Capitolo 60

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Arrivammo nel più grande hotel di Los Angeles e in ascensore Alex schiacciò il tasto del tredicesimo piano, l'ultimo. "Alex ma nell'ultimo ci sono le suite" dissi io ovvia pensando che avesse sbagliato piano. "Lo so" disse facendo un sorriso furbo. "Oddio che hai fatto?" chiesi io strabuzzando gli occhi. "Il romantico" disse lui sorridendomi malizioso.

Arrivammo al piano e superammo un lungo corridoio arrivando nell'ultima stanza. La luxory suite. La più bella dell'hotel.

Passò una chiave magnetica e mi tenne aperta la porta. Io appena entrai deglutì e spalancai la bocca guardandomi attorno.

C'era un letto king size che pensai che cinque persone ci stessero comode a dormire da quanto era grande. Era a forma rotonda, dietro al letto c'era un enorme specchio. Davanti c'era una tv a schermo piatto. Gli armadi erano fatti di vetri scuri scorrevoli facendo intravedere un enorme cabina armadio. I muri erano di marmo bianco, il pavimento di legno chiaro. C'era un grande balcone dove intravidi una piscina a sfioro sulla città. Vidi anche una sauna con due lettini di pelle bianca che sembravano comodissimi, un frigo con diverse bottiglie di vino. La porta del bagno era aperta. C'era una doccia enorme con le pareti di pietra grigia.

Non avevo mai visto una stanza così lussuosa in vita mia. "Dio mio" sussurrai vedendo il lampadario fatto di swarovski.

Alex camminò e si lanciò sul letto che sembrava comodissimo. "Ma quanto hai speso?" chiesi io ancora sotto shock guardandomi attorno "non si dice" disse lui facendo un sorrisetto soddisfatto.

Io andai da lui sul letto con le lenzuola di seta grigio fumo. Accarezzai il tessuto con la paura di sporcare qualcosa. Mi tolsi le scarpe e andai a sdraiarmi affianco a lui sospirando.

"Non ti piace?" chiese lui vedendo la mia espressione. Io mi appoggiai al suo petto facendo attenzione a non schiacciarli i lividi. "È perfetto" dissi io guardandolo con un sorriso lieve. "E allora cosa c'è?" chiese lui confuso guardandomi negli occhi. "Sono solo stanca" dissi io cercando di mandare giù il groppo che avevo in gola e appoggiando la fronte sull'incavo del suo collo.

Alex capì "liberati con me Paige. Hai tenuto dentro tanto in questi giorni" mi sussurrò lui accarezzandomi dolcemente il fianco facendomi venire i brividi. "Ho fatto la scelta giusta con papà?" chiesi io piano "sei felice con lui adesso?" mi chiese "si" dissi io sinceramente. "È solo che ho paura" iniziai "ho paura che mi deluda di nuovo" dissi io con le lacrime agli occhi. "Paige se ti limiti, se non vivi l'esperienza avrai rimpianti. E io non ti nascondo che se fossi in te lo odierei per ciò che mi ha fatto, ma so che se ti rende felice, lo devi fare" disse lui deciso. Io annuì dandogli ragione.

"Per un secondo quella dose l'ho desiderata" ammissi facendo scendere la prima lacrima. "Perché sono così Alex? Perché non posso vivere normalmente? Sono troppo distrutta, lo dimostrano le mie cicatrici, lo dimostra il fatto che se io fossi stata slegata in quella stanza con quella dose, probabilmente avrei pensato se bucarmi o no" mi sfuggí tutto con un fiume in piena con un singhiozzo finale. Avevo trattenuto troppo tutto.

Lui si mise sul fianco e mi strinse a se accarezzandomi la schiena per calmarla dai miei singhiozzi. "Paige sai cosa ti vedo quando ti guardo?" mi sussurrò lui "Vedo una donna forte e coraggiosa. Vedo una donna che ha superato l'inferno a testa alta. E se non avessi queste debolezze, non saresti umana Paige. Le tue cicatrici dimostrano ciò che sei, dimostrano che sei sopravvissuta, che non molli mai. E quando avrai debolezze, quando sentirai che stai per mollare, avrai me. Avrai Dylan, Gary, Aaron, Travor e Liam. Noi non ti abbandoneremo Paige" mi cullò lui con la voce calda e rassicurante. Io lo strinsi cercando di calmare i singhiozzi. Lui mi lasciò il mio tempo standomi accanto.

"Quando ti ho vista su quella sedia, legata... Nello stesso momento in cui mi hai detto che mi amavi, ho pensato che quello fosse il nostro addio, che quello fosse il baratro che mi stesse richiamando. Ma ora che sei qui, tra le mie braccia, combatterò per te" mi sussurrò lui con la voce incrinata. Io mi staccai e vidi sul suo volto un accenno di lacrima.

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