi il collo sbattendola sulla porta dell'ascensore.

Iniziai a morderle possessivamente il collo. Lei mi strappò i primi due bottoni della camicia. E iniziò a accarezzarmi.

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