Capitolo 4

280 12 1
                                    

Jimin stava cercando di cucinare qualcosa, per distrarsi dalla conversazione con il ragazzo misterioso e buttare giù qualche ricordo di troppo.

Alla fine prese una bottiglia di vino, solita in quelle serate dove voleva dimenticarsi per un po' ogni cosa.

In realtà ogni giorno si ubriacava fino a sentirsi male. Piangeva, come se le lacrime eliminassero ogni goccio di quella bottiglia.

In cuor suo voleva smettere con questa dipendenza, ma il suo corpo ormai necessitava di quella sostanza, impedendo di fermare quel forte desiderio.

Aveva bisogno di sentirsi amato. Era da molto tempo che nessuno gli donava affetto, da quando non riceveva più quelle lettere.

Non ricordava più come fosse abbracciare i propri genitori e sentirsi sicuri nelle loro braccia.

Questo pensiero scivolò dalle sue lacrime fino a rompere la bottiglia, lasciando solo pezzi di vetro sul pavimento gelido.

La forza che aveva riottenuto, era di nuovo scomparsa nel vento che entrava dalla piccola finestra.

La porta che si chiudeva con forza, i sorrisi spenti e gli occhi pieni di rabbia di quell'episodio, non riuscivano ad andarsene dalla mente di Jimin.

Prese la fotografia della sua famiglia e la strappò in tanti piccoli pezzi di carta, sperando che dopo questo, anche i ricordi si sarebbero cancellati come quei volti felici e spensierati.

Il suo migliore amico Taehyung, che condivideva la casa con lui, era partito per un viaggio e si sentiva incredibilmente solo.

Decise di lasciare la stanza, iniziando a correre tra le vie buie della città.

Le sue gambe decisero di muoversi più velocemente, voleva mettere da parte ogni cosa, anche la più insegnificante.

Ma non riusciva a levarsi dalla mente nemmeno 193.

Le sue parole erano state aggressive, ma Jimin non voleva che quella fosse la loro ultima conversazione.

In quella serata, dove nemmeno le nuvole si erano unite per fare compagnia al cielo in tutta la sua solitudine, il pensiero di Jimin andò al tetto di una vecchia casa disabitata, che visitava ogni volta e che definiva sicura anche se in realtà non lo era.

Voleva sentirsi lui sicuro, magari in un posto senza fotografie e vecchi ricordi, dove la bellezza del cielo regnava sopra ogni cosa.

Era arrivato proprio lì in quel momento, ma non era solo. Una figura incappucciata e l'odore del fumo, sembravano quasi lo stesse aspettando.

193 || yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora