Capitolo 40

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Erano passati tre giorni, domani sarei dovuta tornare a casa. E mi dispiacque veramente.

In quel momento stavamo giocando a carte sul tavolo del solotto. Avevo passato quei giorni a dormire perche la febbre era leggermente aumentata, in questo momento invece non ne avevo più.

"Ho vinto" dissi con un sorrisetto soddisfatto mentre Alex mi fulminava e buttava giù le carte che aveva in mano, stavamo giocando a poker, e io ero veramente imbattibile. "Stronza" borbottò lui. Io mi imbronciai ironicamente e raggruppai tutte le carte per rimischiarle. Lui mi tolse il mazzo di mano e fece un sorrisetto malizioso.

"Giochiamo a un gioco più interessante" disse mentre mescolava per bene il mazzo al posto mio, io lo guardai confusa "me l'hanno insegnato Travor e Aaron e devo ammettere che è stato molto utile in diverse occasioni" disse perdendosi nelle sue trippe mentali non togliendosi quel sorrisetto malizioso. "Come si chiama?" chiesi io confusa "Strip mazzo" disse lui intensificando quel suo sorrisetto malizioso, mi squadrò il corpo e si morse il labbro inferiore perdendosi in fantasie evidentemente poco caste.

"E sentiamo, quali sarebbero le regole?" chiesi io alzando gli occhi al cielo per nascondere il desiderio che il suo sguardo faceva crescere in me. "Il gioco consiste nello spogliarsi Paige, e io non perdo mai" disse appoggiando i gomiti al tavolo e guardandomi con aria di sfida. "Questo lo vedremo" lo sfidai io "non mi sfidare bimba, se no mando a fanculo le carte e ti sbatto proprio qui, su questo tavolo" mi sussurrò lui con voce bassa e roca. Un brivido partí dalle mie orecchie e arrivò nella parte più intima di me.

Alex preparò il gioco, mise le carte una dietro l'altra a formare un arco davanti a lui "è facile, ognuno di noi a turno pesca delle carte, vedremo chi ha la più alta a ogni turno, quando si acquisiscono tre punti, quindi tre carte più alte, il perdente dovrà togliersi un indumento" disse lui tranquillamente "e non capisco in cosa tu dovresti essere bravo, bisogna solo spogliarsi e avere culo" dissi io ovvia non capendo "Bimba infatti io non ho detto che sono bravo a giocare, io sono bravo a spogliarmi" disse lui ovvio. Io alzai gli occhi al cielo.

"Vuoi cominciare tu?" chiese alzando le sopracciglia. Io lo guardai e presi una carta. Squadrai il suo corpo e in quel momento sperai veramente che lui perdesse, o forse che perdemmo entrambi e il gioco si concludesse in camera da letto. "Gira la carta bimba" disse Alex, e in quel momento non capí come con solo quella frase, mi avesse già fatta bagnare. "sette di picche" notò lui divertito. Lui girò una carta "dieci di quadri" dissi fulminandolo "siamo già uno a zero" disse leccandosi lentamente il labbro inferiore. Io strinsi le cosce per il desiderio che incombeva in me. Girai un'altra carta "J di cuori" dissi io soddisfatta. Lui girò la carta "Donna di picche" disse ancora più divertito, io alzai gli occhi al cielo "quattro di fiori" dissi io girandone un'altra. "Mhhh bimba stai perdendo" disse lui godendo.

"Sette di fiori" disse girandone un altro lui. "Vedo che non hai le calze" disse lui soddisfatto guardando sotto al tavolo. Io sospirai e mi tolsi la sua felpa che avevo su da due giorni. Sotto fortunatamente avevo una canottiera e il reggiseno.

La seconda mano la vinsi io. "Neanche tu hai le calze Alex" dissi mettendo un tono erotico mentre pronunciavo il suo nome. Lui sospirò assaporando ogni mia parola "Si ma io voglio spogliarmi" disse lui con un sorrisetto malizioso. E in quel momento capì che Alex era il leone, e io ero il pezzo di carne lanciato nella sua gabbia.

Decise di togliersi la maglia e io dovetti incrociare le gambe per la fastidiosa pulsazione che provavo tra esse "impaziente bimba?" chiese lui alzando le sopracciglia notando il mio gesto "mai quanto te" dissi io notando la sua grande eccitazione che si faceva strada nei suoi pantaloncini.

La seconda mano la persi io. "Io opterei per i pantaloni, o se vuoi facciamo due al pezzo di uno e ti togli anche la canotta" disse lui indicandomi con un dito dalla testa ai piedi. "Chi troppo vuole, nulla stringe Alex" dissi io mentre mi alzavo con aria soddisfatta.

Mi tolsi i pantaloncini rimanendo in mutande e lui mi squadrò facendo un verso di approvazione. "Mi sono stancato di giocare con le carte" disse lui spazzando via le carte dal tavolo e guardandomi. "Vieni qui. Ora" disse lui indicando le sue gambe. Io non volendo più aspettare, accettai e mi misi a cavalcioni su di lui "e ora a cosa vuoi giocare?" chiesi io muovendomi sopra di lui sentendo la mia entrata strusciare contro il suo membro "non a cosa, ma con chi" disse lui prendendomi dai fianchi e facendomi sedere sul tavolo si mise davanti a me e io aprí le cosce per farci stare il suo corpo, ma lui si risedette con la testa all'altezza della mia intimità.

Mi guardò la canottiera "toglitela" mi ordinò lui "togliti i pantaloncini" li ordinai io. Lui si alzò e lo fece mostrando tutto il suo fottuto corpo nella sua predominanza e nel suo potere. Io mi tolsi la canotta volendo sentire quella pelle bollente sulla mia.

"Ora ragioniamo" disse lui posando le mani ai lati del mio corpo sul tavolo e tuffandosi sul mio seno. Io inarcai la schiena e ansimai quando lui mi morse un capezzolo "se ti piace la mia bocca qui bimba, chissà come ti piacerà qui" sussurrò lui strusciandomi due dita sul tessuto bagnato delle mutandine. Io gemetti e mossi i fianchi sulle sue dita. Lui sorrise e si inginocchiò tra le gambe iniziando a baciare il mio interno coscia. "Velocizziamo i ritmi" lo pregai io spingendo i fianchi in avanti. "Come vuoi" disse lui strappandomi le mutandine e tuffandosi sulla mia intimità.

Io gemetti ancora più forte per la sorpresa mentre lui entrava dentro di me con la lingua. Li cinsi il collo con le caviglie sdraiandomi con il busto sul tavolo e muovendo il bacino.

Quando i soliti brividi e la leggerezza mi pervasero "più veloce" pronunciai a fatica per il respiro affannato. Alex con l'altra mano mi massaggiò il clitoride e io venni in un fiotto paradisiaco che lui succhiò.

Alzò la testa con un sorrisetto soddisfatto "mmmh bimba hai un sapore fantastico" disse lui piegandosi sopra di me e bloccandomi il corpo sul tavolo. Li presi il viso con le mani e lo baciai allacciandogli le gambe in vita. Lui sorrise togliendosi i boxer "c'è Allison in casa, andiamo su" dissi io tra un bacio e l'altro. Lui mi prese in braccio palpandomi il sedere e mi portò in camera sua.

Mi posò poco delicatamente sul suo letto che profumava di lui e si mise tra le mie gambe. Iniziò a strusciarsi con il bacino sulla mia intimità nuda e io ansimai sentendo quella presenza.

Allungò un braccio per prendere un preservativo dal cassetto e se lo infilò. "Ti proporrò più spesso di giocare a carte bimba" mi sussurrò lui mordendomi il collo e facendomi gemere.

Entrò dentro di me delicatamente facendo affondi lenti e poco profondi. Quando mi fui abituata a quella enorme presenza "aumenta" acconsentí io stringendoli il sedere. Lui ansimò e aumentò con le spinte. "Si" mugugnai io mordendomi il labbro mentre lui mi massaggiava il clitoride. Io li andai incontro con le spunte facendolo gemere.

Dopo qualche minuto io arrivai all'apice e risucchiai il membro di Alex dentro di me. Lui ansimò e si fermò godendosi i miei umori caldi su di lui. Poi affondò di nuovo un paio di volte per poi venire anche lui.

Ci accasciammo esausti sul letto.

E dio, la peggiora tortura in quel momento, sarebbe stato togliermi il sesso con Alex...

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