Fine

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5 mesi dopo...

Dopo essere andati in Italia, l'ispirazione artistica era cresciuta sempre di più. Avevo appena venduto uno dei miei quadri più importanti.

Stavo salendo a casa con tutti gli altri visto che era in programma una cena per festeggiare, e avevo lasciato mio marito a casa a cucinare.

Avevo controllato l'antifurto di casa dal cellulare almeno sei volte per vedere che non avesse incendiato la nostra casa.

Entrai aprendo la porta con le chiavi "amore siamo a cas..." mi fermai quando vidi il caos più totale.

C'era sugo di pomodoro ovunque, farina sparsa sul divano e sul tappeto e verdure lanciate in giro per la casa.

"Tua figlia è satana in persona" disse Alex mentre la rincorreva nel corridoio. Io rimasi li paralizzata con le chiavi a mezz'aria e dietro i ragazzi e mio padre che non fiatarono. "Peste bubbonica che non sei altro" sbuffò Alex prendendosela e mettendosela in braccio.

Li vidi con del pomodoro sull'addome nudo e della farina in testa. Olimpia era tutta completamente piena di sugo. "Un secondo l'ho lasciata sola, uno, e era per terra a giocare con i suoi cosini di gomma, ritorno e trovo questo" sbuffò lui fulminandola perché lei rideva mentre gli tirava i capelli.

Io rimasi ancora in mobile "gli servirà qualche secondo per metabolizzare" lo tranquillizzò mio padre venendo avanti. Oli continuava a ridere, "mama" diceva chiamandomi e ridendo. Aveva imparato a dire mamma in Italia, poi ha detto papà e poi ha iniziato a sbiascicare un po' di nomi. "Mamma bascino" biascicò Oli dimenandosi dalle braccia di Alex. "Olimpia hai visto cosa hai fatto?" chiesi io sforzandomi per restare seria "è tato papà" disse lei per incolpare suo padre. "Brutta bugiarda" si indignò Alex guardandola.

Io sbuffai e la presi dalle braccia di Alex, la portai allo specchio in sala "guarda cosa ti sei fatta" dissi io tenendola dai fianchi. Lei si guardò e fece un sorrisetto soddisfatto "Non ridere" dissi io cercando di mantenere una risata lei vedendo la mia espressione non arrabbiata scoppiò a ridere davanti allo specchio "neve" disse indicando la testa di Alex che la fulminò facendomi scoppiare a ridere. "Mamma bascino" continuò lei mettendo la bocca a papera. Io gli diedi il benedetto bacino. "Nonno" chiamò mio padre per andare da lui. Saltellava sulla mensola con sopra lo specchio mentre aspettava il nonno. Papà arrivò "Ma guarda te cosa ti sei fatta" disse lui ridacchiando e prendendola in braccio nonostante sporca di sugo "vado a farmi la doccia" sbuffò Alex "no caro mio, prima pulisci tutto" dissi io fermandolo "ma è stata lei" disse indignato imbronciandosi.

A quanto pare in casa avevo due bambini.

Oli li fece la linguaccia dalle braccia del nonno e lui in risposta la fulminò facendo ridere tutti.

Avevo imparato a ridere, a vivere, a sognare e soprattutto a sperare.

Ho avuto una nuova occasione, e ho preso in mano la mia vita.

Ora non vorrei cambiarla per nulla al mondo.

pain on painting Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora