Il locale quella sera era davvero pieno di gente. Jimin era davvero felice che il sogno di Alfred si fosse in qualche modo avverato.
All'inizio non era molto conosciuto, e quando lavorava poteva osservare gli occhi del suo secondo padre, sconsolati e a volte sofferenti.
Ma Alfred si dimostrava sempre sorridente davanti agli altri.
"Ragazzo mio, sorridi sempre, perché solo sorridendo, la vita ti sorriderà e ti riserverà la vera felicità."Quella frase era rimasta nella mente di Jimin, dopo quel giorno, dove nessuno si era presentato alla porta del locale.
Avrebbe voluto sognare come lui, ma non riusciva a non essere pessimista dopo il trauma che la sua famiglia gli aveva causato.
Quello che sapeva, è che aveva imparato di più dai suoi amici e da Alfred. Lo avevano fatto crescere, e guardare il cielo in modo diverso, nonostante tutte le cicatrici.
"Chissà se riuscirò a dimenticare e a definirmi felice." pensò tra sè e sè, mentre versava un drink ad un cliente.
"Vuoi muoverti ragazzino, non ho tempo da perdere." sbraitò il cliente che aspettava il bicchiere.
"Mi scusi. Ecco a lei" disse Jimin, osservando il ragazzo dai capelli neri, impaziente di pagare.
"Aspetti, lei è Park Jimin?" chiese, mentre beveva finalmente quello che aveva chiesto.
"Si, come fa a conoscere il mio nome?" disse, chiedendosi se fosse diventato famoso da un giorno all'altro.
"Eri il ragazzo popolare al liceo in cui andavo anch'io. Piacere di conoscerti, mi chiamo Seokjin."
Jimin non aveva mai visto quel ragazzo prima d'ora. In realtà, non aveva mai fatto caso a niente in quei momenti della sua vita.
"Oh, piacere di conoscerti allora." disse dandogli la mano.
"A quanto pare la tua faccia non è cambiata di una virgola. Hai ancora tutte le ragazzine tra i piedi vero?" disse sorridendo.
La sua espressione era cambiata, sembrava molto più a suo agio ora."In realtà no, ma è bello ricordare i vecchi tempi." Non sembrava così tanto sincero nel dirlo.
"Immagino ragazzi allora."
Jimin divenne rosso in volto, ma iniziò a sorridere, nel ricordo della sera precedente. Era il suo pensiero fisso, e forse, anche l'unica ragione per cui sembrava felice.
"Lo prendo per un sì." disse il ragazzo facendo finta di niente.
Era davvero molto tardi quando le persone decisero di andarsene, e Alfred obbligava Jimin a tornare a casa.
Avrebbe voluto ritornare, ma non voleva lasciarlo a pulire da solo l'intero locale.
A metà del lavoro, decise di leggere una delle tante lettere, per poi portarla al petto, cominciando a sorridere.
[flashback]
Jimin si trovava in camera sua, mentre guardava dalla finestra i leggeri fiocchi di neve, che riempivano le strade di un bianco innocente.
Aveva tra le mani quella lettera, ripensando a come Kwang fosse presente in quell'esatto momento, in cui la stava leggendo.
Forse era una coincidenza, ma Jimin voleva pensarla così e sperare che fosse vero.
Il Natale si stava avvicinando e avrebbe davvero voluto parlare con lui. Non lo aveva mai fatto prima d'ora.
Aveva troppa paura di essere rifiutato, nonostante fosse molto popolare, e le persone erano sempre state le prime a fare il primo passo.
Fissò constantemente la lettera, per poi porla delicatamente in una scatola. Nessuno gli aveva mai detto quelle belle parole.
Per la prima volta si sentì speciale.
Quel momento fu interrotto da sua madre, che lo chiamò dalla cucina: "Jimin!! I tuoi amici sono qui fuori."
Jimin scese, mettendosi qualcosa di pesante a causa del troppo freddo e preparandosi per la scuola.
Il vento era gelido, e accompagnava i tre ragazzi in quella giornata.
Jimin si sentì colpire all'improvviso, mentre ascoltava la musica con le sue cuffiette, cercando di allontanarsi dall'ambiente circostante.
Si girò, notando che delle palle di neve lo avevano colpito in pieno. Taehyung e Jungkook non si stancavano mai di divertirsi.
In quel momento, i due iniziarono a reagire l'uno contro l'altro, ritrovandosi sdraiati sulla fredda neve e non smettendo di ridere.
Jimin pensò che fossero davvero carini insieme.
"Ragazzi, muovetevi, faremo tardi a scuola."
disse, tirando una palla di neve ai due.Le lezioni passarono subito, e la pausa fu una scusa per tutti, per godersi l'aria natalizia, mangiando il proprio pranzo all'aperto.
Jimin uscì con l'intento di vedere Kwang e magari provare a parlarci.
Ma dopo averlo trovato, non ebbe il coraggio di avvicinarsi.
Rimase solo lì a fissarlo, e a sperare di trovare un'altra lettera, dopo che nel suo armadietto non aveva trovato niente, se non libri di scuola.
Dopo un po' si sedette su una panchina, aspettando i suoi amici, mentre ascoltava varie ragazze che facevano il suo nome.
"Ciao" disse una voce familiare, sedendosi vicino a lui.
Jimin non credeva che il ragazzo di cui era innamorato, gli stava parlando.
"C-ciao." disse, cercando di non essere imbarazzante.
"Sono Kwang, piacere di fare la tua conoscenza. Sei molto popolare qui a scuola, ed è da molto che avrei voluto presentarmi, non trovando mai la giusta occasione per farlo."
Parlò così veloce, che Jimin per un minuto pensò che avesse preparato una parte prima di parlargli.
"Ehm..p-piacere d-di c-conoscerti." disse, non riuscendo ad essere più emozionato e felice, dopo tutto quello che stava succedendo.
La campanella del continuo delle lezioni, suonò proprio in quel momento. C'era sempre qualcosa a rovinare tutto.
Il ragazzo lo salutò ed entrò, lasciando Jimin tra i suoi pensieri.
Prima di entrare anche lui, notò un piccolo fiore, quasi non visibile tra la neve, con accanto una lettera.
"Lo hai osservato? Questo meraviglioso fiore che si nasconde tra la neve? Strano trovarne uno in questo periodo. È davvero piccolo, ma penso che sia dotato di una grande forza di volontà. Esce allo scoperto in un mondo freddo, ma che cerca di affrontare comunque, sbocciando timidamente, per far capire che non ha paura di piangere e di sentirsi solo, nonostante gli altri fiori non siano con lui. E non è facile avere questo coraggio, ma almeno tu, Jimin, sboccia in questi giorni in cui vorresti solo scomparire."
Una lacrima scese dalla sua guancia. Poteva semplicemente una lettera farlo emozionare?
Rimase lì, guardando il cielo e sorridendo, mentre un leggero fiocco di neve, si posava delicatamente sulla sua mano.
L'inverno.
[fine flashback]
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193 || yoonmin
FanfictionDove la mente di Jimin è ossessionata dalle labbra di un ragazzo dal nome misterioso: 193